A GUAGNANO LA PROTESTA SPONTANEA DEI VITICULTORI
( f.f. ) ______
“ L’agricoltura salentina è costretta a piegarsi ad una nuova sciagura, dopo la crisi del settore olivicolo dettato dal fenomeno Xylella, una nuova incombenza si abbatte sugli agricoltori e sull’economia agricola. Questa crisi però non è dettata da un fenomeno naturale ma bensì da decisioni sciagurate, volte a sminuire il nostro prodotto, fiore all’occhiello dell’economia salentina: l’uva da vino. [ … ] Alle porte della vendemmia, i nostri agricoltori si ritrovano a veder il loro prodotto svalutato, ad un prezzo irrisorio nonostante il costo di produzione sostenuto dagli stessi. Ancora una volta, quindi, si gioca sulla pelle degli agricoltori cercando di render le nostre terre del negroamaro delle << terre di fame >> ”
Con queste parole si esprime – attraverso un comunicato stampa giunto in redazione – Danilo Verdoscia, componente del “comitato spontaneo” a sostegno degli agricoltori, esprimendo un forte disappunto per una situazione che, ancora una volta, sembra essere giunta oramai al collasso.
La nostra più grande risorsa infatti, l’uva da vino, sembra essere minacciata, negli ultimi tempi, da un’economia, o meglio, da strategie economiche che nulla fanno per agevolare i laboriosi contadini delle nostre terre, facendo sì che per questi ultimi, i costi di produzione oramai alle stelle non possano essere più ulteriormente sostenuti.
Ed ecco che si presenta una buona occasione per portare in piazza un sit – in di protesta più che giustificato: lunedì 29 agosto infatti, alle ore 16.00 presso Largo Pertini a Guagnano ( locandina nella foto ) si terrà un vero e proprio evento di protesta per spiegare a gran voce e chiarire i numerosi aspetti di una vera e propria sciagura socio – economica che sta per abbattersi sia sull’agricoltura sostenibile salentina – da tempo immemore sempre stabile in questo senso – e sugli stessi agricoltori, stavolta esasperati e disperati a causa della svalutazione di una materia prima così preziosa come per l’appunto l’uva da vino.
Il messaggio recita chiaramente: “ Ancora una volta si gioca sulla pelle degli agricoltori, vogliono l’agricoltura in ginocchio ” una frase a cui è difatti impossibile controbattere, soprattutto in tempi bui come questi e nei futuri e altrettanti tempi oscuri che verranno. I nostri territori, nonostante la Xylella, nonostante l’annuale stagione dei roghi, hanno ancora tantissimo da offrire, e tra le tante risorse, il Salento e gli agricoltori che vivono per sopravvivere – e sopravvivono per vivere – non possono in alcun modo permettersi un tale smacco e affronto a discapito di anni di incessante lavoro tra i campi per garantire un bene primario della nostra locale e personalissima economia.
“ Grandi assenti, nella programmazione e tutela degli agricoltori, il consorzio di tutela DOC Salice e le associazioni di categorie come la Coldiretti ed affini [ … ] E’ proprio per questo che, alcuni agricoltori, si sono mossi per organizzare e far sentire la propria voce, cercando il sostegno della classe politica locale e nazionale. L’appuntamento sarà Lunedì 29 Agosto, dalle ore 16:00, presso Largo Pertini a Guagnano con un Sit-in, di tutto il comparto agricolo, in ribellione a ciò che sta accadendo. Si eleva un’unica voce: Non siamo più disposti a chinare la testa ed inginocchiarci, meritiamo rispetto per il nostro lavoro ”.
Più rispetto dunque, più tutele e ancora una volta più diritti per coloro che, grazie all’alacre e faticoso lavoro, ci consentono di portare in tavola del buon vino.
Ci si aspetta pertanto che le istituzioni responsabili di tale sciagura economica non si voltino dall’altra parte – come spesso e volentieri accade – e che invece possano porre fine al perverso meccanismo messosi in moto negli ultimi anni, per garantire un sano ed un ineccepibile guadagno a quegli agricoltori che sempre più frequentemente rischiano di ritrovarsi – dopo tanto e duro lavoro – con pochi spiccioli in tasca.
