MODA / MODE – VERISSIMO COME BALIN
di Elena Vada ______
“Vero, verissimo come Balin”
Così, ancora oggi, si dice in un piccolo paese delle Langhe, per significare un’inutile verità … senza compromessi.
È un paesino arroccato sulle colline cuneesi, dove vigneti e noccioleti si alternano. Dove, se ti affacci dalla torre o dal campanile, non credi ai tuoi occhi che s’incantano nel rimirare tanta ordinata bellezza e dove, soprattutto in autunno, tempo di vendemmia, tartufi e bulè (funghi porcini), ti vien da pensare: “Sarà così il Paradiso Terrestre!?”
Nella società rurale di tutti i paesi del mondo, esistevano e, credo, sopravvivano ancora oggi, certi stereotipi, luoghi comuni e ruoli ben definiti: parroco, farmacista, maestra elementare, il matto, il tonto, la bella, la pettegola, eccetera.
Personaggi di tante storie che, poi, si raccontano e tramandano, come leggende, di generazione in generazione.
Vi narro, pure io.
Un giorno, il fattore Andriot (Andrea in gergo), decise di andare al mercato per vendere il suo vecchio asino di nome Balin e si fece accompagnare dal suo amico, Vigiot (Giovanni).
Partirono la mattina presto e, a piedi, raggiunsero il mercato dove vendettero l’asino. Dopo, soddisfatti, si recarono all’osteria per consumare un piatto di minestra, annaffiato da buon vino barbera, della zona. Nel pomeriggio, tornarono al mercato ed acquistarono un asino che sostituisse il vecchio e spelacchiato Balin. Un po’ ciondolanti (la barbera 16 gradi, non perdona), presero la strada di casa ed al bivio l’asino, appena acquistato, imboccò il sentiero angusto e poco praticato, che portava proprio alla cascina del buon Andriot.
“Ma come fa a sapere la strada giusta?” disse Vigiot stupito
“Sarà un caso…” rispose l’amico
“Guarda, va dritto e spedito come la conoscesse, non ti viene un dubbio?”
“Cioè?”
“Che sia Balin… il vecchio Balin”
“Ma no, guarda com’è lucido e pimpante quest’asino, l’altro era ormai decrepito.
Aveva una cicatrice dietro l’orecchio sinistro…”
“Eccola qui!”
I due si guardarono sgomenti. Avevano ricomprato la medesima bestia ripulita.
Vigiot si mise a ridere, mentre Andriot si prese la testa tra le mani e disse: “Povero me, povero me, adesso che lo scopre mia moglie Teresa, son guai. Poi tutto il paese, riderà della mia stupidaggine. Vigiot, giura che non lo racconterai a nessuno… ti do 1000 lire.
“mmm….”
“Duemila, tremila…Dimmi quello che vuoi?!”
E gli mise in mano, la somma promessa.
Giovanni, restò immobile fissando quei soldi. Gli balenarono nel cervello le mille cose che avrebbe potuto acquistare. Non era certo ricco. Ma, d’un fiato, rispose: “Per nessuna somma, rinuncerei a raccontare tutto quello che è successo. Dirò la verità, proprio la verità!!!”
Inutile dirvi che, quei tre, furono la favola del villaggio per molto tempo. All’epoca non esistevano tutti i mezzi di comunicazione di oggi e si viveva di questi pettegolezzi che correvano di cascina in cascina, di bocca in bocca, fino a finire la domenica, dopo la Santa Messa, sui tavoli dell’osteria, dove, tra carte, vino e risate, la storia si arricchiva di particolari inventati.
Perché ho raccontato questa storia?
Avevo appena finito di vedere, alla televisione, una trasmissione, con Giletti… o forse era Berlinguer, o Porro, Del Debbio, Gentili, Annunziata, Vespa, Gruber… non so, ricordo solo agitazione e toni di voce alterati…
Allora, mi sono detta: – Che schiamazzi da osteria! Hanno tutti ricomprato lo stesso asino e non c’è un Vigiot che racconti la “verità su Balin”, come si deve…
Category: Costume e società