I 70 ANNI DI TIRAMOLLA
di Raffaele Polo ______
Nasceva nell’estate di settanta anni fa, ad opera dei grafici Roberto Renzi e Umberto Manfrin, un personaggio diverso, unico nel suo genere, nel mondo del fumetto. Allora erano un po’ tutti antropomorfi, sulla scia del Topolino di Walt Disney; questo esemplare, invece, rispecchia anche quello che le ricerche chimiche e industriali del tempo offrivano. Ricordate, ad esempio, la pubblicità di Gino Bramieri che, nell’immortale ‘Carosello’ esclamava: ‘E mò, e mò…Moplen’, a pubblicizzare il materiale plastico appena conosciuto e divulgato? Ecco, non meravigli che, anche nei fumetti, che sono la espressione più immediata della realtà oggettiva in cui vedono la luce, sia proprio il silicone, appena inventato e descritto come una ‘sostanza malleabile, allungabile, capace di assumere qualsiasi forma’ a dare vita a Tiramolla che, da subito, si presenta dicendo: ‘Mi chiamo Tiramolla e son figlio della gomma e della colla’.
Io lo conobbi da subito, in quanto frequentatore dei fumetti di Cucciolo e Beppe. Mi piacque da subito e cercavo le sue storie, assieme a quelle dell’altro mio beniamino, ovvero Geppo, un diavolo insolitamente buono che ne combina di tutti i colori…
Ora, erano quegli anni, a cavallo tra il 1950 e il 1960 che vengono caratterizzati dalla nascita di innumerevoli personaggi a fumetti: una nutrita e proficua produzione editoriale ne conferma il successo non solo tra il pubblico dei giovanissimi, ma si amplia e raggiunge gli adulti, soprattutto quando vengono messe in commercio raccolte polivalenti di vari fumetti, prima che i fotoromanzi e le immagini fotografiche mettano in disparte la freschezza dei disegni e delle immagini stilizzati.
Ma la storia del fumetto è un susseguirsi lungo e ricco di sollecitazioni, che si addentra nella storia dell’arte e nella letteratura, per finire al nostalgico, attuale ricordo per un’arte che c’è ancora, ma non è più quella di una volta…
Tiramolla, simpaticissimo ometto indistruttibile e capace di ogni incredibile peripezia, più di altri, soffre il calo di interesse delle nuove generazioni verso la ingenua e colorata sua presenza nelle tavole, assieme al maggiordomo Saetta, al cagnolino Ullaò, L’Ammiraglio e il nipote Caucciù, fino a scomparire, alla fine degli anni Ottanta. Anche se ricompare, saltuariamente, negli anni successivi, ormai il Tiramolla della mia infanzia, non c’è più…
Ora, come si fa con i vecchi amici, è bello, è giusto ricordarlo, non fosse altro che per quella gioia che ci donava il suo albo, dal costo di cento lire, che leggevamo e rileggevamo nelle lunghe giornate che ci vedevano protagonisti di quel meraviglioso mondo che non c’è più.
Category: Cultura