“René”, DI RENE’ DE PICCIOTTO CHE COL SUO ARRIVO HA CAMBIATO IL SALENTO
di Giuseppe Puppo ______
Scrivere è sempre un esercizio meritorio: serve a fare chiarezza dentro di sé e, fuori di sé, a esplorare gli spazi scoosciuti che ci uniscono e ci separano al tempo stesso con il resto del mondo.
Ripensare al passato, poi è sempre una nobile attività: per quanto possa scendere un velo di tristezza sui bilanci che non quadrano mai, anche quelli dei banchieri, consente di aguzzare l’ingegno, storicizzare le esperienze, sperimentare la maturità nel frattempo sopravvenuta.
E pazieza se inevitabilmente scende un velo di tristezza, come sono sempre tristi gli addii, le partenze, le cene fra vecchi compagni di scuola, come può essere triste un amore finito, o una vecchia foto a cui il tempo ruba i contorni; e se poi pure qualche squarcio lacerante provoca lacrime in agrodolce, non importa. Fa bene.
Fa bene comunque a chi scrive, spesso,quando la vicenda esistenziale privata diventa di valore paradigmatico, fa bene soprattutto a chi legge. Come in questo caso (“René Una vita”, a cura di Vito Bianchi, Adda Editore, Bari, 2023, 250 pagg. 20 euro”).
Un dono.
Fatto in umiltà, in grande sincerità, alla ricerca di un senso, impossibile denominatore comune, ammesso che nelle povere, anche quelle dei ricchi, vicende esistenziali degli esseri umani un senso ci sia.
E qualcosa rimane, fra le pagine chiare e le pagine scure.
Arrivato alla veneranda età di 80 anni, Renè De Picciotto si è spogliato, metaforicamente si è disteso sul lettino e ha composto il suo diario a ritroso, come gli veniva, À rebours, abbandonandosi ai flussi della memoria, secondo gli insegnamenti migliori del Novecento in cui affondano salde e rigogliose le sue radici.
Piacerà agli appassionati di storia, che qui, nei risvolti delle sue vicende personali, ritroveranno gli avvenimenti internazionali più importanti degli ultimi decenni, dall‘ Egitto delle crisi del Canale di Suez, alle guerre in Iraq e Ucraina.
Piacerà agli studiosi di economia per le matasse ingarbugliate dell‘alta finanza internazionale che dipana.
Oh, ma pure ai cultori del gossip, dal momento che l‘autore ripercorre gli amori che hanno movimentato la sua vita, compresi gli ultimi, in ordine di tempo, qui nel Salento, con tanto di profilo psicologico delle donne sulle quali racconta delicatamente, senza sottrarsi alla curiosità altrui, all‘attualità, la sua verità.
Pure agli appassionati di calcio, ai quali invece, a proposito delle vicende societarie dell‘ US Lecce che lo hanno visto protagonista, Renè De Picciotto racconta non la sua verità, raccota tout court la verità.
Non so se piacerà ai politici. Temo di no. Mediamente, in queste pagine non ci fanno una gran figura, diciamo così e basta chè è meglio.
Come pure certi personaggi medio mediocri salentini, egoisti, invidiosi, incapaci di aprirsi agli altri, fermi a coltivare il loro misero orticello.
Questa recensione è un invito alla lettura, non voglio svelare nulla né altro aggiugere.
Faccio un‘unica eccezione. Una citazione, una delle tante che impreziosiscono di bellezza letteraria il testo, quella che mi è piaciuta di più. E‘ del poeta americano dell‘ Ottocento Walt Whitman. Dice così: “Sono vasto, contengo moltitudini”.
Renè De Piccotto negli ultimi anni in cui è diventato sua patria di elezione, ha portato nel Salento, che ama, rispetta, vuol valorizzare ulteriormente, una moltitudine di suggestioni, idee feconde e concrete realizzazioni,,per tutti un soffio vitale di modernizzazione, con ciò cambiandolo, facendolo migliore. ______
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