LE RICHIESTE DELLE ASSOCIAZIONI PER SALVARE GLI ALBERI DALLA “riqualificazione” DI PIAZZALE PISA
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Silvia Pedone per conto del Coordinamento per gli Alberi e il Verde Urbano di Lecce ci manda il seguente comunicato ______
Lo scorso 25 Gennaio, a seguito della comunicazione da parte dell’Amministrazione Comunale alla Consulta per l’Ambiente, apprendiamo della convocazione per il giorno 27 Gennaio di un’assemblea cittadina per la presentazione del “Progetto di riqualificazione di Piazzale Pisa e via Alessandria”; nonostante il breve preavviso, ci attiviamo per garantire la nostra partecipazione, consapevoli dell’importanza e impatto dell’intervento deciso.
La nostra partecipazione è motivata da un impegno che da anni dedichiamo alla tutela delle alberature esistenti in città; di quelle in buono stato di salute, s’intende, in quanto consci che la priorità da garantire è la sicurezza dei cittadini e sappiamo che “alberi e sicurezza” è un binomio spesso ritenuto difficilmente conciliabile.
Tuttavia, in una città come Lecce, al 93° posto in Italia per mq di verde urbano per abitante (rapporto Legambiente 2021, fonte Il Sole 24 ore), “isola di calore” con livelli di PM10 e PM2,5 oltre i limiti indicati dall’O.M.S., la salvaguardia di ogni singolo albero in età adulta è essenziale, anche in considerazione dell’enorme massa fotosintetizzante persa negli ultimi anni nell’area salentina, soprattutto a causa del Disseccamento Rapido dell’Olivo (vd Xylella).
Come relazionato dai tecnici (dirigente del settore Lavori Pubblici e agronomo incaricato della perizia specialistica) l’intervento sembrerebbe prevedere la sostituzione integrale delle alberature di pino esistenti con esemplari di Cercis siliquastrum di due tonalità di colore in Piazzale Pisa e di esemplari di Jacaranda su viale Alessandria.
A motivare l’espianto è il necessario rifacimento di strade e marciapiedi che, nel tempo, sono stati pesantemente danneggiati dagli apparati radicali dei pini presenti, dacché, secondo gli stessi tecnici, l’intervento sul manto stradale, e quindi sulle radici, comprometterebbe la stabilità delle alberature.
Il dibattito appassionato, seguito alle parole di dirigente e agronomo incaricato, che ha visto la partecipazione di esperti di arboricoltura urbana, ha evidenziato tuttavia che la messa in sicurezza di strade e marciapiedi si può realizzare evitando l’abbattimento delle alberature sane (tecnicamente dette “senza difetto”), poiché l’intervento sull’asfalto coinvolge soltanto radici “esplorative”, la cui interruzione o eliminazione non compromette la stabilità degli alberi.
Gli esemplari di Piazzale Pisa e via Alessandria rappresentano indiscutibilmente uno degli ultimi polmoni verdi del quartiere e della città, urbanisticamente progettato, con lungimiranza, al servizio di un comprensorio di cemento densamente abitato. Oggi, a più di 40 anni dalla sua realizzazione, questo polmone svolge efficacemente diversi servizi ecosistemici, tra cui la mitigazione della calura estiva, l’assorbimento di CO2 e delle polveri sottili, il drenaggio delle acque meteoriche; con la sua bellezza ha valore paesaggistico e di memoria collettiva e contribuisce al benessere psico fisico dei residenti.
Cosa propongono i tecnici dell’Amministrazione in sostituzione di questi esemplari d’alto fusto giovani e sani? Specie a foglia caduca che non garantiranno altrettanti benefici e servizi ecosistemici se non dopo almeno 15-20 anni dalla messa a dimora, di fatto lasciando nel frattempo una piazza e un viale deserti.
Vogliamo ricordare che il ricorso all’espianto, cioè alla distruzione di una risorsa importante sul piano economico e ambientale, deve essere l’extrema ratio, praticabile solo dopo aver cercato altre soluzioni.
Occorrerebbe anche accettare, sia da parte dell’Amministrazione come della cittadinanza, l’eventualità e la convivenza con il “rischio arboreo”, nettamente sopravvalutato rispetto ai dati statistici, se lo raffrontiamo ad esempio con altri rischi a cui, quotidianamente e senza averne contezza, ciascuno di noi è esposto (rischio stradale, rischio sanitario correlato a stili di vita errati, rischio da sovraesposizione ad onde elettromagnetiche, solo per citarne alcuni).
Diverse associazioni e cittadini chiedono che, durante la realizzazione dei lavori, venga applicata la valutazione di stabilità secondo un protocollo riconosciuto e che venga resa pubblica la valutazione costi-benefici in termini economici, ambientali, sanitari e di sicurezza, valutazione che sicuramente i progettisti avranno predisposto, trattandosi di bene pubblico. E’ ipotizzabile che il valore economico di ciascun albero di pino domestico dell’età già riferita ammonti a circa 20- 25.000 euro, stimati in base a protocolli internazionali (ad es. protocollo Aretè), pertanto la perdita immediata per il quartiere e la cittadinanza ammonterebbe almeno a 850.000 euro, senza considerare i costi – comunque da computare – delle operazioni di abbattimento, acquisto delle nuove piante, preparazione del sito, messa a dimora e manutenzione, nonché l’indispensabile assistenza idrica nei primi anni di vita.
Inoltre è auspicabile una riflessione accurata da parte dell’amministrazione sull’opportunità di procedere alla “riqualificazione” secondo le modalità illustrate nell’incontro, prevedendo, al contrario, la salvaguardia dell’intera alberatura, salvo quei singoli esemplari che – in fase attuativa – dovessero presentare compromissione della stabilità, accertata con prove di resistenza alla trazione (Pulling test).
Un’altra richiesta, avanzata anche da qualche residente, che inciderebbe in senso positivo sul miglioramento della vivibilità della zona, è che il piazzale tra via Alessandria e l’Istituto “Deledda” venga trasformato, da distesa di cemento, a parco-parcheggio, con materiali permeabili e alberature che – con i loro apparati radicali – consentono il drenaggio dell’acqua ed un parziale recupero del suolo.
In conclusione, vista la sempre maggiore consapevolezza dei cittadini rispetto al bene comune, auspichiamo che i prossimi incontri si svolgano in fase preparatoria e che tutti i diversi portatori di interesse e competenza vengano coinvolti in un dibattito costruttivo reale.
Anche se costretti a inviarvelo a decisioni prese, il nostro messaggio è che questi alberi in salute non cadranno se rifarete l’asfalto e che per piantare nuovi individui, altri spazi desolati e assolati non mancano di certo.
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