NOVITA’ DISCOGRAFICHE ⁄ “The best of Edo Avi”, SCRIGNO PREZIOSO DI CANZONI
di Roberto Molle ______
Stamattina avrei preferito fosse la giornata plumbea di ieri… ma niente, un sole ruffiano è già alto a rilasciare un tepore che alla fine, un po’, riesce a smorzare la sensazione di freddo causata da una barbarie che sta inchiodando tutti a riflessioni profonde e inevitabili.
Ieri durante un viaggio, con la pioggia che batteva sui finestrini, ascoltavo un disco uscito da poco. Uno di quei dischi che arriva quando tutte le speranze sembrano perse e un segnale, per quanto piccolo, può farci ripartire. Il titolo del disco è “Spira” e la sua autrice si chiama Daniela Pes (nata in Gallura nel 1992, cantautrice, musicista e compositrice di musica elettronica con formazione jazz); un miracolo di bellezza fatto di salti spazio-temporali guidati da una voce calda e sensuale che riesce a trasmettere vibrazioni attraverso lingue (anche inesistenti) che s’intrecciano tra nenie, elettroniche sincopate e afflati ancestrali.
L’esistenza di Daniela Pes aiuta a capire (se ce ne fosse ancora bisogno) che c’è un sottobosco di alto livello nello scenario musicale italiano, capace di elevarsi su quel mainstream di bassa lega messo in circolo (direi quasi forzatamente) da un residuale apparato di industria discografica ridotta ormai alla canna del gas, che per sopravvivere non si fa scrupolo di gonfiare qualsiasi tendenza musicale, di fatto spacciando cialtroni come promettenti nuovi artisti.
Su Daniela Pes bisogna tornarci un’altra volta perché merita un articolo a parte, in questa occasione vorrei segnalare l’uscita dell’album di un musicista che mi sta a cuore.
Lui si chiama Edo(ardo) Avi (nella foto) e il disco “The best of Edo Avi”. Di Edo mi ero occupato qualche anno fa (con un articolo qui su leccecronaca.it n.d.r.), lo avevo incontrato a Bolzano (lui è di Telves) in occasione di un progetto dedicato ad Alexander Langer.
La sua storia mi incuriosì, e dopo aver ascoltato la sua musica ancora di più. Con tutte le carte in regola per giocarsela a cavallo tra i due secoli, le sue canzoni sono rimaste confinate tra gli apprezzamenti di sparuti addetti ai lavori e un nugolo di fan, tanto da relegarlo a musicista di culto (che di per sé è sinonimo di qualità, ma per certi versi anche di frustrazione).
Il territorio sonoro esplorato da Edo con i suoi dischi, spazia dal respiro tardo-new wave insieme ai Chain (sua band dell’epoca con all’attivo un bellissimo extended play dal titolo “The stars are falling down”) alla ricerca di un’identità cantautoriale costruita attraverso linguaggi e scritture che dal rock, mutuando attraverso filigrane pop, danno vita a canzoni che diventano affreschi emozionali. Le canzoni di Edo Avi sono testimonianze prese dai fogli di un taccuino che più di un diario conserva le coordinate e le traiettorie vitali di un individuo: gioie, dolori, sconfitte, cadute, rinascite, bellezza, amore, nostalgie, rimpianti… e si potrebbero aggiungere mille altre tessere a quella che è l’identità di un mosaico esistenziale.
“The best of Edo Avi” raccoglie quattordici brani: cinque sono inediti, scritti tra il 2018 e il 2023, i restanti appartengono ai suoi ultimi due album (“Disincanto” del 2014 e “Lontano da qui” del 2016).
Alcuni sono di quelli che una volta ascoltati entrano a far parte del tuo mondo e non se ne andranno più, in particolare un paio: “Come un fiume” e “Disincanto”. Per dare una linea di paragone cito casi i cui autori possono aver scritto solo una canzone di successo e nient’altro, ma quella “canzone” li farà ricordare per sempre: John Miles (“Music”), The Knack (“My Sharona”), Tanita Takaram (“Twist in My Sobriety”), Tracy Chapman (“Talk about the revolution”)… e chiunque può continuare con una playlist personale.
In particolare i brani più recenti (da “Io non sono qui” a “Non puoi” e a “Ti penso ancora”) risentono di una certa freschezza e dell’entusiasmo che sta caratterizzando il periodo positivo del musicista, nonché dell’ottima collaborazione alla produzione di Max Marcolini.
“The best of Edo Avi” è un piccolo scrigno di canzoni buono per depurarsi da tutte le scorie che si accumulano nella testa dopo una giornata frenetica o quando non se ne può più di tutto quello che gira intorno e si ha voglia di chiudere il mondo fuori.
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