SALENTO FUOCO E FUMO / INCENDI SENZA TREGUA NEI GIORNI SCORSI SULLA LECCE – GALLIPOLI. INFIAMMA LA POLEMICA ANCHE SUI SOCIAL
di Flora Fina ______
Procede senza sosta il rapido susseguirsi di incendi in provincia di Lecce e nel Salento tutto: come già ribadito più e più volte infatti, il forte caldo di questi giorni non fa altro che alimentare, senza pietà alcuna, una situazione profondamente disagiata, acuendo ferite già profonde che il nostro territorio soffre già da troppo tempo.
Soltanto due giorni fa, a Corigliano d’Otranto, sterpaglie, ulivi, ma anche materiali plastici sono arsi rapidamente a causa di un incendio divampato nelle campagne e diffusosi rapidamente: ben tre ore di assiduo intervento da parte di Vigili del fuoco e Protezione Civile per sedare il prima possibile un rogo che ha iniziato a destare angoscia soprattutto quando le fiamme, altissime, si sono fatte largo all’interno della discarica del vicino paese, la quale, sebbene mai entrata realmente in funzione, contiene tuttora vari materiali plastici accatastati e letteralmente abbandonati.
Un situazione questa, che altro non ha fatto che causare un danno collaterale grave, e che ha portato – oltre alla distruzione delle sterpaglie nelle vicine campagne – alla carbonizzazione degli alberi di ulivo nella zona adiacente.
Siamo ancora a metà estate, tuttavia, nella giornata di ieri, e ancora una volta, sempre sulla statale 101, la Lecce-Gallipoli – all’altezza di Lequile – un incendio di vaste dimensioni è scoppiato tra le campagne, sollevando un’altissima colonna di fumo che, come in un dejà vu – visto tante, troppe volte – ha invaso la carreggiata, creando irrimediabilmente disagi nel traffico e impedendo la solita marcia tranquilla delle auto.
Sterpaglie e vegetazione circostante hanno rapidamente preso fuoco, divorando ben ottanta ettari di campi incolti, tra cui anche una moltitudine di alberi: è stato soltanto grazie all’intervento di diverse squadre dei Vigili del fuoco – intervenute immediatamente dal comando provinciale di viale Grassi – se le fiamme sono state prontamente domate.
Almeno in quarantacinque, tra pompieri e volontari della Protezione civile si sono prodigati per scongiurare il peggio, e fortunatamente non si sono registrati feriti, né danni alle auto, vista la portata distruttiva di un evento incendiario arginato soltanto intorno alle ore 22.00 di sera.
In quei frangenti infatti, il rischio maggiore è che il rogo potessee invadere gli edifici presenti lungo le complanari e che raggiungesse anche il bosco Buia, pineta che sorge maestosa nell’agro fra Lequile e San Cesario di Lecce.
Sempre ieri, un altro incendio ha preso invece piede nelle immediate vicinanze di Cutrofiano, dove, all’altezza della strada provinciale Collepasso – Maglie sono andati in fumo terreni pieni di sterpaglie secche ( nella foto ). Anche qui, l’intervento da parte dei soccorsi è stato più che essenziale, per arginare una già annunciata e conosciuta distruzione.
Anche i territori tra Nardò ed Avetrana non sono stati esenti da disastri incendiari, come documentiamo in questo video, che a onor del vero trasmette inquietudine e angoscia:
Certo è che la situazione, non delle più rosee già in partenza, attualmente non può far altro che generare un malcontento generale, che scaturisce senza ombra di dubbio da una situazione mal gestita e talvolta dai tratti grotteschi. Gli interventi da parte dei soccorsi ci sono sì, questo è chiaro, tuttavia non bastano a fermare una volta per tutte il fenomeno.
