SANREMO E’ INIZIATO BEN…IGNI ED E’ FINITO A PUTTANE
Valerio Melcore_______Spero che il direttore di Leccecronaca non mi censuri e che coloro che avranno la bontà di leggermi non se la prenderanno per il titolo che ho scelto per commentare le prime due serate di Sanremo.
Del resto, scrivere “puttane” su un articolo che nel migliore dei casi sarà letto da qualche migliaio di lettori, è certo poca cosa rispetto alle decine di volte che questo vocabolo è stato ripetuto da Angelo Duro durante il suo monologo, davanti ad una platea che conta milioni di telespettatori.
Ma andiamo per ordine.
La prima serata di Sanremo 2023 si è conclusa con la vittoria di Marco Mengoni, nella classifica parziale decretata dal voto dei giornalisti accreditati.
Su come invece sia iniziata sarebbe meglio stendere un velo pietoso, sorvolare, ma non si può per una serie di ragioni, compreso il coinvolgimento del Presidente della Repubblica Italiana.
Il Festival di Sanremo, ricordiamolo, viene visto in mondo visione e il Presidente Mattarella certamente sarà andato per dare, con la sua presenza, autorevolezza a questa manifestazione seguita anche fuori dall’Italia da un pubblico vastissimo. Di certo non si aspettava che qualcuno lo utilizzasse come spalla, come ha fatto Benigni, ma si sa che agli uomini della sinistra viene perdonato tutto e persino i comportamenti irrispettosi nei confronti del Capo dello Stato, vengono fatti passare come un simpatico siparietto.
Benigni non ha mai fatto mistero della sua militanza politica, ce lo ricordiamo quando era al servizio del Partito Comunista e dal mondo della sinistra tanti benefici ha ottenuto, per cui il pistolotto sull’antifascismo a Sanremo era scontato, solo che mentre Letta da segretario del PD con la sua campagna elettorale sull’antifascismo, ha perso le elezioni e la poltrona da Segretario, Benigni sull’antifascismo ci ha costruito una carriera facendo una montagna di soldi.
Dall’antifascismo alla Costituzione il passo è breve, per cui abbiamo assistito alla santificazione della Carta Costituzionale, quella che ci hanno raccontato essere la più bella del mondo, e forse è giusto che sia così, dato che ogni popolo ritiene che la propria sia la più bella.
Non bisogna però dimenticare che la Costituzione è un documento scritto da uomini, alcuni dei quali molto discutibili, che è legata ad un certo periodo storico e che coloro che l’hanno redatta uscivano da una guerra persa, che diffidavano del popolo italiano, tanto che tutto il potere viene dato ai partiti e non al popolo e non è un caso che i governi italiani durano mediamente poco più di un anno.
Oggi c’è un governo che quella Costituzione la vorrebbe aggiornare, che vorrebbe che fosse il Popolo a decidere chi debba governarlo e non le lobby, i poteri forti, l’alta finanza o chi detiene il monopolio dell’informazione.
Ecco che allora la casta scende in campo per difendere i suoi privilegi, a cominciare proprio dal modo dello spettacolo, dove la sinistra da decenni la fa da padrona decidendo il destino degli artisti.
Comunque una cosa deve essere chiara, la Carta Costituzionale non sono le tavole della legge che Dio diede a Mosè.
Nessuno ha chiesto conto di chi ha voluto che ad aprire Sanremo fosse il compagno Benigni e se l’atteggiamento irrispettoso nei confronti del nostro Presidente, che ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, sia stato concordato oppure no con la dirigenza RAI.
Noi cittadini che paghiamo il canone, grazie al quale i personaggi della sinistra come Morandi, Benigni, Ferragni e compagnia cantante vengono lautamente retribuiti, credo che avremmo il diritto di sapere chi sono i responsabili, chi sono coloro che permettono che una manifestazione canora si trasformi in una kermesse politica ad uso e consumo del PD in piena campagna elettorale.
Ora, a meno che l’accaduto non lo si voglia sbrigativamente derubricare come l’iniziativa di un guitto invitato a dare colore alla manifestazione, che ha improvvisato lì per lì e di cui gli autori nulla sapevano, bisogna capire chi sia il regista di questa operazione e risponda del proprio operato.
