“Da piccola imparai da sola a suonare la fisarmonica…”. ROSALBA FANTASTICO DI KASTRON SI RACCONTA A leccecronaca.it E PARLA DEL SUO LIBRO DI POESIE ‘Salentu mia’ CHE SARA’ PRESENTATO A COPERTINO SABATO 19
di Carmen Leo ______
“La raccolta di poesie, che ho intitolato ‘Salentu mia’, rappresenta, forse, un voler ritornare nel grembo materno, a quella carnalità quotidiana e antica che si è appropriata, sostanziandolo, di un lessico contadino che inizialmente sentivo socialmente non mio.
Lessico che oggi, invece, prepotentemente riaffiora, non solo come rigurgito nostalgico, ma anche come nuovo interesse poetico e culturale”.
Così Rosalba Fantastico di Kastron (nella foto), originaria di Salice Salentino, ma barese d’adozione in quanto moglie dell’attore e regista teatrale Franco Leccese, racconta in un’intervista concessa in esclusiva a leccecronaca.it, la genesi della raccolta di versi in vernacolo salentino intitolata Salentu mia.
Pittrice, poetessa, commediografa, regista, instancabile animatrice culturale, è stata docente di Arti Visive a Torino, prima ancora di approdare a Bari per insegnare Storia dell’Arte nei Licei, Rosalba Fantastico di Kastron ha attirato la nostra attenzione perché sarà protagonista di un importante evento che si terrà sabato 19 novembre, alle ore 18.00, con ingresso libero, presso la Cantina Cupertinum in Copertino.
L’iniziativa , che è stata intitolata “Salentu mia – il valore del dialetto nel percorso poetico di Rosalba Fantastico di Kastron” è organizzato e promosso dal CIF – Centro Italiano Femminile di Copertino, un gruppo di donne molto presente e attivo nel contesto sociale del territorio copertinese, con alla presidenza l’avvocato Simonetta Russo, e che fa capo all’associazione nazionale fondata nel lontano ottobre del 1944, come collegamento di donne e di associazioni di ispirazione cristiana, per contribuire alla ricostruzione post bellica del Paese attraverso la partecipazione democratica, l’impegno di promozione umana e di solidarietà.
I gruppi CIF, ai vari livelli, nazionale, regionale, provinciale e comunale, performano un’azione che si radica profondamente nel tessuto sociale ed è aperta alla collaborazione anche con donne di culture diverse, allo scopo di costruire una rete di relazioni, di progetti e di iniziative che esprimono un impegno culturale, politico e civile orientato alla costruzione di rapporti di promozione umana, di giustizia e di pace.
L’evento in programmazione si pone il fine di promuovere la riscoperta del vernacolo come importante idioma autoctono da valorizzare e far conoscere a fondo alle nuove generazioni, in quanto simbolo di identità linguistica, culturale e folkloristica di un popolo e di una comunità.
A tal fine, il dialetto si dovrebbe inserire, a nostro parere, anche all’interno dei percorsi educativi e didattici realizzati all’interno delle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, per instillare nelle giovani coscienze un maggiore attaccamento alle proprie radici, alle tradizioni popolari, anche gastronomiche, che vanno via via scomparendo a causa di un diffuso e ingiustificato disinteresse nel ricordarle e tramandarle.
Tutte le poesie inserite nella raccolta Salentu mia posseggono un pathos, una forza evocativa, una sensibilità potenti e trascinanti, a seconda dei temi che vengono in esse trattati, e che ci appaiono prevalentemente autobiografici.
Troviamo ricorrente un’espressione prepotente della nostalgia per la propria terra natia, il dolore per una perdita, un tradimento, la delusione per la mancata attestazione di fiducia e di riconoscenza, siano esse di un amore oppure di un’amicizia, i sacrifici e le sofferenze per assicurarsi un lavoro dignitoso e onesto, anche tramite il distacco fisico dalle proprie origini, un continuo riferimento agli elementi naturali, i quali assumono quasi la personificazione di pregi e difetti, di virtù e vizi essenzialmente propri degli esseri umani.
Veri capolavori di lirica e musicalità questi versi, espressi in vernacolo, ma con a fronte la traduzione in italiano, per renderli accessibili anche a chi salentino non è.
