LA SALUTE E’ UN DIRITTO CHE IL SERVIZIO PUBBLICO DEVE GARANTIRE ANCHE A CHI NON PUO’ PAGARE I PRIVATI. I CITTADINI NON SI RASSEGNINO AI TEMPI BIBLICI DELLE LISTE DI ATTESA
di Ginevra Miglietta ______
“Quello delle liste d’attesa è un problema noto a tutti e anche da tempo, ma, ciò nonostante, finora si è fatto veramente poco per risolverlo”.
Così Ivano Giacomelli, segretario nazionale di CODICI – Centro per i Diritti del Cittadino, associazione no-profit di consumatori e utenti impegnata ad affermare, promuovere e tutelare i diritti dei cittadini, ha commentato la notizia delle indagini dei Carabinieri nelle strutture sanitarie del servizio pubblico (nella foto).
I recenti controlli dei Nas rivelano che oltre il 29% delle liste d’attesa e agende di prenotazione per prestazioni ambulatoriali per visite specialistiche ed esami diagnostici del Servizio Sanitario Nazionale non rispetta le linee guida del Piano Nazionale di Governo delle Liste di Attesa.
Tra luglio e agosto sono state segnalate ben 1.118 situazioni di affanno nella gestione delle liste d’attesa. Ammontano a 26 le denunce tra personale medico e ospedaliero con l’accusa di reati di falsità ideologica e materiale, truffa aggravata, peculato e interruzione di pubblico servizio.
Numeri altissimi, se si tiene conto che i disservizi registrati evidenziano una situazione critica su tutto il territorio nazionale, da Nord a Sud.
Numeri altissimi, sì, ma “di cui nessuno può dirsi sorpreso”, per citare ancora Ivano Giacomelli, che insiste sul fatto che si tratti di un problema affrontato male e da anni praticamente irrisolto.
Dopo le segnalazioni dei Nas ai rispettivi enti di riferimento ci si augura una celere risposta e un adattamento ai limiti previsti dalla legge, ma spesso così non è: i tempi di attesa restano lunghi e le aspettative del cittadino mal si adattano a taliritmi ritmi. È importante, tuttavia, comprendere che dietro allo sforamento delle tempistiche non ci sono solo problemi cronici, carenze di personale medico e ospedaliero e ritardi di carattere prettamente gestionale, connessi a limitazioni eterogenee.
La gestione claudicante dei presidi ospedalieri diventa malasanità nei casi di Udine, Palermo, Roma e tante altre città segnalate dalla recente inchiesta dei Nas, in cui la sospensione e chiusura delle agende di prenotazione ha avuto luogo attraverso procedure illecite, al fine di permettere al personale di andare in ferie e svolgere parallelamente attività a pagamento presso strutture private, mentre le prestazioni pubbliche erano indisponibili.
La cronicità del problema non deve dunque oscurare la portata dello “scandalo nazionale”, come dice Giacomelli, e l’ennesimo esempio di malasanità non deve allontanare i cittadini dalla tutela dei propri diritti quanto piuttosto avvicinarli alla conoscenza degli stessi.
All’interno del piano nazionale di governo per le liste di attesa 2019-2021, ad esempio, sono presenti i requisiti che ogni prescrizione per prestazioni di specialistica ambulatoriale deve rispettare, tra cui le diciture delle classi di priorità e i limiti dei rispettivi tempi di attesa.
L’invito del Centro Codici per i Diritti del Cittadino, dunque, è di non lavarsene le mani: “Le inefficienze sono evidenti, le responsabilità anche, bisogna intervenire per tutelare i cittadini”.
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Quello delle liste di attesa è uno dei problemi che l’associazione Codici combatte da anni con le sue iniziative legali contro la malasanità e per il diritto alla salute dei cittadini. È possibile segnalare irregolarità e inefficienze telefonando al numero 065571996 o scrivendo all’indirizzo e-mail segreteria.sportello@codici.org
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LA RICERCA nel nostro articolo dell‘ 8 settembre scorso