ANNI SETTANTA, “QUANDO A SCUOLA TI RACCONTAVANO CHE IL COMUNISMO ERA UN DESTINO INELUDIBILE”. Rampelli ricorda la strage di Acca Larentia

| 7 Gennaio 2023 | 0 Comments

m.v._______Qualcuno vorrebbe che l’Antifascismo fosse riconosciuto come un valore fondante della nostra nazione, a chiederlo sono gli eredi del Partito Comunista Italiano, coloro che combatterono il fascismo avendo sposato la causa Comunista agli ordini di Stalin. L’antifascismo che la mia generazione ha conosciuto è quello delle chiavi inglesi e delle P38 impugnate dai cosidetti antifascisti militanti, per ridurre al silenzio chi non la pensava come loro. Oggi è l’anniversario della “Strage di Acca Larenzia”, era il 7 gennaio del 1978, avevamo 20 anni ed eravamo impegnati politicamente, quando arrivò la notizia dell’assassinio di tre ragazzi e di altri gravemente feriti, la cui unica colpa era quella di frequentare la sezione del Fronte della Gioventù di una sezione romana, insomma rei soltanto di non volersi piegare al verbo marxista. A ricordare quella strage, per fortuna non oggi non ci sono coloro che per una vita sono stati messi ai margini della vita politica e culturale del paese, oggi ci sono uomini e donne che siedono negli scanni più alti delle istituzioni.

” Negli anni Settanta si finiva per frequentare una sede del Movimento sociale italiano solo per amore. Perché tutt’intorno la società andava a sinistra, il comunismo pareva un destino ineludibile, te lo raccontavano a scuola, all’università, nelle fabbriche, nei quartieri e la Democrazia cristiana non aveva grande voglia di puntellare la libertà. Si aderiva al Fronte della gioventù, appunto, per amore della libertà, per difenderla dalla tirannia del socialismo reale che sfacciatamente agiva coi carri armati nelle nazioni europee cedute a Stalin alla fine della seconda guerra mondiale”.
A parlare è Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia, vicepresidente della Camera dei deputati, in memoria della strage di Acca Larentia.

Il pluriomicidio di carattere politico si realizzò a Roma il 7 gennaio 1978, quando in agguato furono uccisi due giovani attivisti del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, assassinati davanti alla sede del Movimento Sociale Italiano in via Acca Larenzia, nel quartiere Tuscolano.

Qualche ora dopo, morì un altro attivista della destra sociale, Stefano Recchioni, ucciso da un capitano dei Carabinieri, negli scontri con le forze dell’ordine avvenuti durante una manifestazione di protesta organizzata sul luogo stesso.

“Il Grazie Franco, Francesco, Stefano per il vostro coraggio, vi avevamo promesso la vittoria, unica consolazione capace di dare un senso al non-senso del perdere la vita a vent’anni”, dice Rampelli, che ricorda: in quegli anni “si entrava in un ‘covo’ del Fuan (così lo chiamava la stampa) per amore dell’Italia, per il gusto di essere patrioti mentre intorno la società ti raccontava che era peccato, che avere a cuore la propria nazione significasse essere nostalgici e il nostro passato – dall’antica Roma al Risorgimento – andasse offeso e cancellato. Per questo chi è caduto nell’epopea degli anni ’70 è un eroe”.

Nell’Italia di cinquant’anni fa, continua Rampelli, “si dichiarava di destra quando gli altri intorno dicevano fosse fascista e insieme urlavano con la bava alla bocca che ‘uccidere un fascista non era reato’”.

Alessandro Giuliani che ha raccolto le parole di Rampelli scrive:

Il vicepresidente della Camera non chiede “la vendetta, che rabbiosamente volevano alcuni stolti inconsapevoli che quella spirale d’odio era l’obiettivo della strategia della tensione, ma la vittoria. Per conquistarla ci sono voluti tanto cuore, tanta testa e tanto tempo. Ma vittoria è stata. Sorrideteci ora dal cielo e dateci la forza per non deludere la nostra comunità. Ancora una volta segnate il passo e guidate il nostro viaggio terreno”.

Category: Costume e società

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.