IMPONENTE OPERAZIONE DI POLIZIA SUL VOTO DI SCAMBIO MAFIOSO, DICIANNOVE ARRESTI TRA BARI E TARANTO
(f.f.) ______
Questa mattina, alle prime luci dell’alba, e a seguito di un’imponente operazione condotta da parte di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza – e su richiesta della Procura della Repubblica/Direzione Distrettuale Antimafia di Bari – sono scattati gli arresti nei confronti di diciannove persone, di cui diciassette in carcere e due agli arresti domiciliari. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, estorsione, associazione finalizzata allo spaccio, alla corruzione elettorale e scambio elettorale politico-mafioso.
L’inchiesta, che riguarda le ultime elezioni comunali di Bari, e battezzata “Valenza”, prende ufficialmente le mosse dalle indagini svolte per lo scioglimento del Comune di Valenzano, ed è attualmente coordinata dai pm Fabio Buquicchio e Michele Ruggiero.
Le ordinanze, firmate dal gip Rossana De Cristofaro riguardano, unitamente agli esponenti di un clan mafioso operante a Valenzano – e collegato con i Parisi di Bari – anche Francesca Ferri, di Valenzano, capogruppo di Italia Popolare, attualmente in carcere.
Ai domiciliari, tra gli altri, l’imprenditore barese Nicola Canonico, attuale presidente del Foggia Calcio ed ex consigliere regionale: nelle elezioni comunali di Bari infatti, quest’ultimo era il referente della lista del centrodestra in cui venne eletta la Ferri, poi passata con la maggioranza.
In carcere anche Filippo Dentamaro, compagno della Ferri, e tra gli indagati, figura anche Michele D’Atri, ex sindaco di Grumo.
Il sodalizio, è stato sgominato grazie ad un’indagine condotta su ben due piani paralleli.
Una prima fase difatti, ha riguardato le attività del sodalizio mafioso, che andavano dall’usura alle estorsioni, il traffico di stupefacenti e il porto d’armi – del quale si sono occupati i carabinieri, con particolare impegno di quelli della Compagnia di Triggiano – mentre, in una seconda fase, si è posta l’attenzione sul condizionamento delle elezioni e della successiva attività amministrativa, momento d’indagine quest’ultimo, affidato alla Digos, Squadra Mobile, Nucleo Pef della finanza e Gico.
A dare il via alle indagini, specifici accertamenti che a partire dal 2017 portarono allo scioglimento del Consiglio comunale di Valenzano, nell’ambito dei quali si scoprì come i Buscemi avessero creato un clan in via del tutto autonoma: soltanto successivamente – dopo le elezioni comunali del 2019 – venne aperto anche un filone elettorale, dal quale, come ha spiegato il procuratore Roberto Rossi, è emerso uno spaccato di “interferenza della criminalità organizzata nel sistema democratico“.
È emerso poi, secondo gli inquirenti, che la Ferri, il compagno e Canonico avrebbero messo in atto “una compravendita di voti con metodo scientifico“, come ha spiegato la stessa Procura, agendo tramite una serie di veri e propri procacciatori di voti, che consegnavano loro l’elenco degli elettori e i documenti per il successivo censimento: le indagini, avrebbero accertato per l’appunto un’attività di selezione e reclutamento di elettori con il pagamento dei loro voti (25 o 50 euro per ogni singolo voto).
Come se non bastasse, per le preferenze promesse venivano versati frequentemente degli acconti con il successivo saldo dopo le elezioni: proprio per quanto riguarda le elezioni di Valenzano infatti, è stato accertato che la Ferri fosse riuscita ad infiltrare ben due consiglieri elettorali nella maggioranza e due nell’opposizione e che sua sarebbe la regia dietro la caduta dell’ultima amministrazione, ovvero quella di Giampaolo Romanazzi, eletta nel 2019 e decaduta a settembre dopo le dimissioni di ben dieci consiglieri su sedici.
Sempre a seguito delle indagini, è emerso inoltre che il compagno della Ferri sarebbe stato il tramite con la criminalità organizzata, essendo anche una vittima di usura da parte di Buscemi.
Per quanto riguarda invece la posizione di Canonico, quest’ultimo è stato individuato e definito come il garante vero e proprio dell’associazione per le elezioni comunali di Bari.
Non solo, l’indagine ha portato anche ad una decina di arresti di indagati ritenuti appartenenti ad un’associazione mafiosa operante a Valenzano, pertanto, molteplici sono i reati contestati a vario titoli agli indagati, tra cui spiccano in particolare: associazione a delinquere di tipo mafioso, minacce, porto e detenzione di armi, estorsione, usura, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, impiego di denaro e beni di provenienza illecita.
Inoltre, nel corso delle indagini, sono state sequestrate armi e droga per un totale di ben trentuno chilogrammi.
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