DIRITTO DI REPLICA / GLI AUTORI DEL DOCUMENTARIO RISPONDONO ALLE CRITICHE RICEVUTE
COMUNICATO STAMPA
Sui recenti comunicati stampa che hanno riguardato il documentario “Il tempo dei giganti”, prodotto da Dinamo Film e da Fluid Produzioni, intervengono i registi Davide Barletti e Lorenzo Conte, gli sceneggiatori Stefano Martella (autore anche del libro “La morte dei giganti”, da cui il film è liberamente ispirato) e Roberto Greco.
“Interveniamo per fare chiarezza su due comunicati stampa che hanno riguardato il nostro film. Il primo diramato dalla “rappresentante” del gruppo Salviamo gli ulivi del Salento, che ha preso parte in piena coscienza al film per parlare della campagna pubblica di sensibilizzazione contro gli incendi che hanno colpito il territorio nelle ultime estati; il secondo dall’agricoltore Ivano Gioffreda e dalla patologa vegetale Margherita D’Amico, che risultano tra i ringraziamenti nei titoli di coda. Giusto poche osservazioni, per non tediare oltre i nostri lettori.
In merito al primo comunicato precisiamo che il film non è stato in alcun modo ripulito in seguito alle rimostranze di alcunché, come avventurosamente affermato dalla rappresentante. In secondo luogo, imputare al film una mancata pluralità, quando al suo interno ospita 23 voci, che rappresentano altrettante opinioni e visioni diverse, in alcuni casi anche diametralmente opposte, è una tesi così inconsistente da implodere pochi secondi dopo la sua lettura. A rischio di imminente implosione anche l’accusa di “estrema semplificazione di un tema complesso”, soprattutto perché avanzata da chi afferma perentoriamente (a proposito di verità assolute), che questa devastante epidemia botanica, su cui la comunità scientifica internazionale non ha ancora trovato una cura chiara e definitiva, possa essere arginata solamente “curando, potando, concimando”.
Qualsiasi prodotto narrativo e artistico non ha la pretesa di essere esaustivo, completo per tutti, di ergersi a verità religiosa. È un po’ la scoperta dell’acqua calda ma ci tocca ribadirlo. Certamente “Il tempo dei giganti”, come tutti i prodotti autoriali, prende posizione e attua delle scelte. La posizione netta è che il complottismo, chi negava l’esistenza di xylella, le teorie deliranti sulla Monsanto, su Israele, sugli aerei che cospargevano il batterio, su incappucciati e valigette (solo per citare quelle più thriller e fantasy), hanno dato un contributo determinante alla devastazione che oggi è sotto gli occhi di tutti e su cui ancora, in remote sacche di popolazione, non è stata fatta un minimo di autocritica. Non c’è spazio nel film per chi ha avanzato queste tesi e ne rivendichiamo la scelta.
Anche riguardo il secondo comunicato ad opera del signor Gioffreda e della dottoressa D’Amico ci tocca spiegare ciò che dovrebbe essere scontato: nei documentari si citano e si ringraziano le persone incontrate o intervistate durante il lavoro di ricerca e ripresa. Questo accade da sempre, per tutti i film. Tra quei nomi ci sono ristoratori, benzinai, il barista che ci ha offerto il caffè, giornalisti, registi, tecnici e molti altri, tra cui il signor Gioffreda e la dottoressa D’Amico. Non pensavamo ci fosse la diffida per il reato di cortesia. Ne faremo tesoro.
Cos’altro resta da dire? Tanto, perché il disseccamento degli ulivi ha aperto un solco profondo per la Puglia e tutto il Mediterraneo. Ma a questo punto non resta che andare a vederlo “Il tempo dei giganti”. Perché la migliore critica è quella libera, che viene dal pubblico.
Gli autori:
Davide Barletti, Lorenzo Conte, Stefano Martella, Roberto Greco
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LA RICERCA nei nostri articoli del 10 e 11 luglio scorsi
Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Politica
Dalla replica di Davide Barletti & C. appare chiaro quanto il film documentario sia fazioso e di propaganda.
Suffragando, così, ulteriormente le numerose critiche rivoltegli. E consolidando i motivi per non vederlo.