IL LECCE VINCE LO SCUDETTO PRIMAVERA

| 10 Giugno 2023 | 0 Comments

(g.p.) ______ Con una squadra tosta e quadrata, della globalizzazione totale e degli interessi anche a livello giovanile, in cui l’unico italiano e l’unico leccese è … Ernesto Chevanton, allenatore in seconda e trascinatore inimitabile, il Lecce vince lo scudetto Primaera.

A Sassuolo la finale contro la Fiorentina finisce 1 a 0, all’ultimo minuto del recupero del secondo tempo supplementare Hasic di testa da due passi insacca il gol decisivo,per la gioia incontenibile, orgogliosa, insistita, dei ragazzi, dei loro famigliari, dei tifosi presenti anche qui sugli spalti e di tutta la società, il presidente Saverio Sticchi Damiani – chiedimi se sono felice – in primo luogo, col sorriso largo e raggiante stampato sulle labbra in diretta tv e in chiaro di Sportitalia.

Vero, giusto, è una grande soddisfazione, per tutti i tifosi giallorossi e per tutto il Salento. Il prossimo anno il Lecce andrà in Europa, almeno a livello giovanile, avendo vinto lo scudetto dei giovani farà addirittura la Coppa dei Campioni giovanile, che poi si chiama UEFA Youth League, e chissà che non sia di buon auspicio per un futuro prestigioso a tutti i livelli.

E’ stata una brutta partita, condizionata dall’importanza della posta in palio, dalla stanchezza di fine stagione, da un esasperato tatticismo.

Il Lecce l’ha vinta meritatamente, in virtù della maggiore sicurezza e della migliore incisività. Avendola vista all’opera per intero nelle ultime due uscite, è possibile farsene un’idea indicativa.

La squadra di Federico Coppitelli sa aspettare e far sfogare gli avversari di turno, di tutto rispetto, forte della propria ottima organizzazione difensiva, che li neutralizza sistematicamente, per cercare poi appena possibile il varco giusto e, da grande squadra, sfruttarlo cinicamente, con lucidità.

La Fiorentina di ieri sera in 120′ ha fatto un solo tiro in porta, peraltro pure abbastanza telefonato.

Il Lecce, una decina, per quanto imprecisi.

Lo schema prediletto è comunque il rilancio lungo del portiere, Borbei, una sicurezza, eccellente anche con i piedi, come il calcio contemporaneo richiede ad un estremo difensore, a cercare ottanta metri più avanti il centravanti cannoniere Burnete, una forza della natura, che fa reparto da solo e non è una frase fatta.

Poi c’è un maranoneta dell’organizzazione difensiva e della ripartenza offensiva, Dorgu, che con lucidità recupera palloni preziosi e li fa viaggiare verso i compagni, bravissimo, infaticabile,

Infine, questo però non è un dato oggettivo, è un’impressione appunto personale, a me piace moltissimo Berisha, una bellezza. Allora, tira sempre in porta, da qualunque posizione, anche da molto lontano, appena gli è possibile. Magari la botta a lunga gittata finisce fuori, magari può meglio servire i suoi compagni, dai quali immaginiamo si prenda una quantità industriale di vaffa, perà è fatto così, ed è appunto una risorsa decisiva, questo pericolo costante che può innescarsi all’improvviso, una bellezza appunto. Ieri sera addirittura ha tirato verso la porta una punizione che doveva trasformarsi in assist pericoloso, ma è fatto così, lui non ci pensa nemmeno due volte, nemmeno un attimo, lui appena può tira, tira sempre.

Senza con ciò nulla togliere a tutti gli altri, Borbei, Burnete, Dorgu e Beriha sono già da prima squadra in serie A, chissà che non decida appunto così la società per il prossimo campionato.

La partita si è decisa in extremis grazie alla tranquilla e fiduciosa sicurezza del Lecce, e ad un errore della difesa della Fiorentina, che su azione di calcio d’angolo ha lasciato fare flipper al rallentatore e bingo ai Giallorossi, soprattutto del portiere dei Viola, che è stato fermo sulla linea di porta a guardare il flipper al rallentarore verso la testa di Hasic, il quale l’ha dovuta giusto solo appoggiare da due metri dentro la rete.

Allora, caro Martinelli, che fra l’altro è fiorentino di nascita, gli errori li fanno tutti, spesso, ma servono a migliorarsi, specie gli errori di gioventù, perciò attenzione per il futuro: il pallone che attraversa l’area piccola del portiere appunto è sempre del portiere, che deve andare in presa alta a bloccarla, come minimo uscire a pugno chiuso a respingerla, sempre, non stare fermo a vedere che succede. ______

LA RICERCA nel nostro articolo del 6 giugno scorso

Category: Sport

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