ESCE GIOVEDI’ 11 “Ae tantu tiempu” DI RANKIN LELE E PAPA LEU

| 9 Maggio 2023 | 0 Comments

NELL’ALBUM CI SONO ANCHE TRE BRANI IN COLLABORAZIONE MUSICALE CON DON RICO, TERRON FABIO E NANDU POPU. LA PRESENTAZIONE OGGI IN ANTEPRIMA. CON DUE CONSIDERAZIONI A MARGINE DI leccecronaca.it

(Rdl) ______ E’ “dedicato agli amanti del Salento e della sua musica, a chi non si arrende e lavora duro ogni giorno, a chi si batte per un mondo migliore”.

Esce giovedì 11 maggio “Ae tantu tiempu” – ‘è passato tanto tempo’ – il nuovo album di Rankin Lele & Papa Leu (nella foto), per l’etichetta indipendente Adriatic Sound.

Come informano le note discograrfiche anticipate questa mattina alla stampa, “il disco conferma le esperienze maturate in anni di tour, studio e produzioni musicali tra Italia e Giamaica, insieme ai Sud Sound System e Richie Stephens, e arriva a trent’anni di distanza dalle loro prime esibizioni nelle storiche dancehall salentine degli anni ‘90“.

Sono dodici tracce inedite, interpretate in dialetto salentino, scritte e composte da Rankin Lele & Papa Leu, registrate a Trepuzzi negli studi Adriatic Sound e Drumm Studio da Papa Leu e Fossa Drummer, arrangiate insieme al tastierista Alessandro Garofalo, al sassofonista Luca Manno e ai chitarristi Marcello Leo e Alessandro Tullio Filzi.

Le collaborazioni musicali presenti nell’album conducono ad un ambiente familiare, legato alla formazione artistica del duo salentino. Sono infatti tre i singoli realizzati con i componenti dei Sud Sound System, con i quali Rankin Lele e Papa Leu sono cresciuti e collaborano da sempre: Don Rico, Terron Fabio, Nandu Popu.

Ma per tutto l’album le voci di Rankin Lele e Papa Leu creano un mix coinvolgente che accompagna fra le note reggae del Salento, con melodie incalzanti che appassionano sin dal primo ascolto, in particolare nel primo brano che dà il titolo all’album.

E’ un nuovo manifesto del genere, un brano immediato e dinamico, in cui gli autori ripercorrono il loro vissuto nella storia del reggae “made in Salento”, attraverso sonorità che rimandano ai classici del genere anni Ottanta, e testi carichi messaggi sociali.

Sempre giovedì 11 uscirà anche il videoclip che sarà disponibile su Youtube: 

https://www.youtube.com/watch?v=C1c9xR39hzk

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(g.p.) ______

Qui di seguito pensieri e parole che “Ae tantu tiempu” ha suscitato in me, in una rapida sintesi di due considerazioni personali.

La prima, polemica. Dico, sono anni e anni che alla Notte della Taranta, ormai ampiamente degenerata e svilita, sperimentano e contaminano la tradizione popolare salentina, e l’hanno contaminata a tal punto che ne è rimasto poco e punto, allo stesso modo in cui la manifestazione gestita culturalmente ed artisticamente in maniera pessima è diventata una specie di Festival di Sanremo d’agosto a Melpignano.

Hanno contaminato con tutto, tranne che con l’unica contaminazione che avrebbe avuto un senso, quella con il reggae. Un senso che esiste per ragioni artistiche, sociali, culturali e pure storiche, since 1996

A basciu lu Salentu nui bruciamu cu llu reggae
Ca lu tenimu a ncapu e lu tenimu intra lu core
A basciu lu Salentu nui bruciamu cu llu reggae
Ca lu tenimu a ‘ncapu e lu tenimu a n’piettu

A dhhru stae la moda ca ne li futtimu
Lu raggaranciatu ne dduma la capu
De notte e de giurnu me la cantu a ‘ncapu
Ca lu ritmu intra lu core ma trasutu
E lu stile de la capu ma bbessutu
Ma la tradizione nu m’aggiu scerratu

E cu llu dialettu l’aggiu coloratu
Ca de la cultura tegnu rispettu
Te la ripetu ca me brucia a n’piettu
De notte e de giurnu me la cantu a ncapu
A ncapua me lu cantu a ncapu
A ncapua me lu cantu a ncapu

Sud Sound System arrivano a farsi conoscere al ‘grande’ pubblico nazionale, come ricordavo l’ altro giorno, agli inizi degli anni Novanta, grazie al programma radiofonico allora in auge, Rai Stereonotte.

La musica rap esisteva da un ventennio, dalle periferie di New York si era diffusa alle periferie dell’ impero americano su scala planetaria, perdendo progressivamente, strada facendo, la carica protestataria e innovativa che aveva alle origini.

I Sud Sound System recuperano entrambe, grazie all’ innesto sui ritmi giamaicani, di cui Bob Marley, era stato il divulgatore sommo, oltre che profeta, e grazie all’ innesto sul dialetto salentino.

Un rap che da black music, diventa giamaicano, e cantato in salentino.

Una miscela esplosiva, una contaminazione/innovazione che diventa il loro ‘spirito’, il loro marchio, la loro ragione stessa di esistere. In più, e qui c’è il botto, l’ esplosione del cortocircuito, innestano su tutto quanto questo la protesta politica, con le tematiche della difesa del territorio, del recupero delle tradizioni, della valorizzazione della cultura popolare.

La seconda, considerazione, compiaciuta. Riguarda l’uso musicale del dialetto.

Ancora ai primi anni Novanta, il Salento era pressoché sconosciuto, comunque misconosciuto e insondato.

Per la prima volta, proprio grazie alle canzoni dei Sud Sound System, al loro uso del dialetto, moltissimi in Italia e in Europa cominciarono a conoscere il Salento, se non altro a collocarlo geograficamente in maniera corretta.

Trent’anni dopo ritorna con questo album “Ae tantu tiempu” la spontaneità, la musicalità – e qui intendo la cadenza, non certo le note delle canzoni – il fascino dell’ uso del dialetto che avevamo conoscouto in passato con i Sud Sound System

Rimane insomma un/il loro miracolo principale, l’ uso e la valorizzazione del dialetto, che lo provocò, per essere precisi che iniziò a provocarlo, che diede il via a tutto un fenomeno economico e sociale.

Perché verranno poi, solo poi, internet, la Ryan Air, La Pizzica, la Taranta, il Barocco, Otranto, Gallipoli, Santa Maria di Leuca e quant’ altro, che hanno da alcuni anni stabilmente collocato il Salento addirittura nei pressi dell’ ombelico del mondo.

L’auspicio è che adesso anche “Ae tantu tiempu” di Rankin Lele & Papa Leu segni l’inizio di un nuovo Rinascimento.

Category: Costume e società, Cultura

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