PIER PAOLO PASOLINI FRA I BINARI E I NON BINARI DELLA MUTAZIONE ANTROPOLOGICA DEGLI ITALIANI
di Giuseppe Puppo ______
Nelle tante, composite, diffuse celebrazioni pasoliniane di questo centenario, meritorie, ma sostanzialmente prive di novità acquisite, mancano del tutto elementi di attualità, dico quella dei giorni nostri.
Tutto il resto lo sapevamo già, e il trito repertorio di rievocazioni del celebrato sono diventate passerelle esibizionistiche dei celebranti a loro uso e consumo, nel logoro schema di gioco di estrapolazioni e citazioni col prendere ciò che piace ed omettere ciò che non piace.
Infine, per conformismo politico ed ossequio al pensiero unico dominante, è rimasto di nuovo sempre fuori, dalle celebrazioni, il Pasolini che, per dirne solo alcune di politically scorrect, esaltava Ezra Pound, amava la ‘destra del sublime’, era contro la contestazione, il divorzio, l’aborto, le degenerazioni del potere, i mercanti di armi, le false derive pseudo ecologiste, la mercificazione della sessualità. E quello al quale i partigiani comunisti assassinarono l’amatissimo fratello Guido.
Eppure, il pensiero del Pier Paolo Pasolini lucido polemista e straordinario profeta, il saggista, insomma, dove, a mio modo di intendere, sta la sua vera grandezza, più che nella letteratura, nella posia e nel cinema, è fondamentale proprio per comprendere il nostro presente, voglio dire il mondo contemporaneo e lo scenario sociale in cui ci troviamo a vivere.
Questo vale anche e soprattutto per la sua ultima, ultima in ordine cronologico, analisi profetica, che è in fase di attuazione proprio adesso, a quasi cinquant’anni dalla sua elaborazione. Rimasta del tutto insondata, omessa, mistificata e dunque tradita nelle celebrazioni accademiche di questi giorni.
Terribile, apocalittica.
Mi riferisco al concetto di ‘mutazione antropologica‘ degli Italiani, cui egli lavorò negli ultimi anni della sua vita soprattutto con articoli giornalistici, di facile reperibilità per chi voglia consultarli, in quanto confluiti nei saggi Lettere luterane e Scritti corsari.
In sintesi, cosa intedeva per sopravvenuta, ma soprattutto incipiente, ‘mutazione antropologica’?
Non certo quella biologica, che pure si staglia minacciosa davanti a noi con le attuali capacità dello sviluppo tecno-scientifico in grado di manipolare la biologia e la fisiologia dell’uomo, no.
E’ quella provocata dal ‘genocidio culturale’ della modernità, favorito e anzi benedetto dal ‘potere senza volto’, che è poi, a sua volta, quello della omologazione, cioè oggi della globalizzazione, cioè infine del capitalismo selvaggio della sorveglianza, dei condizionamenti occulti, degli speculatori finanziari.
E’ tutto questo che sta producendo modificazioni del linguaggio e del corpo, nella nuova impersonale forma del potere che si manifesta attraverso le cose, gli oggetti, e di un nuovo tipo di coscienza, di personalità, di individuo.
Fra le tante citazioni possibili del pensiero pasoliniano al riguardo, ne scelgo una sola a titolo esemplificativo, per la sua semplicità e chiarezza. E’ tratta dall’articolo Gli Italiani non sono più quelli apparso sul Corriere della sera del 10 giugno 1974.
I «ceti medi» sono radicalmente – direi antropologicamente – cambiati: i loro valori positivi non sono più i valori sanfedisti e clericali ma sono i valori (ancora vissuti solo esistenzialmente e non «nominati») dell’ideologia edonistica del consumo e della conseguente tolleranza modernistica di tipo americano. E’ stato lo stesso Potere – attraverso lo «sviluppo» della produzione di beni superflui, l’imposizione della smania del consumo, la moda, l’informazione (soprattutto, in maniera imponente, la televisione) – a creare tali valori, gettando a mare cinicamente i valori tradizionali e la Chiesa stessa, che ne era il simbolo.
L’Italia contadina e paleoindustriale è crollata, si è disfatta, non c’è più, e al suo posto c’è un vuoto che aspetta probabilmente di essere colmato da una completa borghesizzazione, del tipo che ho accennato qui sopra (modernizzante, falsamente tollerante, americaneggiante ecc.).
Bene, cioè male. Pensiamo adesso a quanto è avvenuto negli Stati Uniti d’America e in buona parte dell’Unione Europea, e che sta avvenendo in Italia, con l’affermarsi della così detta “teoria gender” o “ideologia gender“, o “agenda gender” che dir si voglia, quella che, inoltre, il ddl Zan avrebbe voluto introdurre quale materia di insegnamento nelle scuole italiane, elementari comprese.
Non ho bisogno qui di fare esempi, che sono sotto gli occhi di tutti, le citazioni possibili, a cominciare da tstimonianze e dichiarazioni di artisti e cantanti sarebbero migliaia.
Pensiamo ai Maneskin, i cantori in Italia della fluidità politicamente corretta..
Pensiamo ai tanti articoli divulgativi per giovani e loro genitori che appaiono sulla stampa italiana, cartacea e on line, soprattutto quelli apparentemente innocenti e didascalici, cito il dossier di un settimanale rivolto a mamme, figlie e zie italiane quale ‘Donna moderna’ di questa estate, in cui venivano propagandate – e illustrate – le nuove parole giuste: identità di genere, agender, trangernder, cisgender, bigender, genderfluid, binarismo di genere, no binary, queer, crossdresser.
Pensiamo alle campagne pubblicitarie a tema, agli spot televisivi, alle inserzioni social, alle foto choc di cui registriamo un uso sempre più massiccio da parte delle multinazionali, cioè del neo capitalismo selvaggio, cioè degli speculatori finanziari, cioè del Potere, che non perdono occasione di benedire e promuovere tutto questo.
Anche in tutto questo, nell’ultima sua terribile analisi profetica, Pier Paolo Pasolini aveva visto giusto, anche se su tutto questo il culturalmente corretto delle celebrazioni del centenario preferisce tacere.
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