L’INTERVISTA DI PASOLINI A POUND, QUEL CORTO CIRCUITO CHE FECE DEFLAGRARE LA CULTURA ITALIANA
di Giuseppe Puppo ______
Si inaugura venerdì 9 settembre, alle 18.30, a Conversano, al Castello dei Conti Acquaviva d’Aragona, la mostra “Pasolini Pound. Scatti da un’intervista”, a cura di Francesca Barbi Marinetti, che rimarrà aperta al pubblico fino al 6 novembre.
Ci sono le foto della storica intervista televisiva di Pier Paolo Pasolini ad Ezra Pound del 1967. In tutto una quindicina di scatti a cura di Vittorugo Contino, morto lo scorso anno a Palermo, che firmò la regia del programma televisivo della Rai per cui fu realizzata, oltre ad uno dei ritratti di Pound schizzati da Pasolini durante il celebre incontro.
Nelle note di presentazione dell’evento, noto con soddisfazione e gongolo, c’è scritto che le immagini sono divenute icone del confronto faccia a faccia tra i due Poeti. Un momento intenso ed emblematico carico del valore di testimonianza di quell’ambivalenza dolorosa insita nella modernità, spaccata da solchi ideologici e qui superati in altezza da due giganti della letteratura capaci di tracciare un punto di riconciliazione delle loro divergenze nell’accettazione delle contraddizioni solo apparentemente insuperabili tra Vita e Poesia.
Non basta.
La mostra sarà affiancata dallo spettacolo teatrale “Pasolini/Pound. Odi et Amo” di Leonardo Petrillo, con Maria Grazia Plos e Jacopo Venturiero, regia di Leonardo Petrillo e produzione del Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia (nella foto), in scena il 3 ottobre presso il Teatro Norba di Conversano, poi in programma a Trieste al Politeama Rossetti dal 15 al 20 novembre, presentato come ricostruzione sul palcoscenico del percorso di preparazione dell’incontro fra Pound e Pasolini, un incontro fra passioni che li accomunano nella sofferenza per l’arte, espressa attraverso l’arte.
All’epoca, nel 1967, il programma televisivo andò in onda a notte fonda, e poi se ne perse traccia.
Solo nei decenni seguenti, piano piano fu divulgato da vecchi e nuovi mass media e piano piano sta conquistando l’importanza che merita per l’intera cultura italiana.
Non per il passato, ma per il futuro.
“E dialogo ci fu. Ma il termine dialogo è riduttivo. Ci fu comunanza d’intenti, profondissima intesa. Stasera noi NON vi racconteremo il dialogo, le parole che si dissero i due poeti. Stasera noi vi racconteremo la profondissima intesa, le parole che NON furono dette”.
Così nel copione di “Sono abbastanza grande adesso per diventarti amico”, lo spettacolo teatrale che ho scritto io, mi si perdoni l’autocitazione. Andato in scena in anteprima nazionale il 14 agosto scorso a Lecce al Chiostro dei Teatini, regia di Maria Antonietta Vacca, prima replica in prohramma il 23 settembre prossimo a Ostuni a Palazzo Roma.
Nel mio spettacolo, l’intetervista di Pasolini a Pound non viene ricostruita, viene rielaborata, attraverso il dialogo fra i due, interpretati da Ivan Raganato e da Raffele Margiotta. Si spiegano, si raccontano, si trovano, e si abbracciano.
Poi, le altre parti, come la voce poetica di Sandra Maggio che ‘fa sentire’ le loro poesie, come le storie d’amore fra Pasolini e la Callas, fra Pound e la Rudge, e fra due liceali nel 1975, quando, pochi giorni prima di morire, Pasolini tenne, al Palmieri di Lecce, il suo ultimo discorso in pubblico, anch’esso rielaborato per l’occasione.
Ma se non l’unica, di “Sono abbastanza grande adesso per diventarti amico” la scena del dialogo-abbraccio fra i due poeti è quella più dirompente, per tutti, in un’apertura ideale, in un’ onestà intellettuale, in una lucidità profetica di cui avremmo tanto bisogno ai giorni nostri.