LA POLEMICA / IL CONSIGLIERE REGIONALE PAOLO PAGLIARO E’ ANDATO A SENTIRE I PROGETTI DELLE MULTINAZIONALI NEI NOSTRI MARI, PRESENTATI QUALI SEDICENTI “opportunità dell’eolico galleggiante”, E SI E’ ALQUANTO ALTERATO. QUI SPIEGA PERCHE’
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Il consigliere regionale Paolo Pagliaro, della lista La Puglia Domani, ci manda il seguente comunicato ______
«Fumo negli occhi, alimentato da una colossale campagna mediatica che fa leva su espressioni come green o eco friendly. L’obiettivo è far passare il concetto che le rinnovabili sono l’alternativa pulita al carbone, nascondendo sotto il tappeto gli impatti ambientali irrimediabili prodotti dagli impianti eolici e fotovoltaici.
La stessa parola “parco”, scelta per indicare le pale eoliche galleggianti da piazzare in mare, a pochi chilometri dalle coste, è un espediente comunicativo per indorare la pillola, perché suona certamente meglio di “mega impianto”.
Ieri a Confindustria Brindisi sono state presentate “le opportunità dell’eolico galleggiante”: due giganti delle rinnovabili sono venuti a lanciare l’amo del coinvolgimento della filiera locale dell’industria e dei servizi, prospettando occupazione e sviluppo mirabolanti.
Una strategia della persuasione che punta sul ricatto degli sconti in bolletta come compensazione (anche se l’esempio del Tap dimostra il contrario: non un solo centesimo nelle tasche dei salentini che hanno subìto il passaggio del gasdotto sul proprio territorio) e su prospettive di crescita enfatizzate, omettendo di specificare il prezzo da pagare in termini di consumo di suolo e di mare, e di sfregio al paesaggio.
Questo film va raccontato nella sua interezza, nella sua verità: è un assalto indiscriminato al nostro mare, con progetti colossali che non tengono conto né della geografia né della storia dei territori, pretendendo di piazzare centinaia di mega pale lungo la fascia costiera.
È il caso del progetto di Kailia Energia che va da Brindisi sino a Torre Chianca, con distanze dalla costa fra 5,5 e 10,5 miglia.
Ed è il caso del progetto di Odra Energia nel Canale d’Otranto, progettato a sole 6 miglia da una delle coste più belle al mondo, rovinando irreversibilmente un panorama da sogno con 90 pale che sfiorano i 300 metri di altezza.
Oltre all’impatto visivo bisogna mettere in conto i danni ambientali: i fondali distrutti dagli ancoraggi delle turbine, la minaccia all’ecosistema marino, la sottrazione di vaste aree di pesca (altro che la barzelletta del ripopolamento ittico all’ombra delle pale!). E poi ci sono da considerare i rischi per la sicurezza della navigazione, soprattutto nei periodi invernali e in condizioni meteo marine sfavorevoli, visto l’ingombro di ben 90 pale tra cui fare lo slalom. Senza dire, poi, della mancanza di studi e dati approfonditi sugli effetti dei campi elettromagnetici e dell’inquinamento acustico prodotti dagli aerogeneratori.
A tutto questo, si aggiungono le cicatrici scavate nei punti di approdo a terra e di allaccio alla rete elettrica: nel caso del progetto Odra in località La Fraula a Santa Cesarea Terme, un altro paradiso del Salento che rischia di essere sfregiato.
Ecco perché contro questo progetto combattiamo da un anno e mezzo, non da soli ma con una schiera di cittadini, rappresentanti delle istituzioni locali e ambientalisti al nostro fianco. Ci sono 72 Consigli comunali salentini che hanno deliberato il loro no a questo progetto e che non possono essere ignorati.
Abbiamo dimostrato l’assurdità di una localizzazione scriteriata, abbiamo ribadito un concetto chiaro e semplice: non siamo contro l’eolico offshore a prescindere, ma chiediamo un perimetro ben delineato per l’installazione delle mega turbine, nelle aree portuali già vocate allo sviluppo industriale e non dove possono distruggere il patrimonio di bellezza che è pane per il nostro turismo e la nostra economia. Per questo ho presentato anche una mozione che impegna la Giunta Emiliano ad esercitare il diritto di riserva per preservare le aree di pregio, nell’ambito del Piano di gestione dello spazio marittimo.
Per contrastare l’avanzata delle multinazionali dell’eolico e del plotone mediatico che le supporta, siamo pronti a tornare sulle barricate con una nuova grande manifestazione, come successe a novembre 2021 a Porto Miggiano, in difesa della nostra terra e del nostro mare».
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