IL BELLISSIMO CONCERTO DI MAX PEZZALI. LA STORIA SIAMO NOI CON GLI 883
di Giuseppe Puppo ______
Che belli, che sono stati quegli anni!
Gli anni di Happy Days e di Ralph Malph
Gli anni delle immense compagnie
Gli anni in motorino, sempre in due
Quelli di chi era bambino allora ed è cresciuto sapendo che qualsiasi cosa facesse, avrebbe potuto contare sempre sui propri amici della sua compagnia e sui propri familiari e in ogni caso si sarebbe sempre sentito dire
“Tranquillo, siam qui noi, siamo qui noi”.
E poi, a cavallo del nuovo secolo e del nuovo millennio, è cresciuto ed è diventato grande insieme alle canzoni degli 883, l‘ ultimo esempio della musica popolare capace non solo di piacere a tantissimi, il che continua a succedere, ma pure di segnare indissolubilmente tutta una generazione, il che non accade più.
La nostalgia per il mito di una giovinezza trascorsa quando la vita era ancora più facile e il rimpianto per un passato che non tornerà mai più hanno avuto la loro tempesta perfetta sabato scorso 2 settembre a Roma, al Circo Massimo, di fronte a 65.000 spettatori paganti e paganti le cifre astronomiche cui sono arrivati a costare adesso i biglietti dei concerti, e hanno avuto la consacrazione sul piano di ascolto romantico sentimentale del grande pubblico televisivo con la trasmissione integrale registrata su Canale 5 ieri sera giovedì 7 settembre.
E‘ stato un viaggio, emozionante, nel tempo e nello spazio, dell‘ Ulisse di Omero, di Dante e di Joyce che si cela nell‘ intimo profondo di ciascuno di noi.
Un viaggio fra Nord Sud Ovest Est delle praterie dell‘ esistenza alla ricerca dell‘ irraggiungibile
E forse quel che cerco neanche c’è
fatto in realtà per ritrovare sè stessi
Starò cercando lei o forse me?
Un viaggio fra le sterminate periferie metropolitane delle grandi città, quando ancora nelle auto non esistevano i navigatori ed era sempre un‘avventura dall‘esito incerto raggiungere qualche posto sconosciuto dei sobborghi immensi di palazzoni tutti uguali, centri commerciali, vialoni anonimi magari immersi nella pioggia, nella nebbia e comunque nel buio, della grande città fra svincoli autostradali, tangenziali e caselli. Capitava perciò di sbagliare strada, di perdersi, e di perdersi la festa, avendo fatto Rotta per casa di Dio, metafora delle occasioni perdute, ma subito riconquistate altrimenti.
Un viaggio fra notti insonni che non finiscono all’alba nella via, ma continuano a scrivere chilometri di lettere, chiedendosi come mai sia successo di nuovo quel miracolo che si rinnova che è l‘ amore pur sempre in una quotidiana guerra con la razionalità.
Max Pezzali non sa tenere la scena, sbaglia le presentazioni, a volte pure le parole e i momenti.
Ma gli perdoniamo tutto.
Gli perdoniamo pure gli ospiti voluti con lui nell‘occasione, che non c‘ azzeccavano proprio per niente, fatta eccezione per Paola e Chiara, la cui presenza è stata l‘ unica che aveva un senso.
Lo ringraziamo per le emozioni e pure per qualche sorpresa, come la versione sua del suo brano bellissimo, vera e propria chicca, L‘ ultimo bicchiere, all‘ epoca affidato a un perfetto sconosciuto, tal Nikki, poi rimasto tale, ma recuperato opportunamente in prima persona in questa vera e propria notte magica romana.
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