A SIRACUSA TUTTA LA VITA

| 1 Luglio 2023 | 1 Comment

di Raffaele Polo  ______ 

Caro, carissimo Direttore, dopo lunga esitazione, ho pensato di scriverti ancora perchè, tutto sommato, non ho nessun interlocutore così acculturato e dotato di quella predisposizione all’ascolto, così rara al giorno d’oggi…

Al giorno d’oggi… Ed è a te, Direttore, che mi rivolgo per sottoporti una mia recente, velata esperienza che la dice lunga sulle mie condizioni di vecchio e stanco essere umano che, nonostante tutte le avversità, psico fisico letterarie, non si rassegna ancora a deporre le armi…

Allora: venerdì sono capitato in Piazza Duomo, a Lecce, dove c’era la cerimonia di consegna degli attestati di laurea per tutti coloro che avevano terminato il corso di strudi nell’anno accademico corrente. Erano oltre 400 giovani, tutti con la toga nera, il cappello particolare che abbiamo ereditato dalle memorie cinematografiche dei colleges americani e britannici, da bambino leggevo ‘Topolino’ e ricordo che Gilberto, il nipote di Pippo, lo indossava sempre…

Discorsi, commozione, evviva, poi il coro Unisalento che intona il ‘gaudeamus igitur’, che ci fa capire che, ancora una volta, sono i nostri padri latini e le Università medioevali ad aver inventato tutto quello che è collegato agli Atenei, altro che gli States, Oxford e Cambridge, si vabbè, ma chissà perchè mi ricordano quel film con Stanlio e Ollio, che si svolge proprio in quel contesto…

Ora, abbiamo applaudito, abbiamo apprezzato le parole del Rettore che è Magnifico come Lorenzo, poi, un po’ distratti, abbiamo percorso la via principale della nostra città, rifiutando garbatamente le profferte di tarallini che sono un appuntamento fisso davanti ai Teatini, e raggiungendp il Cinema Massimo che adesso si chiama Multisala, io lo ricordo quando, l’estate, si apriva il soffitto e diventava una sorta di Arena, adesso no, non si apre il soffitto, c’erano poche persone, volevo vedere l’ultimo film di Indiana Jones, che vuole, Direttore, mi piace Harrison Ford e mi piace Indiana Jones, anche se ho paura, come lui del resto, di serpenti e insetti che strisciano …

Ma adesso il mio eroe ha ottant’anni e si vede benissimo che solo lo sguardo è ancora quello, è un uomo vecchio e stanco, proprio come me. Che, alla fine della splendida vicenda cinematografica, si trova a superare le barriere del tempo e a colloquiare nientemeno che con Archimede, che lo invita a rimanere là, nella Siracusa avanti Cristo….

Io ho subito assentito con entusiasmo, immedesimandomi nel personaggio: resta, resta, gli suggerivo. E anche lui voleva rimanere, incredibile l’occasione di rispoverare aoristi e duali per colloquiare con Archimede, e svelargli quanto importante sarebbe stata la sua figura, il suo essere un meraviglioso inventore.

Ma Indiana Jones viene riportato con la forza al tempo presente, niente da fare, niente sogni realizzati.  E anche io sono uscito dal cinema, si sentivano ancora gli applausi e le note del ‘gaudeamus igitur’, Direttore, che volete, mi è venuto da piangere, passare così da Archimede e la Magna Grecia alla Lecce odierna, con un persistente odore di patatine fritte che caratterizzava tutta la Piazza e i dintorni…

Ora, vengo con questa mia a chiederle un conforto: Lei, Direttore, sarebbe rimasto con Archimede o  avrebbe preferito la nostra meravigliosa realtà? ______ 

Caro Raffaele,

mi piglio solo il complimento sulla mia predisposizione all’ascolto, è vero, do sempre credito a chiunque, anche se avrei ben altro da fare, ma è più forte di me, sto sempre là a leggere, a sentire, a cercare di cavare se possibile qualcosa di buono dalla proposta di turno, poi rispondo, con franchezza, a costo di perdere l’interlocutore dai lettori di leccecronaca.it o, summa iniuria, farmi cancellare dalle amicizie di Facebook. Il più delle volte infatti avevo sopravvalutato, raramente sottovalutato, ma insomma, tutto sottratto, in passato qualche bella scoperta l’ho fatta, guidato in primis dall’intuito…

Con te è sempre un godimento ideale.

Vedi Raffaele, a volte nella tua prosa sempre pacata e garbata, quanto attraente e profonda, magari in un accenno, anche solo in una nota leggera e fuggitiva, si nasconde un tesoro.

Qui, è quell’accenno ai tarallini offerti sul Corso, appuntamento fisso dalle parti dei Teatini: hai colto metaforicamente un tratto distintivo della nostra città, dove si offrono sempre tarallucci a tutti, in maniera uniforme e generalizzata, con la speranza che poi l’omaggio sia ripagato da un ben sostanzioso acquisto in tornaconto personale, e dove tutto finisce sempre purtroppo a tarallucci e vino.

Syracusis, ablativo locativo eccezione della regola generale dello stato in luogo, caro Raffaele, Syracusis tutta la vita… E tutta la vita a dire insieme ad Archimde il perfetto cappatico, eccezione della regola della formazione del perfetto, del verbo irregolare eurisko… Eureka… Sì sì, eureka ancora e sempre…E tu di sicuro ricorderai che anni fa c’era pure qui nel Salento un’acqua minerale che si chiamava così….

Quanto alla Multisala Massimo, la stanno restaurando, sono già a buon punto, ma non hanno ancora finito… Per questo ora chiamerò in causa la proprietaria…Non sia mai che leggendoti, le venga un’idea, di ritorno al futuro.  ______

LA RICERCA nel nostro articolo del 19 giugno scorso

Category: Costume e società, Cultura

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Comments (1)

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  1. Sonia Greco - tramite mail ha detto:

    Il tetto apribile della sala 1 è ancora perfettamente funzionante.

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