PUGLIA IN FIAMME, UNA CHIAMATA ALLE ARMI
PER LA SALVEZZA DEL NOSTRO PATRIMONIO NATURALE
di Flora Fina ______
Una catastrofe ambientale senza precedenti si sta ancora abbattendo sulla Puglia, mentre migliaia di ettari di preziosi boschi vengono divorati dalle fiamme: soltanto nel 2022 infatti, 4.500 ettari di splendidi paesaggi sono stati ridotti in cenere, e l’orrore continua ancora nel 2023, con oltre 64.000 ettari di terreno già devastati da incendi boschivi in tutto il Paese, secondo i dati scioccanti forniti dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Eppure, nonostante questa devastazione, in due anni soltanto due persone sono state arrestate per questi crimini contro la natura, un’ingiustizia questa, che è schiacciante e che urla vendetta contro coloro che distruggono impunemente il nostro patrimonio naturale.
In tal senso, la Giunta Regionale ha finalmente alzato la voce chiedendo una Dichiarazione di stato di emergenza al Consiglio dei Ministri il 28 luglio 2023, tuttavia, la nostra regione è ancora gravemente indifesa, con un sistema di prevenzione e sorveglianza che sta miseramente fallendo, mentre le risorse umane e finanziarie rimangono un miraggio lontano, e la nostra terra brucia.
In risposta a questa crisi, un gruppo di esperti ambientalisti cerca di affrontare questo inferno fiammeggiante: l’Osservatorio sulla Prevenzione Incendi nel Salento è attualmente composto da uomini e donne di virtù come Vittorio De Vitis del WWF, l’avvocato Giuseppe Garrisi del WWF, il medico Carlo De Michele dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente, l’agronomo Bruno Vaglio, l’ingegnere ambientalista Giacchino Holder e l’ingegnere Antonio De Giorgi di Galatone Bene Comune, che attualmente stanno scavando a fondo per trovare la verità, esponendo le mancanze delle autorità e cercando i responsabili che si nascondono dietro questi roghi devastanti, e difatti, l’Osservatorio sta chiedendo in questi giorni conto alle autorità, implorando un’azione immediata per fermare questa distruzione senza pietà.
Un’iniziativa lodevole questa che insinua nel solco di una situazione caratterizzata attualmente e da anni da una palese ed evidente tragedia ambientale che non può essere ignorata: come cittadini ed abitanti del territorio pugliese, ci si trova infatti ad avvertire un senso di sgomento e impotenza di fronte all’immensità di questa distruzione.
Non è più possibile dimenticare l’odore acre del fumo si insinua dappertutto, che è un costante monito delle fiamme che divorano la natura circostante: vedere le colline e i boschi, luoghi amati sin dall’infanzia, trasformarsi in un deserto carbonizzato è una ferita profonda per l’anima.
Sorge tuttavia spontanea una domanda: come sia possibile che, nonostante gli sforzi di alcuni coraggiosi volontari e esperti ambientalisti nel creare l’Osservatorio sulla Prevenzione Incendi nel Salento, le autorità sembrino ancora incapaci di proteggere ciò che resta del prezioso patrimonio naturale di questa regione?
Ebbene la risposta è altrettanto chiara e limpida come un urlo che chiede a gran voce giustizia: questa situazione richiede un’azione immediata e coordinata da parte delle autorità e della comunità, perché non c’è più spazio per l’inerzia, perché bisogna proteggere ciò che è stato affidato dalle generazioni passate e perché deve essere consegnato intatto a quelle future.
Perché ogni albero abbattuto, ogni animale che perde il suo habitat a causa di queste fiamme spietate, rappresenta una perdita irreparabile per l’ecosistema e per l’identità della comunità, perché è il momento di alzarsi come una voce unita contro questa devastante minaccia, e perché soprattutto soltanto attraverso la determinazione e l’impegno collettivo si può sperare di preservare questa terra per le generazioni a venire. ______
LA RICERCA nel nosro ultimo arricolo sul tema del 2 ottobre scorso
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