QUINDICI ANNI ESATTI SENZA PEPPINO BASILE. MA “La bomba” STA PER SCOPPIARE
di Maria Antoinietta Vacca ______
La notte del 14 giugno 2008, e son passati dunque quindici anni esatti, alla fine di un sabato memorabile, in cui era arrivato finanche il Papa, l’ultimo giorno di vita di Peppino Basile, nella periferia già quasi campagna di Ugento, un’auto è ferma nel buio, a fari spenti, vicino casa sua (nella foto). A bordo, ci sono due sicari, che preparano i pugnali, aspettando che ritorni.
In pochi minuti, si compie subito dopo la tragica fine, rimasta senza colpevoli, impunita, mistificata e dimenticata, del consigliere dell’Italia dei Valori, che aveva un sogno: “vedere questa terra crescere per il domani dei nostri figli”, senza ingiustizie, prevaricazioni, speculazioni economiche e politiche, e disastri ambientali.
Una morte annunciata.
Come quella di Santiago Nasar, il protagonista della storia vera romanzata da Gabriel Garcia Marquez.
Ma qui si tratta di una ricostruzione giornalistica, basata su una meticolosa raccolta delle testimonianze di amici e conoscenti, sulla verifica delle fonti, e sui riscontri oggettivi, trasposta in un vero e proprio spettacolo teatrale, scritto dal direttore di leccecronaca.it Giuseppe Puppo e che io avrò il piacere e l’onore di mettere in scena curarandone la regia.
Ricostruzione giornalistica e spettacolo artistico fino alla fine, in cui apre nuovi scenari investigativi, fra l’altro rimasti in grande evidenza e forse oggi più che all’epoca di straordinaria attualità.
Lo spettacolo teatrale si conclude appunto con un’ipotesi investigativa, sulla ‘bomba’.
Negli ultimi giorni di vita, Peppino Basile c‘aveva un chiodo fisso, una notizia di cui era venuto a sapere, evidentemente esplosiva, ‘una bomba’, ripeteva.
Ne accenna, ma mai più di tanto, a Lecce, all’amico Giovanni D’Agata.
Ne aveva accennato, ma mai più di tanto, a Ugento, anche all’amico Alberto Sanapo: “Questa bomba deve scoppiare…Fra pochi giorni dovrà scoppiare qualche cosa di grave…Perché qua siamo proprio arrivati all’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso…In Sicilia si chiama mafia, in Campania si chiama camorra, qui si chiama il sistema”.
Il tutto, in un racconto che si snoda con fluidità, disegnando un copione teatrale pause comprese, ma sempre senza cali di tensione, senza soluzione di continuità, pur nelle sequenze dilatate nel tempo e nello spazio.
Supermercati, strade, piazze, voci e volti, suoni, profumi e respiri, finanche le canzoni che manda il disk jockey della radio o della balera, inseriti in una normalità di routine a volte nostalgica, in una geografia dell’anima, fra i viaggi di emigrati sempre in procinto di tornare: al mare su cui galleggia il loro cuore, ai ricordi del sole che spacca le pietre, alle malinconie dei profumi d’autunno e al vento gelido del lento inverno salentino.
Fino alle nuove realtà, perché poi su tutto prevale la voglia di riscatto, per riscuotere quei crediti che si aspettano, ma non arrivano, e si cercano allora nella politica, nell’aiutare chi ha bisogno, nel desiderio di combattere le ingiustizie, di indagare dove non si dovrebbe, per far emergere situazioni di illegalità e di sopraffazione.
E’ in questa atmosfera complessa che si muove la figura semplice di Peppino Basile, che aspetta ancora verità e giustizia.
“La bomba” – VERITA’ E GIUSTIZIA PER PEPPINO BASILE – si intitola appuntolo spettacolo treatrale che sto preparando.
Prevediamo di debuttare in anteprima nazionale a Lecce a metà settembre e immediatamente dopo, non certo a caso, di tenere la prima replica a Ugento, poi si vedrà, contando sull’affetto e la partecipazione di tanti, a cominciare da quelli che non hanno dimenticato la ricorrenza odierna.
Ha scritto per esempio oggi sul suo diario di Facebook la giornalista Daniela Casciaro:
“Ricordiamo un uomo che amava questa terra e che oggi non è più qui per mano della criminalità..della mafia e tanto altro
Un uomo che ancora non ha avuto giustizia ma tu ..o voi che lo avete ucciso o voi che sapete e non parlate ..voi gli assassini che siede a piede libero ricordate che non sarete mai liberi…e pagherete questo peso qui e lassù tutto perche alla verita di Dio non si sfugge..
Lui vi vede e li con voi e aspetta che vi pentite ..vi mettera alla prova ..ma non sarebbe meglio parlare oggi…confessare la verità e pagare qui.? ..
Se confessate vi liberate ..se parlate e dite quello che sapete vi salvate .. altrimenti vi aspetta l’ inferno.
Parlate …la vita è breve …cosa aspettate ..“.
Le ha fatto eco chiarissima sempre con post social Facebook Massimiliano Damiano, dell’associazione nazionale antimafia Libera:
“15 anni senza Verità e Giustizia per Peppino Basile!
CHI DIMENTICA È COMPLICE!
Nel Paese-sistema chi dice la Verità e si batte per la Legalità, la tutela dei Diritti e dell’Ambiente viene deriso, prevaricato, boicottato e se non la smette viene prima minacciato e poi finisce ammazzato.
Una volta assassinato viene depistato, infangato e molto presto anche dimenticato!“