COME ERAVAMO / GIOCHI DA FEMMINUCCE

| 28 Novembre 2022 | 1 Comment

di Raffaele Polo  ______ 

Le bambine di una volta, che oggi hanno magari settant’anni, erano molto diverse dalle bambine attuali. Sin da piccolissime erano instradate verso la loro ‘naturale’ vocazione, ovvero quella di mogli e madri. Così, tutti i giochi, i giocattoli e le sollecitazioni erano finalizzati a sviluppare quell’istinto materno che era necessario, in quei tempi, che le bambine apprezzassero e facessero loro.

Perciò, oltre alle bambole (di tutte le dimensioni e di tutte le fogge, molto semplici, in verità, con il volto sempre più curato e di materiali più fini rispetto al resto del corpo) che furono sempre simili fino alla nascita di Barbie, gli altri giocattoli erano di argomento facilmente collocabile come ausiliario alle stesse bambole: stoviglie e mini-cucine in plastica, elettrodomestici in miniatura (il ferro da stiro era immancabile…) e, durante le feste patronali, si provvedeva ad acquistare le ‘cotime’, ovvero minuscole riproduzioni di stoviglie e contenitori, tutti di creta.

Spiccava, fra tutti, il mastello per il bucato (si chiamava ‘cofano’) che aveva, alla base, un foro per far uscire l’acqua, indubbiamente il più divertente fra tutti gli ‘mbili’ che la fantasia delle bambine permetteva poi di eleggere a protagonisti dei giochi. Costavano poco, ricordo che con 100 lire ne potevamo avere anche cinque, di forma e colore diverso…

C’erano anche le sedie in miniatura, ricercatissime per far sedere le bambole, gli specchietti e i ventagli. Ma il gioco più divertente, da fare con le coetanee, era ‘a mamme’, ovvero la pedissequa imitazione delle mamme vere, alle prese, quasi sempre, con almeno due frugoletti disubbidienti. A questo ‘gioco’, a volte era ammesso anche qualche bambino che doveva impersonificare il padre severo. Ma succedeva sempre che il maschietto si stancasse subito e decidesse di abbandonare, preferendo rincorse e ‘guardie e ladri’ con gli altri coetanei. Anche a ‘campana’ chi partecipava erano sempre le bambine che, con grazia, si cimentavano anche in giochi di abilità con i sassolini (tuddhi) e con lo spago intrecciato alle palme delle mani. Alla Befana, poi, alla scontata presenza della bambola, col passare degli anni e con la contemporanea crescita delle bambine, divenute nel frattempo ‘signorine’, si sostituivano i capi di abbigliamento, sempre più graditi. Trucchi no, a quei tempi i genitori osteggiavano quello che la moda pretendeva… Non come adesso, verrebbe da dire. Ma non lo diciamo, per non apparire, anche noi, vecchi bacucchi…

Category: Costume e società, Cultura

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Comments (1)

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  1. Giuliana Silvestri ha detto:

    Da bambina avevo una biciclettina a cui ero affezionatissima e con cui amavo andare vicino casa nelle belle giornate di sole, condivise con Adele, la mia compagna di giochi, e mi sentivo libera come una farfallina, respirando quell’aria pulita… un’immagine felice della mia dolce e innocente fanciullezza. Il gioco della campana arrivò dopo e mi piaceva in quanto all’aria aperta… Ho amato sempre il contatto con l’aria e con la natura, forse,chissà, un desiderio connaturato di libertà…

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