CASO EMANUELA ORLANDI / TRATTATIVA STATO-VATICANO. SILENZI E COPERTURE

| 12 Aprile 2023 | 0 Comments

E IL SOSPETTO DI UN INCONFESSABILE SEGRETO. PIETRO ORLANDI HA FATTO I NOMI DELLE PERSONE ‘informate sui fatti’ ALL’AMMINISTRAZIONE DELLA GIUSTIZIA DELLA CITTA’ DEL VATICANO. ECCO QUALIi

di Flora Fina ______

Il decano del collegio cardinalizio Giovanni Battista Re. L’ex comandante della Gendarmeria del Vaticano Domenico Giani. Il suo vice dell’epoca Domenico Alessandrini. L’ex procuratore capo della Repubblica di Roma Giancarlo Capaldo. Il cardinale Leonardo Sandri.

Sono questi i nomi fatti dal fratello Pietro Orlandi al capo dell’amministrazione della giustizia della Città del Vaticano Alessandro Diddi che ieri lo ha ascoltato nell’ambito dell’inchiesta aperta dopo quaranta anni dai fatti sul caso di Emanuela Orlandi, nel corso di na lunga udienza durata otto ore e conclusasi poco prima di mezzanotte.

Stanco, visibilmente provato, ma ugualmente visibilmente soddisfatto, accompagnato dal legale di famiglia Laura Sgrò è stato lo stesso Pietro Orlandi a ripeterli ai giornalisti che lo stavano aspettando:

“Dal cardinal Re che all’epoca stava sempre a casa nostra e aveva relazioni strette con l’avvocato Egidio, il nostro legale di allora..Sapeva tutto quello che accadeva e qualche anno fa l’ho incontrato e mi ha detto che della storia Emanuela ha letto qualcosa. Dirmi così dopo tanti anni… è una delle persone a cui venivano mandati i cinque fogli sul trasferimento di Londra.

Un’altra persona da ascoltare è l’ex comandante della gendarmeria Giani, che ha fatto delle cose particolari sulla trattativa di Capaldo. Lui e Alessandrini.

Poi c’è Pignatone e tutta quella questione delle intercettazioni della moglie di De Pedis: lo chiamavano il ‘procuratore nostro’ e dicevano ‘ci penserà lui a far tacere Orlandi, ha cacciato Capaldo e poi è stato promosso presidente del Tribunale Vaticano.

Un’altra persona è il cardinal Sandri e lui dovrebbe essere a conoscenza che la prima telefonata è arrivata il 22 giugno 1983, ovvero il giorno della scomparsa di Emanuela“.

Di più.

“Abbiamo parlato di tante cose, della famosa ‘trattativa Capaldo’, del trasferimento di Emanuela a Londra, di pedofilia, degli screenshot dei messaggi di cui siamo entrati in possesso” – ha aggiunto Pietro Orlandi davanti ai cronisti.

Ed ha esplicitamente parlato dell’audio audio choc saltato fuori e consegnato all’Autorità Giudiziaria vaticana riguardante presunti episodi di pedofilia in Vaticano ai massimi livelli ecclesiastici negli anni Ottanta..

Ed ha così concluso: “Io ho raccontato tutto le cose che avrei voluto portare, ho potuto verbalizzare nomi e cognomi di tutte le indagini fatte privatamente. Finalmente, dopo quaranta anni, ho potuto sfogarmi e ho trovato ampia disponibilità a fare chiarezza, a mettere un punto, qualunque sia la responsabilità. Mi hanno ascoltato e hanno accettato tutto quello che avevo da dire, sottolineando che auspicano la massima collaborazione con la Procura di Roma e le altre istituzioni italiane”.

Come è noto, decisa da pochi giorni all’unanimità e in via di approvazione definitiva, ci sarà anche una Commissione Parlamentare che indagherà sul caso.

Dal canto suo, in precedenza, il promotore di giustizia vaticano Alessandro Diddi aveva così commentato quanto sta avvendendo: “Ci sono indagini da svolgere e aspetti da approfondire, anche dando seguito alle istanze più volte formulate dalla famiglia Orlandi. Tuttavia, il profilo che più merita di essere sottolineato è che, sia il Santo Padre che il Cardinale Pietro Parolin, mi hanno concesso massima libertà d’azione per indagare ad ampio raggio senza condizionamenti di sorta e con il fermo invito a non tacere nulla“. ______

LA RICERCA nel nostro ultimo articolo del 27 marzo scorso

CASO EMANUELA ORLANDI / ARRIVA L’OK PER L’STITUZIONE DI UNA COMMISSIONE PARLAMENTARE D’INCHIESTA

Category: Cronaca

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