“Lu Puparu”, SPLENDIDA TESTIMONIANZA DELLA NOSTRA REALTA’ CHE SI RINNOVA
di Raffaele Polo ______
Stavolta “Lu Puparu”, che si presenta giovedì 7 dicembre ai Teatini (più specificatamente nella sala conferenze del primo piano, dalle ore 10,30) ha decisamente cambiato veste: con una scelta coraggiosa il suo attuale ideatore, Oronzo Invitto, ha impostato nel segno della ‘modernità’ il prodotto tradizionalmente distribuito nella Mostra del presepe e dei pastori.
Sin dalla copertina, infatti, niente più immagini religiose e la poesia ‘Lu Puparu’, simbolo per anni della intera categoria, riassunta nei suoi ultimi versi e posta accanto allo sponsor di smaltimenti ecologici che fa da base all’albero che introduce il tema della rivista, ovvero ‘Ratici’ che in siciliano suona come ‘dàtegli’ ma in italiano è, chiaramente, ‘radici’. E questo termine ‘racchiude al suo interno la famiglia, la cultura, le tradizioni la salentinità di un popolo legato alle sue origini, che tramanda con estremo orgoglio alle nuove generazione’, come si specifica nella presentazione della conferenza stampa.
Un bellissimo prodotto, una ottima realizzazione, con interventi e partecipazioni interessanti e ricche di contenuti, tutte incentrate sul tema delle tradizioni natalizie, così care ai leccesi.
Insomma, è una vera e propria vetrina sfavillante che si apre sul Natale che tutti, soprattutto i più giovani, sentono nel loro cuore: musiche, immagini, luci, festa, dolci, tanti colori sfavillanti…
Il presepe, i pupi…anche loro, in verità, si sono aggiornati: nelle forme, nelle composizioni, nella manifattura e nel costo. Magari il giudizio è come quell’adagio che si applica soprattutto al Festival di Sanremo: ma era meglio quello degli anni passati!
‘Lu Puparu’, dunque, è testimonianza splendida della nostra realtà, della nostra epoca. Ed è giusto che sia stato ideato proprio così, con tanti colori, tanta pubblicità (elemento più che necessario) e tante voci di giovani e ragazzi. Se avete un vecchio numero di questa pubblicazione, quando era l’amico Roberto Monaco a curarla, notere subito la differenza: stampa in bianco e nero, carta spessa e color avorio, sponsor praticamente inesistenti…
Eravamo così, d’altronde. E anche i nostri presepi erano prevalentemente di creta cartone e legno.
Oggi, è cambiato tutto. E Oronzino Invitto, acuto osservatore, ce lo dimostra con un sorrisino sulle labbra. Si, vanno bene presepi e pastori di plastica, ma vuoi mettere con quelli artigianali, fatti a mano dai meravigliosi pupari leccesi?
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Purtroppo è x necessità l’uso dei presepi di plastica non tutti hanno la possibilità di comprare presepi e pupi artigianali fatti o in argilla cartapesta.
Una tradizione che sta andando a scomparire,tra un ventennio non ci sara piu traccia i giovani non imparano un arte così povera che andrebbe valorizzata per non perdere la tradizione secolare.