CBD: QUAL E’ LA SITUAZIONE LEGALE DEL CANNABIDIOLO IN ITALIA? 

| 24 Febbraio 2023 | 1 Comment

Novembre 2021: la Corte di Giustizia Europea (CGE) stabilisce che il cannabidiolo – noto anche come CBD – non è una sostanza stupefacente.

Si intende che questa posizione abbia avuto delle ripercussioni su tutte le altre nazioni dell’Unione Europea, Italia inclusa.

Ed è anche per questa ragione che sempre più persone decidono di acquistare l’erba legale migliore online su Justbob, insime ad altri prodotti ad alto contenuto di CBD.

Nel seguente articolo cercheremo quindi di sviscerare la questione e comprendere lo status legale del CBD in Italia.

Cosa dice la legge italiana sul CBD? Ecco la risposta

Partiamo dalle basi: il CBD non è una sostanza psicotropa

Prima di esaminare l’aspetto normativo e la posizione del governo italiano in merito al CBD, è essenziale fare un passo indietro e parlare del CBD in quanto tale.

L’errore che viene spesso commesso riguarda la sua comune confusione con un altro cannabinoide assai noto: il tetraidrocannabinolo o THC. Quest’ultimo è infatti lo psicotropo per eccellenza della pianta.

Ed è esattamente qui che giace la sostanziale differenza tra i due: il CBD è una sostanza sicura incapace di provocare effetti di dipendenza in chi lo assume; in altre parole, non provoca la tipica sensazione conosciuta come ‘sballo’.

Anzi, ci sono numerosi studi a sostegno del fatto che il cannabidiolo sia un potenziale alleato per il trattamento di patologie come epiliessia, ma anche per ridurre il dolore cronico e migliorare la qualità del sonno dei pazienti.

Corte di Giustizia Europea: il CBD è una sostanza sicura per la salute

Bene, abbiamo appurato che il CBD si differenzia dal THC perché non psicotropo.

Ma non è sufficiente per parlare di legalità del cannabidiolo. Infatti, negli ultimi anni ci sono stati tanti cambiamenti a riguardo, e i vari governi e le istituzioni hanno assunto posizioni contrastanti in merito agli effetti del CBD.

Fortunatamente per i sostenitori della cannabis, però, qualche anno fa la Corte di Giustizia Europea ha dichiarato che nessun Stato membro può vietre la circolazione dei prodotti a base di CBD, in quanto quest’ultimo non è classificato tra le sostanze proibite dalla legge.

Com’è possibile?

Questo succede quando due rivenditori francesi furono accusati di aver venduto dei liquidi elettronici per svapo che contenevano cannabidiolo. Stiamo parlando del caso KanaVape, un prodotto da svapo francese a base di CBD ricavato da piante di canapa intere.

Inizialmente, i due imprenditori erano stati multati e condannati a pena sospesa, ma la situazione cambiò quando il caso passò nelle mani della Corte di giustizia dell’Unione europea (CGUE), la quale ha esaminato se il CBD estratto da infiorescenze potesse provocare dipendenza.

La decisione finale?

La CGUE ha dichiarato che i trattati delle Nazioni Unite sul controllo delle droghe degli anni ’60 e ’70 non si riferiscono in alcun modo al CBD, ragion per cui non si può affermare che il CBD sia nocivo per la salute umana fino a prova contraria.

Non è un caso, infatti, che nel dicembre del 2022 il Consiglio di Stato francese abbia dato il via libera alla vendita e al commercio di infiorescenze di CBD, purché avessero un quantitativo di THC inferiore allo 0,3%.

Bene, a questo punto arriviamo al succo della questione: qual è la posizione del governo italiano in merito al CBD?

CBD in Italia: queste le normative alle quali bisogna fare riferimento

Il problema che molti lamentano in Italia è che non esiste una vera regolamentazione sul cannabidiolo.

Tuttavia, una cosa è certa: oggi il CBD non è considerato una sostanza stupefacente. A riprova di ciò, nel 2020 il Ministero della Salute aveva tentato di chiedere una modifica al Testo Unico degli Stupefacenti, e di includerlo nella Tabella dei Medicinali che potevano essere richiesti esclusivamente con ricetta medica non ripetibile.

Ad ogni modo, lo stesso Ministero fece un passo indietro nemmeno un mese dopo.

Quindi, oggi il CBD è riconosciuto come sostanza sicura, addirittura capace di trattare alcune patologie e attenuare il dolore cronico nei pazienti.

Ad ogni modo, ci sono alcune restrizioni per quanto riguarda i prodotti alimentari. Infatti, il CBD è considerato un nuovo alimento, il che significa che è necessaria un’autorizzazione specifica da parte della Commissione Europea, ai sensi del Regolamento UE 2015/2283.

Per quanto concerne i prodotti cosmetici, invece, il CBD può essere impiegato senza particolari limitazioni al livello normativo, purché siano conformi ai requisiti del Regolamento (CE) n. 1223/2009 sui prodotti cosmetici.

Infine, per quanto riguarda l’olio di CBD, è possibile acquistarlo in Italia presso i rivenditori autorizzati, sia nei negozi fisici che online, ed essere utilizzato per numerosi scopi (massaggi, alimento, insonnia, ecc.).

Conclusioni

In questo articolo abbiamo cercato di sviscerare la questione del CBD in Italia. Per farlo, però, abbiamo fatto un passo indietro e analizzato il quadro al livello europeo.

Come abbiamo visto, il CBD è stato spesso additato come sostanza pericolosa e in grado di causare dipendenza fisica e psicologica, ma pian piano è stato dimostrato il contrario.

Oggi l’Europa sembra aprire le porte verso un atteggiamento più libero e condiscendente, com’è il caso della Francia e delle infiorescenze al CBD.

Sarà lo stesso per l’Italia?

Category: Costume e società

About the Author ()

Comments (1)

Trackback URL | Comments RSS Feed

  1. francesco liaci ha detto:

    Speriamo proprio di no. Quando su una sostanza vi sono dei dubbi il buon senso suggerisce di non metterla in commercio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.