LE NOBILI PAROLE DI ALBANO IN SENATO: “La voglia di pace è la cosa più bella”
di Giuseppe Puppo ______
“La voglia di pace è la cosa più bella”.
La sofferenza della guerra, lui, ce l‘ha nel nome, da quando era ancora nel pancione della madre, che decise di chiamarlo in quel modo strano quando andava a piangere sulla spiaggia, di fronte al mare, invocando il suo sposo, che temeva non avrebbe mai visto la creatura che aveva concepito prima di dover partire per il fronte.
Ieri ha cantato al Senato della Repubblica, dove lo avevano invitato a tenere un concerto con la Banda Interforze, per le celebrazioni del Giorno dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate.
Lo avevano invitato il presidente Ignazio La Russa e il ministro della Difesa, e delle lobby dei mercanti di armi, Guido Crosetto, alla presenza dei parlamentari, quelli che avevano approvato le esportazioni continue degli armamenti di produzione italiana in tutte le guerre in corso nel mondo, e di autorità militari, politiche e civili.
Era una cerimonia ufficiale, insomma, che però, grazie a lui, si è distaccata ed elevata, unica, rispetto al senso falso e retorico di tutte le altre svoltesi ieri in Italia, e che, grazie a lui, si è trasforata in una rara gemma di Bellezza, di Coraggio, e di Speranza.
Una tappa significativa della costruzione epocale della cultura della pace in cui dovremmo tutti ogni giorno attivamente impegnarci.
Ha cantato Albano, certo che ha cantato: l‘Inno di Mameli, il Va pensiero e qualche suo brano.
Ma poi, al termine della cerimonia, in cui gli han dato pure un premio alla carriera, ha pure parlato. Ha detto poche parole, semplici quanto nobili, forti, autentiche: “Oggi è la festa delle Forze Armate. Ma per me oggi è la festa della voglia di pace. La voglia di pace è la cosa più bella. La guerra fa male sia a chi la vince, sia a chi la perde. La gurra va eliminata dalla vita”.