LA RIFLESSIONE / A TUTELA DI ANIMALI, AMBIENTE, ECOSISTEMI. “Il nuovo Parlamento e il nuovo Governo da marzo 2023 siano effettivamente espressione e realizzazione dei bisogni e non dei poteri forti che intendono continuare a distruggere il pianeta e i suoi abitanti”
di Gianluca Felicetti _____
(Rdl) _____ Domenica scorsa la LAV, l’associazione Lega Anti Vivisezione, ha celebrato a Roma il proprio congresso, intitolato “Il coraggio del futuro. Un piano strategico per i diritti degli animali”. Pubblichiamo qui di seguito la relazione tenuta dal presidente Gianluca Felicetti _____
La terribile guerra in Ucraina, una delle tante come sempre, purtroppo, in corso nel mondo, è sicuramente sentita come la più vicina, non solo per una questione di chilometri ma perchè, come tutti, siamo rimasti stupiti dalla messa in fuga delle persone con quanti avevano di più cari, cani e gatti compresi salvati dalle bombe.
LAV si è subito mobilitata per il loro aiuto sia in Italia, sia ai confini, con uno sforzo enorme, sostenuto da migliaia di soci e sostenitori che anche questa volta ci hanno affidato le loro speranze di sollievo per gli animali in pericolo. Abbiamo potuto fare quindi tanto, in accoglienza, in cibo, medicinali, cure veterinarie, e continueremo a farlo. Fino a che, speriamo prima possibile, si possa aiutare i volontari e le associazioni di quel Paese a ricostruire. Anche rifugi e ambulatori veterinari. E’ il nostro impegno.
Certamente questa guerra un secondo e un terzo risultato oltre alle morti di ogni specie, alle devastazioni psichiche e materiali, lo ha ottenuto. La corsa al riarmo, anche del nostro Paese, una folle gara che non solo fa aumentare il numero dei dispositivi di morte in circolazione (per i quali il nostro Paese ha il record di produzione ed esportazione nell’ambito attiguo, la stanza accanto, delle armi cosiddette sportive e da caccia, anche in Paesi senza regolamentazioni come gli USA) ma toglie risorse alle spese pubbliche negli ospedali, nelle scuole, per l’ambiente e la tutela degli animali, per tutto ciò che torna o viene tenuto ancora di più in secondo ordine.
E poi il rilancio dell’uso delle fonti fossili per l’energia, carbone compreso, che tanto hanno determinato la crisi climatica che stiamo vivendo, proprio nel momento in cui ce ne stavamo liberando e il rilancio degli OGM nelle produzioni alimentari in Europa che grazie al principio di precauzione erano rimasti confinati, dimenticando che il 62% dei cereali prodotti nel mondo va negli allevamenti e solo il 23% è destinato al consumo umano diretto, continuando ad alimentare così il perverso ciclo della produzione zootecnica, energivora e distruttiva, che consuma l’88% della soia mondiale per trasformarla, fra sofferenze e morti degli animali, al ribasso.
Non vogliamo essere dei condannati a ripetere gli stessi errori dei nostri predecessori. ma lo stiamo facendo. E’ quanto sta accadendo anche con il Covid, una delle tre quarti di epidemie e pandemie degli ultimi cento anni, sviluppatesi dal mal trattamento degli animali. Eppure siamo a combattere, ed è difficile, per far comprendere che se è bene che i pipistrelli non autoctoni stiano a casa loro, quando si spiega a un politico come abbiamo fatto ancora in questi mesi che c’è un pipistrello nordafricano, quello della frutta, che è legalmente ancora vendibile nei negozi italiani, facciamo fatica, molta fatica, ad avere orecchie aperte.
Ci sono poi quelle aperte solo al business. Quello dei commercianti certo, che hanno ignorato che provvedimenti simili sono stati presi già da altri Paesi europei e che appena tre settimane fa l’Italia si è schierata con la maggioranza degli Stati per impegnare la Commissione di Bruxelles a stilare regole comuni come quella della cosiddetta “lista positiva”. Piace sottolineare che la Federazione dei Veterinari Europei e la Federazione Nazionale degli Ordini Veterinari Italiani, che rappresentano tutti i medici veterinari, a differenza di altri, sostengono queste norme mentre vi è una parte, minoritaria, di quella categoria che fa proprie motivazioni economiche e non di tutela degli animali e salute pubblica.
