LECCE CAPITALE / IL BUSINESS DELL’ACCOGLIENZA AI CITTADINI STRANIERI. GROSSA OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA, UN ARRESTO, SEI INTERDITTIVE, INDAGATE ALTRE VENTOTTO PERSONE NELLA GESTIONE DEI CENTRI
(e.l.) ______ Se quanto è finora emerso sia paragonabile allo scandalo di Mafia Capitale di dieci anni fa, al momento non è possibile neppure ipotizzarlo. Del resto dagli inquirenti non hanno reso noto le generalità degli indagati, né hanno specificato in dettaglio le strutture coinvolte.
Certo è che comunque questa mattina è emersa una ‘terra di mezzo’ anche nel Salento, fatta di molteplici illeciti di cui sono accusati molte persone e società che gestiscono il sistema dei centri di accoglienza dei cittadini stranieri.
Vedremo se sarà possibile saperne di più nelle prossime ore o nei prossimi giorni.
Vediamo intanto cosa sappiamo finora, come dettagliato con nulla osta dell’autorità giudiziaria.
Questa mattina militari della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Lecce (nella foto) hanno eseguito sette ordinanze cautelari. Una è di arresti domiciliari. Sei sono interdittive, vale a dire divieti di esercitare attività impreditoriali o lavorare in uffici pubblici.
I provvedimenti sono firmati dal gip del Tribunale di Lecce e richiesti dalla Procura della Repubblica.
Ad altre ventotto persone è stato notificato il provvedimento di conclusione delle indagini, che, a meno di convincenti controdeduzione degli indagati nei prossimi giorni, prelude al rinvio al giudizio.
Le accuse sono a vario titolo di frode in pubbliche forniture, truffa, utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, accessi abusivi alle banche dati e rivelazione di segreto d’ufficio.
Le indagini, condotte dai militari della Compagnia di Otranto, hanno consentito di ricostruire molteplici illeciti commessi da responsabili di società attive nel settore del sistema dei Centri di Accoglienza Straordinaria di cittadini stranieri, nella provincia di Lecce.
Secondo le accuse che hanno portato ai provvedimenti odierni, gli ospiti stranieri vivevano in condizioni diverse da quelle previste dai contratti di servizio e delle pubbliche forniture somministrate onde garantire i necessari requisiti socio-assistenziali.
In alcuni casi, inoltre, la società certificava la presenza di numerosi cittadini stranieri che in realtà si erano allontanati dalle strutture da diverso tempo, in modo tale da percepire la quota giornaliera spettante per la presenza sul territorio nazionale.
E’ stato, altresì, ricostruito un meccanismo di frode fiscale finalizzato ad evadere l’imposta sul valore aggiunto, sfruttando società cartiere, che ha prodotto una massa impositiva sottratta all’Erario pari a circa 3,5 milioni di euro di ricavi non dichiarati, in aggiunta alle correlate violazioni I.V.A. oltre a generare un giro di fatture per operazioni inesistenti di circa 2 milioni di euro.
Sono in corso di esecuzione i sequestri di conti correnti ed immobili per un valore di oltre due milioni di euro, pari al profitto dei reati contestati agli indagati, ovvero: truffa ai danni dello Stato, frode in pubbliche forniture, emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.
Ad uno degli indagati sono contestati anche reati ambientali, il deturpamento paesaggistico, con annessi lavori abusivi, nella fase di riqualificazione di alcuni fabbricati in località Acquaviva, marina di Diso, da destinare a struttura turistico – ricettiva.
Category: Costume e società, Cronaca