COME ERAVAMO / … E PER FINIRE…
di Raffaele Polo ______
Bisogna concludere, alla fine.
Perché sennò finisce veramente che continuiamo a ricordare particolari e minuzie che non servono a nulla; come tutti i ricordi, del resto: non servono a nulla. O no?
Alcuni velocissimi flash voglio però condividerli: a rischio di annoiare, voglio ricordare quei fogli rettangolari fissati con un lungo chiodo alla parete del bagno. Che bagno proprio non era, c’era a stenti la vasca (niente doccia) ma la ‘carta igienica’ non era ancora diventata quel bene di largo consumo che è oggi, che la pubblicizzano in tutti i modi e in tutte le fragranze. No, in quei lontani tempi, c’erano i giornali vecchi, la ‘Gazzetta’ oppure la carta del mercato, ma questa non era buona, si bagnava subito…
Volevo poi lanciare un affettuoso saluto ai superstiti ‘Oronzini’ che ancora nobilitano il santo di Lecce. Oggi, nessuno chiama più Oronzo il proprio figlio, ed è un peccaro, un vero peccato…
E, ancora, un accenno alle feste di Natale e Pasqua, che sono le più sentite dai miei concittadini.
Natale soprattutto, che vuol dire le pittule, i porceddhuzzi, ma anche e soprattutto il presepe coi pupi, i tronetti e le poesie che non sono più quelle di una volta, ma anche i bambini non sono più gli stessi. O no?
E Pasqua con la sua aria primaverile, la visita ai ‘sepolcri’ e il digiuno, la messa notturna con lo scampanio e poi il lunedì lu ‘riu’ con i piatti tipici di tutti i lunedì di pasqua: le uova lesse, la pasta avanzata dal giorno prima e riciclata con mille sapori, la sorpresa nell’uovo, c’era tutto questo nella nostra infanzia, nell’adolescenza e via dicendo, Adesso c’è rimasto ancora qualcosa, ma poco, in verità, molto poco. Forse solo l’Agnello delle Benedettine con la faldacchera…
E infine, due parole anche sul Lecce, la squadra giallorossa che ricordiamo eterna seconda, sempre sfortunata, sempre in serie C, con campionati all’insegna della mediocrità e nessun riscontro, fuori dalle mura amiche. Adesso è tutta un’altra storia, abbiamo raggiunto i massimi vertici calcistici, la serie A, gli stranieri, gli incontri con Inter, Milan e Juventus praticamente alla pari. E noi che ricordiamo ancora la formazione che leggevamo sulla carta verde del ‘Pungolo Sportivo’: Genero, Tardivo, Garagna, Lucci, Zini, Marovelli…
Eh si, con un sorrisino ironico e crollando il capo, possiamo proprio sospirare, dicendo a bassa voce: Come eravamo…!
Category: Costume e società, Cultura
… ma è una fine che avrà presto un nuovo inizio, in altra forma un’altra vita…
Con il trascorrere degli anni, certi ricordi tornano sempre più vividi e forti per rammentarci che il nostro vissuto è uno scrigno prezioso, custode di situazioni e accadimenti che non si potranno mai cancellare perché sono la nostra essenza. Caro Raffaele, mi hai dato l’imput di ripercorrere, a modo mio, quegli stessi ricordi di come siamo cresciuti in un tempo così diverso da quello di oggi, ma ricco di tante emozioni uniche che ci hanno accompagnato sin da bambini e che, se ci penso, mi sembra di riprovare ancora…Tracce indelebili di persone, luoghi, che fanno parte di un’epoca, fanno parte di noi, il risultato di ciò che siamo e di ciò che eravamo…