Invece per quanto riguarda gli eventi storici che la sinistra da decenni deforma, ignora per interesse di bottega e al quale il comunista Benigni si ispira, bisognerebbe ricordare che la metà degli uomini che hanno scritto la Costituzione, appartenevano al Partito Comunista che era al servizio della feroce dittatura stalinista.
Per quanto riguarda invece il Fascismo il discorso sarebbe lungo, ma comunque chi volesse farne un resoconto per quanto sintetico non dovrebbe esimersi dal ricordare che il Fascismo nasce come reazione al Biennio rosso, alle violenze commesse in tutt’Italia dai socialisti. Basti pensare alla strage di palazzo d’Accursio avvenuta il 21 novembre 1920 a Bologna quando dal palazzo comunale i socialisti buttarono le bombe sulla folla e quel giorno e in quella stessa sede avvenne l’assassinio del Consigliere comunale liberale Giulio Giordani per mano dei socialisti massimalisti.
Fatta questa noiosa, per quanto doverosa precisazione storico politica, passiamo agli altri ospiti della manifestazione canora.
Un personaggio che ha debuttato a Sanremo è stata Chiara Ferragni, che negli ultimi anni è stata rincorsa da Amadeus.
Quest’anno lei dice di aver superato le paure ed è volata sul palco di sanremese. Ha giocato con il look di abiti eleganti, provocatorio quello col disegno del ” nudo”, nel monologo che ha tenuto i messaggi lanciati sono stati i soliti, nulla di nuovo: la donna, le sue debolezze, le paure, la discriminazione, la carriera, insomma i temi sono stati tanti e sono risultati poco incisivi.
Molte esibizioni sono risultate interessanti, ma quello che più è rimasto impresso è sicuramente Blanco che ha perso le staffe e ha preso a calci le fioriere e Morandi che cerca di porre rimedio armandosi di scopa e paletta per pulire il palco. Sull’episodio i pareri sono discordi, ci sono alcuni benpensanti che parlano di una brutta storia irrispettosa del pubblico e chi invece sostiene che sia stato un bel gesto di protesta.
Peccato che i primi che condannano l’accaduto siano però gli stessi che giustificano atti vandalici e violenze anarcoidi, mentre chi prende le difese di Blanco siano personaggi come Sgarbi.
La seconda serata l’ho seguita poco, vedevo altri programmi quando durante lo stacco pubblicitario, facendo zapping, sono finito sul Festival ed ho assistito al monologo di Angelo Duro, il quale dopo essersi mostrato in mutande, ci ha reso edotti circa l’importante funzione sociale delle signore che offrono servizi sessuali a pagamento e che sono indispensabili per la salvaguardia della coppia, quindi del matrimonio, dei figli perciò dell’intera società.
Per cui mentre il mondo attuale va a puttan…pardon, va a rotoli, perché i tradimenti si consumano con le amiche della moglie, con le vicine di casa o con le proprie dipendenti, i nostri nonni nella loro saggezza, i cinque secondi di piacere orgasmico se lo procuravano spendendo molto meno, i loro matrimoni duravano e non erano costretti a pagare il mantenimento alla moglie.
Ma a quanto pare questo vocabolo boccaccesco è entrato a far parte di Sanremo 2023 anche per un altro motivo, il titolo della canzone di Madame è “Puttana”, cambiato all’ultimo minuto in “ Il bene e il male”.
Interpellata la cantante ha detto: “ Non c’è stato alcun tipo di pressione da parte della RAI, il brano avrebbe dovuto chiamarsi Puttana…mi immedesimo in una prostituta che si innamora di un uomo… ”.
Il testo della canzone non è stato cambiato e contiene la parola “puttana” che suona come una dolce offesa”.
In Italia ci sono intellettuali che si prostituiscono al potere politico, artisti che si prostituiscono per il successo e chi vende il proprio corpo per denaro.
Se Sanremo è lo specchio della nostra società, siamo proprio finiti a puttane.
Category: Costume e società
Sempre efficace. Sono d’accordo e vorrei aggiungere altro alle tue parole.Sarebbe solo polemica? Per anni la destra ha subito il dominio della, cosiddetta ,” intellighenzia di sinistra” che chiudeva la bocca agli avversari IGNORANDOLI. Ai posti importanti : cultura, spettacolo, televisione, scuola, eccetera SEMPRE SOLO LORO. Artisti ed intellettuali ostracizzati. Forse è ora di dire BASTA!