WhatsApp – 19.10.2023. 11.50 – IMMAGINE
(g.p.) ______
“But I being poor, have only my dreams, I have spread my dreams under your feet, tread softly because you tread on my dreams”
WILLIAM BUTLER YEATS, “He Wishes for the Cloths of Heaven”, 1899 (Cit.).
Succede che questa notte, ieri, albo signanda lapillo dies, siano accaduti due fatti a mio modo di intendere straordinari, capaci di portare un minimo di speranza, se non altro di alleviare per una breve eternità quel senso di angoscia impotente arrivataci dentro al seguito delle cronache di barbarie degli ultimi giorni.
Il presidente americano, andato a far visita agli alleati di sempre Israeliani, pur assolvendoli dalle atrocità che stanno commettendo, li ha esortati a non ripetere gli errori fatti da loro, dagli Americani, dopo l’11 settembre.
Errori? Orrori. Orrori che dal 2001 hanno catapultato il mondo intero nella tensione, nell’insicurezza, nelle stragi continue di sterminio.
Vuol dire che Cicerone aveva ragione, vuol dire che la Storia se troppe volte in passato non è stata maestra di vita, è successo solo per aver avuto alunni stupidi, dai quali ieri John Biden si è smarcato.
Ieri, nel cuore del Governo e del Parlamento americano, dentro e fuori il simbolico Capitol Hill di Washington, capitale dell’impero occidentale, di cui noi siamo derelitta periferia, centinaia di manifestanti, dentro, dove erano riusciti incredibilmente a penetrare, e migliaia fuori, abbiano protestato in vari modi, comunque pacifici, chiedendo l’immediato cessate il fuoco e la fine dei bombardamenti israeliani sui territori palestinesi.
Erano tutti ebrei, ebrei americani.
Fra l’altro hanno cantato Imagine di John Lennon. Cinquantadue anni dopo, più di mezzo secolo in cui la realtà purtroppo lo ha continuamente contraddetto, il sogno continua. Sono processi epocali, ci va tempo. Ci riusciranno le prossime generazioni a concretizzarlo?
L’importante, è continuare a crederci, con responsabilità: perché proprio nei sogni cominciano le responsabilità, cominciano le consapevolezze; e, ancora più importante, è comunicarlo a qualcuno.