NOSTALGIA DEL GRANDE BLEK
di Raffaele Polo ______
Correvano gli anni Cinquanta, e nel mondo dei fumetti, sempre ricco di novità, arrivò, imponendosi da subito ‘Il Grande Blek’ con il vasto contorno dei suoi compagni di avventura che furono, da subito, Roddy e il Dottor Occultis.
Ero un accanito lettore delle strisce e degli albi che la sigla EsseGesse (ovvero ideatori e disegnatori che rispondevano ai nomi di Giovanni Sinchetto, Dario Guzzon e Pietro Sartoris, ma noi conoscevamo ed apprezzavamo solo la sigla, senza immaginare cosa potesse significare…) alternava con le avventure di Capitan Miki.
C’era una differenza sostanziale tra i due protagonisti: Miki sparava ed aveva una mira infallibile, oltre al sempiterno fascino della divisa. Blek faceva tutto con la sua forza e i suoi pugni, impersonificando l’ideologia dei ‘trapper’ americani in perenne lotta con le giubbe rosse inglesi che si esprimevano laconicamente, con le arcinote imprecazioni ‘Goddam’ (che imparammo subito, senza sapere che era una bestemmia bella e buona) e ‘Donnerwetter’ che era tedesco e non capivamo cosa c’entrasse con i trapper americani. Ma il mondo di Blek era veramente variegato: incontrammo anche un italiano,che si chiamava Antonio Esposito: giornalista della Gazzetta che, come capisce subito il Professore, è napoletano.
Al ricordo di quella città al professor Occultis vengono subito in mente gli spaghetti ai frutti di mare e la pizza. Esposito vorrebbe seguire Blek per narrare ai lettori del suo giornale le avventure dei rivoltosi americani, ma Blek rifiuta. Il capo dei trapper deve far saltare l’arsenale della piazzaforte di Yarmounth, travestito da operaio del porto, incarico che ha assunto con documenti falsi. Esposito segue di nascosto tutte le fasi dell’impresa, per poi presentarsi a Blek e ai suoi amici mentre assistono al furioso incendio e il professore lo invita al campo perché gli prepari una pentola di spaghetti.
C’era di tutto, insomma: e, nella nostra fantasia, i giochi e le scorribande ci vedevano impegnati a rivivere quelle indimenticabili avventure. Si, c’era tanta ingenuità in quei fumetti: i cattivi, ad esempio, avevano la faccia da malvagi mentre i personaggi positivi si riconoscevano subito per gli occhi sinceri e la fisionomia carica di plastiche forme… Tra tutti, il Professore Occultis era quello che ci piaceva di più. Rammento ancora una sua frase, che descrive il personaggio a meraviglia: “Caro Blek, con i tuoi pugni e il mio sesquipedale ingegno, avremo presto ragione di questi moscardini…”
Sempre affamati e alla ricerca delle delizie che non mancavano al campo dei trapper, Occultis e Roddy trafugano sovente la torta di fragole appena uscita dal forno e messa sulla finestra, a raffreddarsi, dall’ingenua cuoca. E questo espediente, questo leit motiv, è presente anche con Walt Disney (la torta di Nonna Papera risveglia anche Ciccio che dorme dietro il covone…) e nelle avventure di Bibì e Bibò, dove è la Tordella vittima delle loro monellerie…
I fumetti, insomma, hanno luoghi comuni ben specificati. E, anche se sono trascorsi quasi settant’anni, Blek è sempre in forza e pronto ad abbattere, a decine, gli sprovveduti soldati inglesi che non potranno profferire nient’altro che il loro monotono ‘Goddam’…
Category: Costume e società, Cultura
Bei ricordi. Grazie.