TUTTI PAZZI PER SAMUEL
di Giuseppe Puppo ______ Manco è arrivato, cioè, è arrivato da tre giorni, e già a Lecce tutti impazziscono per lui. Lui è Samuel Umtiti, 28 anni, del Camerun, cittadino francese, difensore, campione del mondo appunto con la Nazionale della Francia nel 2018, poi una lunga serie di infortuni che da allora lo hanno costretto a una sostanziale inattività, di proprietà del Barcellona, ora in prestito al Lecce. Una figata Corvino, dal momento che l’ingaggio stratosferico, almeno per le società comuni mortali fuori dal giro delle poche straricche, di cinque milioni di euro, netti, che al lordo diventano più del doppio, sarà pagato dalla società titolare del cartellino.
Insomma, non graverà sui bilanci della società giallorossa, se non in minima parte, un bonus per i Catalani sulla base delle presenze in partita, il minimo sindacale.
Il senso sta nella speranza che finalmente si riprenda fisicamente e possa ritornare ad essere quello che era, uno dei migliori difensori di ruolo al mondo, quindi con vantaggi bipartizan.
Il mondo del calcio sa essere spietato, per chi esce – per qualunque motivo – dal giro che conta, per chi, prima all’apice, tocca il fondo.
Ora egli ha una seconda possibilità, di scrivere una storia di sport appassionante, oltre che di prendersi una rivincita.
Interessa l’aspetto umano, al momento. Certo che comunque poi sarà il campo a decidere la trama.
Intanto però tre giorni sono bastati e avanzati per farlo diventare – ritornare – protagonista fra i tifosi, i nuovi. Se si riprenderà, se tornerà a essere quello che era e magari meglio, sarà in primis merito dei tifosi.
E’ stato tutto uno spettacolo, amplificato, se non creato tout court, dai social.
L’accoglienza all’aeroporto del Salento prima e in città poi, roba da re, mai visto prima, almeno qui a Lecce, città d’arte che sende futte te ci rria e te ci parte. Così dicevano. Fino a tre giorni fa.
E’ scattata subito una molla, come una mozione di affetti profondissima, potentissima, inarrestabile fissata e raccontata da foto e video tramite social.
Tra i momenti topici, la faccia che ha fatto quando gli spiegano all’uscita dell’aeroporto perché e per come i tifosi urlassero a centinaia davanti a lui Ci nun zumpa nu barese è è.
Quando piange, poi, soprattutto, quando di fronte a quello spettacolo di umanità (Siam venuti fino qui per vedere Umtiti), a quella straordinaria dimostrazione di affetto a prescindere, di amore a credito, cerca di dire qualcosa, ma non riesce a spiccicare una parola, né in francese, né in spagnolo, né in niente, piange, piange e basta, e si copre gli occhi feriti da sempre dalla luce del futuro, si nasconde il viso per pudore, piange come un vitellino che ha ritrovato la madre, piange come tutto ciò che ha fine, e ricomincia, portando forza e speranza, ridando la vita.
Ah già, poi quando la mattina dopo lo portano a fare colazione in un bar, ovviamente a base di pasticciotti, il rito cui nel Salento, diventato l’ombelico del mondo del turismo, si sottopongono tutti i visitatori a qualsiasi titolo.
Ci sono sui social le foto, ci sono i video. Ecco, basterà vedere la faccia, sua, e quelle dei suoi accompagnatori, per capire che cosa sia scattato all’improvviso. Come la stanno vedendo in tutto il mondo.
Altro che Obama. Altro che Gerard Depardieu. Altro che Dior, e altro che Madonna.
Uno sport formidabile, per una campagna di promozione sociale, prima ancora che turistica, così dirompente, che non si sarebbe potuto fare di meglio pure con tutti i soldi e tutta l’inventiva di questo mondo. E c’è già pure lo slogan, il claim, come dicono quelli che sanno: A BARCELLONA I PASTICCIOTTI NON LI SANNO FARE.
Bellissimo. Definitivo.
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