A SENISE C’HANNO AVUTO UN’IDEA. VINCENTE. A LECCE NON NE SONO CAPACI
REGIONE BASILICATA BATTE REGIONE PUGLIA E NON C’E’ PARTITA
di Giuseppe Puppo ______ Le idee camminano con le gambe degli Uomini. Una bella frase, in generale.
Poi, se applicata in ambito culturale e dunque turistico, può valere un tesoro.
A Senise, suggestivo paese in quella provincia di Potenza limitrofa a dove si è fermato Cristo, sul fondovalle del fiume Sinni, finora noto per la diga discussa di Monte Cotugno e, soprattutto, per la vera e propria leccornia che sono i ‘zafarani cruschi’ che chi non non conosce non sa cosa si perde, c’hanno avuto un’idea.
Nata da una suggestione vincente, mutuata da un bell’esempio di cinema contemporaneo, e concretizzata operativamente in questi anni, fino all’annuncio di questi giorni. Ora è realtà, pronta a partire, ad attrarre turismo culturale, quindi ricchezza materiale e Bellezza spirituale, mica quello dei ‘fore te capu’ di Gallipoli o delle multinazionali della moda, modelli autoreferenziali tanto cari al nostro Salento, ai suoi scalcagnati testimonial e ai politici di un vero e proprio sistema, capace di pretendere, se non estorcere, solamente soldi pubblici per i suoi apparati di partito, basati su stranezze improduttive, o veri e propri falsi storici, come la via Francigena sviluppata fino a Santa Maria di Leuca, o stravolgimenti artistici da pensiero unico dominante, come La Notte della Taranta ridotta a Festival di Sanremo d’agosto a Melpignano.
Buoni solo a questo.
Invece sono cose che ci vuole passione, ci va sincerità, se no è tutto inutile. Applicazione protratta nel tempo, quale occasione di riscatto, una rivincita meritoria quanto prepotente su ataviche emarginazioni.
La storia di Matera capitale europea della cultura 2019 che prevalse meritatamente su Lecce lo dimostra ampiamente e ci sarebbe tanto da imparare, se fosse analizzata con onestà intellettuale, senza campanilismi. Insieme a tutto il resto. Ecco, a proposito, come il cinema, ad esempio.
A Lecce si fa un festival autoproclamatosi ‘europeo’ che, a fronte di spese milionarie di soldi pubblici, nella vera e propria valanga finanziaria gestita malissimo se non sperperata dalla Apulia Film Commission, è conosciuto solamente da chi lo organizza a suo uso e consumo. Voglio dire, per dire, il Festival di Locarno è all’avanguardia artistica e tutti lo apprezzano, insieme alla località dove si svolge. Il festival del cinema di Lecce giova solamente alla famiglia Verdone e agli interessi clientelari della politica regionale.
Per dire ancora e per concludere con i paragoni impietosi per il Salento, nel cinema contemporaneo esso, il Salento, è stato ‘celebrato’ da un regista austriaco cosmopolita, Edoardo Winspeare, che vi ha trasferito le proprie elucubrazioni surreali, e da un regista turco, Ferzan Ozpetek, che vi ha trasferito le proprie ossessioni sessuali.
Nel 2010, invece, la Basilicata venne celebrata da un film fresco, originale, spontaneo, suggestivo appassionato, quale ‘Basilicata coast to coast’ di Rocco Papaleo, di Lauria, provincia di Potenza.
Un film povero, ma bello, per cui la Regione Basilicata spese appena 350.000 euro a volerlo produrre ‘chiavi in mano’, niente, se paragonato a quanto spende annualmente la Regione Puglia senza costrutto, niente, specie in quanto rivelatosi di successo e soprattutto capace di attrarre e far sedimentare molteplici elaborazioni in quello che abbiamo imparato a chiamare l’immaginario collettivo.
Ed eccoci all’idea di Senise di oggi, mutuata appunto da quel film.
Un percorso turistico, potenzialmnte in grado di attrarre turisti da tutto ilmono e tutto l’anno e generare interesse culturale e Bellezza spirituale. Da fare a piedi, o in biciletta, o a cavallo, o a dorso di mulo, con armi e bagagli al seguito.
Da Maratea, sul Tirreno, a Nova Siri, sullo Jonio, coast to coast appunto. Passando da Trecchina, Lauria, Latronico, Episcopia, Fardella, Chiaromonte, Senise, Noepoli, San Giorgio Lucano, Valsinni, Rotondella.
In un vero eproprio viaggio nella Bellezza, della durata di una settimana, dieci giorni, a volerlo farlo bene, in un corto circuito di suggestioni, di emozioni esaltanti.
La Bellezza della natura ancora selvaggia, preservata nonostante l’Eni e l’Italsider, ancora amorosa Madre. La civiltà contadina meridionale studiata e fissata da Edward Banfield. L’umanità palpabile degli abitanti di quei luoghi ancora non omologati. I fasti epici della Magna Grecia. Le poesie struggenti di Isabella Morra. E… E è per questo che a Senise, in Basilicata, comunque vada, di nuovo hanno già vinto ancora. Là conservano e valorizzano, senza stravolgere, con abnegazione, con passione infinita, e son capaci ancora di pensare, fuori dagli schemi.
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