“Sono convinta che il poetare in dialetto può essere, per un poeta, persino un punto di arrivo più che di partenza – ha continuato Rosalba Fantastico di Kastron nell’intervista a leccecronaca.it –
Sono una creativa. Versatile. Non è detto che queste siano delle qualità. Anzi, potrebbero rappresentare un limite, perché il nostro tempo richiede specializzazioni in ogni campo.
Il rischio, invece, di avere tante passioni ed interessi è di disperdere le proprie energie creative in mille rivoli. Ma io sono così, e non so essere diversa da così. È la creatività stessa che me lo richiede. Il mio mondo immaginifico pullula di stimoli sempre nuovi.
Comunque, tutte le mie attitudini naturali per l’Arte sono nate insieme. Direi insieme a me: la Musica, la Poesia, la Pittura.
Sin da piccola imparai da sola a suonare la fisarmonica. Era di mio fratello. Ero affascinata da quel suono. Ero così piccola che non riuscivo a tenerla. Così, la sistemavo su una sedia a mo’ di pianoforte e con la mano sinistra ne aprivo il mantice, mentre l’altra si muoveva sui tasti.
E così è stato per la pittura e le altre arti.
Appena iniziai a tenere la matita in mano non facevo altro che disegnare.
Considero inoltre la poesia la colonna sonora della mia vita. Credo di possedere il pensiero poetico. Perché la poesia non si fa. È un modo di vivere. Di sentire”.
Ancora, in quanto insegnante, abbiamo chiesto alla professoressa quale sia la sua visione globale della scuola del XXI secolo.
Questa la sua risposta: “Ho lasciato la scuola qualche anno fa e già allora la sentivo sofferente. Credo che non sia affatto migliorata, anzi.
Durante i miei anni di servizio mi sono sempre battuta, conscia di rischiare anche l’impopolarità, contro la scuola dei ‘progetti’ e delle ‘carte’ che sottraevano tempo prezioso al nutrimento umano.
Se la scuola è preoccupata principalmente di rincorrere le iscrizioni con la vastità della cosiddetta ‘Offerta Formativa’, finisce per perdersi nell’effimero.
Così come i docenti, impegnati oltremisura a compilare documenti burocratici, non hanno più il tempo di guardare negli occhi un alunno per capire quali possano essere i suoi reali disagi o i suoi effettivi bisogni.
La scuola deve riappropriarsi della sua funzione principale, quella di costruire, nelle nuove generazioni, preparazione professionale approfondita e consapevolezza umana.
I miei alunni, che oggi sono realizzati in vari campi, sono stati per me come ‘figli’.
Sono convinta anche di aver imparato da loro più di quel che ho loro insegnato, e so che, proprio attraverso questo reciproco scambio di sensibilità, si è costruito un insieme di valori comuni. Ancora li cerco e mi cercano. Sono stati loro a dare senso e valore al mio impegno.
Questo è per me la scuola. Quel che lasciamo di noi, col tempo, non sono le nozioni ma la densità umana con cui abbiamo trasmesso la conoscenza”.
Non possiamo, da docenti, che condividere appieno le sue riflessioni, considerando che la scuola è la più importante agenzia educativa e didattica e, dunque, deve necessariamente espletare questi suoi doveri ad ampio spettro e con tutte le responsabilità che le vengono attribuite, allo scopo di realizzare il pieno successo formativo di tutti gli studenti, offrendo loro pari opportunità, principalmente superando gli svantaggi socio-economici e arginando il più possibile l’ancora troppo dilagante fenomeno della dispersione scolastica.
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Dialogheranno con l’autrice il Sindaco di Copertino, Sandrina Schito e il giornalista copertinese Tonio Tondo. Interverranno, per i saluti istituzionali, l’assessore regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro, Sebastiano Leo, il vice presidente della Provincia di Lecce, Antonio Leo, il presidente del Club Lions Santacroce, Maurizio Pisanò, il presidente della Cantina Cupertinum, Francesco Trono, la presidentessa del CIF Copertino, Simonetta Russo.
Declameranno i versi Vincenzo Mariano e Carmen Leo.
A moderare il dibattito sarà Rosanna Calcagnile, CEO & Founder di Calcagnile Academy.