Di ciò ne sono consapevoli tutti, e sui social, il disagio e la disapprovazione si riflettono come in uno specchio, lo specchio della società dei giorni nostri, e si rincorrono così il malumore e la vergogna per l’attuale situazione:
“ Vicino casa nostra sta bruciando tutto come in tutto il Salento. Oggi è a 150 metri, ma 3 settimane fa 2 incendi hanno circondato sia casa nostra e anche quella dei nostri vicini. Noi eravamo fuori per lavoro e quindi capite il disagio. La situazione sta diventando molto pericolosa e molesta soprattutto. I vigili del fuoco non intervengono e mandano la protezione civile (che stanno facendo quello che possono) con un piccolo carico di acqua che finisce subito logicamente e quindi devono andare e tornare per riempirla ogni 10 Min. Ora prima che succeda il peggio, chiedo agli organi competenti di intervenire quanto prima con tutti i mezzi a disposizione. Amministrazione comunale, vigili urbani, vigili del fuoco, ecc… datevi una mossa e cercate di fare di più, perché quello che state facendo forse è un po’ poco ”
A scrivere è un cittadino contrariato di Ruffano, dove, stando a queste dichiarazioni, senza ombra di dubbio veritiere – e chiara testimonianza del vivere quotidiano dei nostri territori – tutto brucia, arde senza sosta, e divora – talvolta poco a poco e talvolta con prepotente furia – interi appezzamenti, alberi di ulivo ( nella foto ) ingurgitando lo spazio vitale di chi, in mezzo alla natura desidera abitarci e conviverci pacificamente.
I commenti a tale dichiarazioni poi, non sono tardati ad arrivare, e sintetizzano, con estremo fervore – il fervore di chi non ce la fa davvero più – il disgusto malcelato di chi, con cognizione di causa, un risentimento giustificato verso le amministrazioni ce l’ha:
“Guarda io non mi posso più allontanare per più di qualche ora per non avere sorprese e non trovare più casa e animali”
“Mi è capitato quasi la stessa cosa a 150 metri da casa due anni fa, vigili erano venuti hanno visto che incendio sono alberi seccati, hanno detto vediamo cosa possiamo fare e hanno lasciato tutto bruciarsi. Erano due giorni di inferno, non si respirava, abbiamo dovuto spostarci in paese per mancanza di aria pulita…. Tutto qui”
Commenti questi che difficilmente possono passare inosservati, tuttavia si tratta pur sempre di battaglie sui social, come spiega qualcun altro:
“Le istituzioni, gli organi pubblici che decidono e hanno i mezzi per mettere in campo misure di prevenzione, controllo e sanzione, non ascoltano quel che scriviamo sui social. Finché la società civile (le associazioni che si sforzano di rappresentare e dare voce al malessere dei cittadini che vivono un problema) non si organizzano e chiedono formalmente (con lettera a firma di tutti i soggetti aderenti) a Regione, Provincia e Comuni un tavolo istituzionale in cui essere ascoltati, tutto quel che scriviamo sui social cade nel nulla. Liberiamoci dall’illusione che un post su facebook o qualsiasi altro social venga letto, compreso o preso in considerazione da rappresentanti politici e istituzionali. I social non hanno tutto questo potere comunicativo che ci immaginiamo. E soprattutto non sono canali di partecipazione riconosciuti sul piano normativo.”
Ebbene no, in questo ultimo caso è necessario dissentire: anche i social – che come già ribadito sono il cuore pulsante dell’opinione pubblica – restituiscono a tutti gli effetti opinioni vere e soprattutto libere su ciò che accade, restituiscono testimonianze tangibili della realtà, che qui riportiamo fedelmente.
Se i social non sono i principali canali di partecipazione sul piano normativo, tuttavia la stampa, i giornali, l’informazione, possono essere il megafono che urla e riporta a gran voce il grande disagio di questi ultimi anni, il grande disagio insostenibile degli incendi, delle campagne abbandonate, delle istituzioni che si muovono per inerzia.
Insomma, è chiaro ed evidente che siamo ancora ben lontani dal poter appurare di essere fuori da un’emergenza di cui non si vedrà mai la fine – se non nei mesi invernali – e di cui gran parte della popolazione, dei cittadini e delle istituzioni non ha piena consapevolezza.
Con queste premesse, l’unica speranza resta tuttavia quella di non subire un eterno ritorno di fuoco e fiamme, che chiaramente, come è presto detto, potrebbe non lasciare più spazio a una crescita ecosistemica del territorio, un territorio che non ce la fa più, e questo si sa, è sotto gli occhi di tutti, sta a noi constatarlo.
LA RICERCA nel nostro articolo del 25 luglio. ______
SALENTO FUOCO E FUMO / ANCORA ROGHI NEL TARANTINO, INCENDI DIVAMPANO A GALATONE E A PRESICCE
Category: Costume e società, Cronaca