“A pochi giorni dall’inizio della vendemmia vi è ancora incertezza sull’individuazione del miglior prezzo di acquisto per le pregiate uve di Primitivo di Manduria.
Si va, indubbiamente, verso un calo della produzione ma al contempo vi sarà un ulteriore innalzamento della qualità del prodotto.
Abbiamo assistito, negli ultimi 10 anni, ad una strepitosa ascesa del “brand” Primitivo di Manduria che ha registrato un aumento del volume d’affari del + 12 % passando da 182 milioni a 194 milioni di fatturato che ha comportato una crescita del Primitivo di Manduria non solo a “volume” ma anche valore”.
Di conseguenza anche il prezzo pagato per le uve, nel tempo è notevolmente aumentato fino a raddoppiarsi in maniera, non proporzionale, nel 2021 con conseguenze evidenti sulla domanda ed offerta.
Ad oggi sul mercato si registra, se pur lieve, una diminuzione dell’andamento della domanda di vino, come sta avvenendo per ogni altro prodotto alimentare di consumo che non sia considerato di prima necessità da parte del consumatore finale e, dunque, i viticoltori così come le piccole e grandi realtà vitivinicole dovranno fronteggiare le “oscillazioni” del mercato scosso da una serie di eventi quali la crisi pandemica, la guerra in Ucraina, l’aumento dei costi in tutta la fase di produzione e l’impennata del costo energetico, fenomeni questi, che non dovrebbero avere un aumento del prezzo di vendita a breve termine.
Ho letto in questi ultimi giorni alcune dichiarazioni, strumentali, che evidenziano una manifesta infondatezza circa la conoscenza del ruolo ricoperto dal Consorzio di Tutela del Primitivo di Manduria contornate da riferimenti normativi inadeguati al contesto.
Dunque, è evidente che coloro che tentano di attribuire al Consorzio demeriti ingiustificati o mancate azioni non hanno ben saldo il concetto di “tutela” nell’accezione propria del termine.
E’ bene ribadire che il ruolo del Consorzio di Tutela è quello di apportare un valore aggiunto al prodotto attraverso la “tutela” della denominazione “Primitivo di Manduria” perseguendo tutti coloro che attraverso azioni di emulazione del marchio tentano, in vario modo e con vari mezzi, di inibirne la commercializzazione secondo le direttive impartire dal Ministero che impone la tutela e la salvaguardia della nostra dop da abusi e contraffazioni.
Il Consorzio svolge inoltre azioni di vigilanza in collaborazione con l’ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi.
A tali ruoli principali di tutela si aggiungono le funzioni di promozione e di valorizzazione del Primitivo di Manduria nel mondo, attraverso convegni workshop, fiere, degustazioni oltre alla cura generale degli interessi della denominazione.
Il Consorzio, laddove se ne ravvisi la necessità, può intervenire ai sensi dell’articolo 39 della legge 238/2016 in annate climaticamente particolari sulle rese di concerto con le associazioni di categoria e con il parere favorevole della maggioranza dei consorziati.
Abbiamo bloccato la possibilità di aumentare gli ettari di produzione, che sono gli stessi da tre anni e, a partire da gennaio 2023, entrerà in vigore l’uso del contrassegno di Stato su ogni bottiglia certificata Primitivo di Manduria doc a garanzia di tracciabilità dalla vigna fino alla bottiglia per il consumatore finale in un’ottica di stabilità del valore dell’uva e del vino”.
E’ dunque questa la funzione di “tutela” perseguita dal Consorzio e non quella, impropriamente attribuitagli, ovvero di di intervenire sulla determinazione del prezzo di vendita delle uve Primitivo di Manduria che seguono, invece, trend di mercato con regole economiche di domanda e di offerta e verso i quali il consorzio non ha alcuna facoltà di intervenire invadendo la sfera d’azione commerciale tra cantine, privati e produttori nella stesura di contratti di acquisto.
Mi auguro che gli attori del mercato riescano a trovare un punto di equilibrio che soddisfi la domanda e l’offerta e che, il prezzo di equilibrio raggiunto, sia remunerativo per tutte e tre le filiere nell’interesse comune dei viticoltori, per la salvaguardia dell’intero territorio dei 18 comuni dell’areale del Primitivo di Manduria in una visione lungimirante che veda prevalere l’interesse comune sull’interesse del singolo”.