SALENTO FUOCO E FUMO / TRE ANNI DI RECLUSIONE

| 9 Novembre 2022 | 0 Comments

ARRIVA LA SENTENZA DEFINITIVA PER L’OPERATORE DELLA PROTEZIONE CIVILE CHE APPICCO’ L’INCENDIO A BOSCO GUARINI

di Flora Fina______

Arriva quest’oggi la sentenza definitiva di tre anni di reclusione, per l’operatore della Protezione Civile di Uggiano la Chiesa, che pochi mesi fa   – il 2 agosto per la precisione e poi venne arrestato il 14 – appiccò un incendio nei pressi del boschetto Guarini, nelle immediate vicinanze di Tricase/Palmariggi, e che distrusse un ettaro e mezzo di area boschiva.

Vincenzo D’Alba – questo il nome del piromane – 53 anni, di Uggiano La Chiesa, ai domiciliari dallo scorso Ferragosto, ha infatti patteggiato tre anni di reclusione: la sentenza, emessa proprio oggi dalla giudice Simona Panzera, è giunta in seguito all’accoglimento della richiesta avanzata dall’indiziato attraverso il suo l’avvocato difensore Giuseppe Gennaccari, e per mezzo del parere favorevole da parte del pm titolare Alessandro Prontera.

A incastrare l’operatore della Protezione Civile furono proprio alcune telecamere posizionate in maniera strategica nella zona, proprio in considerazione di precedenti incendi che per un’intera estate flagellarono il nostro Salento e che noi, attraverso una lunga inchiesta, abbiamo documentato.

Nei filmati infatti, era ben distinguibile una Peugeot 106, dalla quale si vedeva chiaramente scendere un uomo che, dopo essersi addentrato nel boschetto con una piccola miccia nella mano, si dileguava poi con la sua auto, mentre alle sue spalle, quasi subito, si alzava una colonna di fumo.

Fu proprio grazie a questi filmati, che i carabinieri forestali del Nucleo investigativo di Polizia ambientale agroalimentare e forestale di Lecce, unitamente ai carabinieri forestali di Otranto – sotto il coordinamento e la direzione della Procura di Lecce- fecero immediatamente scattare gli arresti con le accuse di reato di incendio boschivo doloso.

Durante l’interrogatorio, svoltosi in presenza del giudice Alcide Maritati, l’uomo affermò di non essere in grado di spiegare le ragioni di un tale gesto, e che probabilmente era stato dettato da un periodo di disagio e malessere psicologico.

Comunque sia, fermo restando che noi facciamo i giornalisti e non i giudici, e sempr fermo restando che i processi si fanno nei tribunali e non sui giornali, rimane una delle scoperte fatte dalle nostre inchieste giornalistiche, che cioè esiste una legge nazionale relativa ai rimborsi spese per gli operatori della Protezione Civile qualora questi ultimi fossero intervenuti in caso di emergenza, e quale emergenza più grande se non quella degli incendi in Puglia, che per cinque lunghi ed estenuanti mesi hanno messo a dura prova un intero ecosistema?

Un’altra constatazione, solo appunto a livello di constatazione giornalistica. Nel report delle forze dell’ordine mandato ai mass media e da essi ripreso era stato divulgato che i Carabinieri, nel corso delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, avevano installato una serie di telecamere nelle località più a rischio incendi, flagellate da mesi. Bene, da quel 15 agosto, non ce ne sono stati più, di incendi.

Giunge pertanto – e per il momento – a conclusione, una torbida vicenda di cronaca che ha visto stavolta come protagonisti non solo le aree boschive del nostro Salento, ma anche e soprattutto gli habitat che per mesi sono stati inutilmente falcidiati dalla smania di voler creare disagio, un disagio probabilmente legato anche a fattori monetari: è evidente, che la storia relativa all’escalation degli incendi e dei roghi in area salentina non avrà mai fine, e che probabilmente i veri protagonisti di questi eventi saranno difficilmente individuati – come anche le motivazioni che posso muovere a tali gesti – resta tuttavia da una parte, quella sicurezza riposta nelle Forze dell’Ordine, e magari anche nelle Istituzioni.

Quello che ci si augura infatti, è che per la prossima stagione estiva non ci riservi ancora brutte sorprese sul fronte degli incendi, anche se, visto il corso degli eventi degli ultimi anni, questa già flebile speranza si affievolisce ancor di più, divenendo anch’essa cenere, polvere.

Come già ribadito in passato, come già urlato a gran voce, i provvedimenti seri, per una tale situazione di pericolosità, servono.

Servono eccome.

Non si può lasciare un bene come la natura incustodito, in balia di leggi inesistenti, in balia di promesse istituzionali mai realmente mantenute, in balia di individui che fanno della propria attività di facciata, un vessillo di menzogne per covare, nel frattempo, espedienti economici che ledono la maestosità dei nostri paesaggi.

LA RICERCA nei nostri articoli del 14 agosto e del 17 agosto scorso.______

PRESO UN PRESUNTO PIROMANE, IMMORTALATO DALLE TELECAMERE MENTRE VA AD APPICCARE L’INCENDIO NEL BOSCO. E’ UN DIPENDENTE DELLA PROTEZIONE CIVILE

L’INCHIESTA / SALENTO FUOCO E FUMO

Category: Cronaca

About the Author ()

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Connect with Facebook

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.