L’INCHIESTA / SALENTO FUOCO E FUMO

| 17 Agosto 2022 | 0 Comments

SPUNTA UNA DIRETTIVA NAZIONALE SUI RIMBORSI SPESE CORRELATI ALLE ATTIVITA’ EMERGENZIALI DELLA PROTEZIONE CIVILE

di Flora Fina ______

“ Le indagini proseguono, questo è chiaro. Se ancora non è possibile sbilanciarsi in merito a probabili ed eventuali altre persone coinvolte, possiamo soltanto dire che i moventi ci sono, e riguardano un ambito puramente economico, al solo scopo di lucro ”

È quanto dichiara una fonte qualificata e interpellata proprio questa mattina da leccecronaca.it, per ciò che riguarda i possibili sviluppi di una torbida vicenda emersa pochissimi giorni fa, ovvero l’arresto – ai domiciliari –  di un uomo di 53 anni  della provincia di Lecce, il cui nome, per il momento, non è stato ancora reso noto.

Tutto ha inizio poche settimane fa: i militari della Guardia Forestale di Otranto e Lecce, in seguito all’escalation di incendi e roghi senza fine – che noi documentiamo senza sosta da mesi – decidono di indagare e, attraverso un ben articolato sistema di videosorveglianza ed un avanzato apparato di telecamere installate in probabili “ punti di innesco ” riescono – finalmente – ad individuare, in piena flagranza di reato, un uomo di mezza età intento ad accendere un miccia che di lì a poco, in località “ Bosco Guarini ” ( nella foto ) avrebbe distrutto un ettaro e mezzo di boscaglia mettendo a rischio non solo l’ecosistema, ma anche la fauna locale unitamente a creare forti disagi alla viabilità delle auto in marcia sulla corsia.

Ebbene, di lì a poco, la scoperta di CHI e del suo RUOLO sociale lascia ancora sgomenti e senza parole: un operatore della Protezione Civile – che a questo punto permettetemi, di civile ha ben poco – è il piromane, o uno dei tanti piromani senza scrupoli che da un’intera stagione mette a rischio l’ ecosistema salentino.

La domanda in questo caso sorge spontanea: se si tratta di “ un ambito puramente economico, al solo scopo di lucro ” e di norma, sottolineiamolo, di norma, gli operatori della Protezione Civile sono dei semplici volontari non retribuiti, da dove e come avrebbe ipoteticamente origine questo gap  amministrativo?

Ipotizziamo una legislazione in materia di interventi emergenziali retribuiti. Ipotizziamo una vera e propria direttiva nazionale che regolamenti legalmente veri e propri “ rimborsi spese ” per gli operatori volontari direttamente proporzionale al numero di interventi svolti sul territorio.

Ebbene, soltanto poche ore dopo la vergognosa scoperta e il conseguente arresto del piromane di Bosco Guarini, il responsabile del Coordinamento della Protezione Civile della Provincia di Lecce Salvatore Bisanti aveva commentato con grande amarezza e profonda delusione la notizia dell’arresto dell’operatore incastrato dalle telecamere, dichiarando:

“ Ci stanno massacrando, sono sconvolto: i volontari della Protezione Civile onesti che ogni giorno combattono contro gli incendi non meritano tutto questo. Non amare la natura ed essere un piromane non ha a che fare con l’essere un operatore della Protezione Civile. Le allusioni su presunti maggiori guadagni proporzionati al numero degli interventi non stanno né in cielo né in terra: il contributo che riceviamo dalla Regione è sempre lo stesso

Tuttavia, cercando scrupolosamente tra le faglie d una legislazione – di stampo tutto italiano – dalle fondamenta di gesso e scricchiolante in ogni suo comma, è emerso invece che una legge che regolamenta maggiori guadagni proporzionati al numero degli interventi c’è, eccome e proviene direttamente dal Consiglio dei Ministri: si tratta della Direttiva che recita “ Rimborsi spettanti ai datori di lavoro pubblici e privati dei volontari, ai volontari lavoratori autonomi/liberi professionisti e alle organizzazioni di volontariato per le attività di protezione civile autorizzate” ai sensi degli articoli 39 e 40 del decreto legislativo n. 1 del 2018  ”.

Pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 127 il 18 maggio 2020 – dunque soltanto due anni fa – ha un titolo ineccepibile, tuttavia, è proprio nell’art. 5 della Direttiva – che oggi mettiamo sotto la lente d’ingrandimento- che risiede una possibile congettura e che recita “ Modalità e procedure per la presentazione  delle  istanze  per  i rimborsi  da  parte delle  organizzazioni  di volontariato di protezione  civile  per  le  spese  autorizzate  per  attività  di  pianificazione,    emergenza,   addestramento  e  formazione  teorico-pratica e diffusione della cultura e della conoscenza della protezione civile ”: da un punto di vista puramente legislativo dunque si comprende come, sempre secondo la stessa legge, i volontari della Protezione Civile “ il cui impiego è stato autorizzato in occasione di emergenze, pianificazione,  addestramento   e   formazione   teorico-pratica e diffusione della cultura ” possano fare richiesta per il  rimborso delle spese sostenute in occasione delle attività svolte ”.

Tuttavia siamo in Italia, nel bel Paese, dove ogni legge si trasforma, con i giusti giri e raggiri burocratici, in un vero e proprio set da Far West, ed ecco che – probabilmente – se le situazioni di emergenza aumentano sensibilmente, sensibilmente aumenteranno le richieste di rimborso da parte di quei volontari che SANNO GIA’  dove il fuoco è stato circoscritto, SANNO GIA’ quando e come intervenire, SANNO GIA’ che quel rimborso arriverà presto, e nel frattempo tutto il resto brucia, prende fuoco, perché signori siamo in emergenza, i roghi si sviluppano ogni giorno, che volete che sia, questa è la prassi, è l’abitudine.

Chiaramente, questo non vuol essere assolutamente un atto d’accusa, lungi dall’esserlo: ma l’evidenza dei fatti, di queste semplici congetture resta la stessa.

La legge parla chiaro: i rimborsi spese in situazioni emergenziali ci sono eccome e sono regolamentati. È l’uso di questo strumento invece, che – come al solito –  sta deviando verso i soliti sentieri della corruzione e del disfacimento amministrativo.

Come sempre, nei nostri articoli degli ultimi mesi abbiamo spesso e volentieri parlato di una macchina amministrativa che si muove a rilento, per inerzia, sostenuta da fragili fondamenta che poco hanno a che fare con l’onestà di pensiero e con l’ anti – corruzione: ebbene anche questa sembra essere divenuta prassi comune.

Abbiamo parlato soprattutto, e per un’intera stagione estiva che quasi volge al termine, di quanti incendi hanno flagellato senza pietà il nostro territorio. Abbiamo visto negli occhi di chi raccontava questa tragedia ambientale lo sconforto e la paura, l’odio anche, verso chi interviene con lentezza, con menefreghismo e senza alcuna volontà nel porre fine all’escalation che conosciamo ormai tutti troppo bene.

Cosa ne resta dunque? Di volontario non c’è un bel niente, e di civile neppure l’ombra.

Le indagini su questa vicenda andranno avanti questo è evidente: il colpevole di questo sistema malato e deviato non è solo, e “ probabilmente sono coinvolti altri soggetti su cui attualmente la Procura della Repubblica di Lecce indaga alacremente ” come ci spiega la nostra fonte qualificata.

La domanda però resta sempre e soltanto la stessa: chi ci restituirà i nostri territori? Chi ci ridarà i nostri magnifici panorami verdi, polmoni naturali di un ecosistema antico e pieno di misteri tanto quanto di cultura?

Ai posteri l’ardua sentenza.

La speranza è riposta ora negli inquirenti, che man mano, ricostruiranno il filo ininterrotto di una tragedia ecosistemica che ha tenuto con il fiato sospeso la Puglia intera per un’intera stagione estiva 2022.

L’APPROFONDIMENTO nel nostro ultimo articolo sulla questione del 14 agosto scorso. ______

PRESO UN PRESUNTO PIROMANE, IMMORTALATO DALLE TELECAMERE MENTRE VA AD APPICCARE L’INCENDIO NEL BOSCO. E’ UN DIPENDENTE DELLA PROTEZIONE CIVILE

Category: Costume e società, Cronaca

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