Non sappiamo esattamente come andrà a finire la nostra battaglia, iniziata con l’uscita del nostro Manifesto “Non torniamo come prima” nel maggio 2020, contro il commercio degli animali selvatici ed esotici. Vedremo le Leggi definitive che usciranno nei prossimi mesi. Certamente, come minimo, già dal primo testo del Governo possiamo dire di aver fermato – come minimo – la cattura in natura, il trasporto, l’inscatolamento, l’ingabbiatura, l’ergastolo per più di 1.200.000 animali esotici che venivano importati ogni anno legalmente per il commercio in Italia.
Oltre 1.2000.000 vite, come minimo, salvate, all’anno, grazie alla nostra campagna, alle nostre Giornate nazionali dello scorso periodo pasquale, alle nostre iniziative informative nelle scuole e nelle piazze, che hanno avuto anche l’altra importante valenza di aver realizzato per la prima volta in Italia, una campagna per lo scoraggiamento a comprare animali, contro la mercificazione della vita degli animali, per affermare che solo in questo caso è giusto dire che alcuni debbano stare #acasaloro!
Questa battaglia, ancora in corso fino all’emanazione della Legge definitiva, vede così la prima applicazione dell’integrazione dell’articolo 9 della Costituzione a tutela di animali, ambiente, ecosistemi e biodiversità e anche quella all’articolo 41 che non permette ora all’iniziativa privata di operare contro la salute.
L’ultimo Sì del Parlamento nel febbraio scorso è tutto quindi da far valere nella pratica, obiettivo insperato a inizio di questa Legislatura, ottenuto grazie alla caparbietà di alcune senatrici e senatori e di chi come noi, nel 1998 ha fatto presentare la prima proposta normativa del genere, quando sapemmo che la Germania aveva bocciato per la seconda volta l’analoga integrazione della propria Costituzione.
Ora siamo il quinto Paese al mondo a decidere il riconoscimento degli animali nella propria Carta fondamentale, peraltro nei principi fondamentali della Repubblica, questo sarà tema di studio nelle scuole e nei Tribunali, e questa vicenda è la migliore riprova che nulla è facile (ci abbiamo messo quasi 25 anni ad andare a risultato), che non si deve desistere di fronte alle difficoltà, che i nostri risultati sono punti di ri-partenza e non di arrivo. E nulla è per sempre, come dimostra l’Iniziativa Europea dei Cittadini in corso contro la vivisezione che stiamo sostenendo, contro il tentativo di far rientrare dalla finestra i test cosmetici sugli animali che da anni eravamo riusciti a cacciare dalla porta.
Come quel risultato, sempre degli ultimi mesi, lo stop definitivo all’allevamento degli animali per pellicce, perseguito anche questo da trent’anni, dalla prima occupazione dai noi fatta di un allevamento di volpi artiche nel viterbese, con centinaia di manifestazioni, petizioni, indignazioni dei media per la sofferenza degli animali. Dopo la sospensione per motivi Covid dell’allevamento dei visoni non era affatto scontato il voto del Parlamento ma ci siamo riusciti e ora, con l’Iniziativa Europea dei Cittadini lanciata tre settimane fa non solo vorremmo avere tutto il Continente senza allevamenti di visoni e altri animali ma anche lo stop alla produzione e all’importazione di pellicce. Un atto conseguente morale dovuto a quegli animali che ancora vengono uccisi per la loro pelle in Finlandia, in Danimarca e per quelli ingabbiati e gasati in Russia, in Cina…
Guardando ai mesi passati dallo scorso Congresso sono tante quindi le azioni che come di consueto, a livello europeo, nazionale e locale abbiamo realizzato e sostenuto.
Dagli straordinari interventi dell’Unità d’Emergenza per gli animali colpiti dagli incendi estivi in Sardegna e le inondazioni autunnali nella Sicilia occidentale, alla battaglia con altre associazioni contro la proposta ministeriale di un’etichettatura-truffa dei prodotti alimentari sul “benessere animale”. Quell’ “animal washing” in corso da anni, fratello del “green washing”, che sarebbe grave si trasferisse dagli spot pubblicitari alle regole governative.
Dal recupero della scaduta Legge delega per lo stop all’uso degli animali nei circhi e negli spettacoli viaggianti, alla condanna dei responsabili del circo Martin, teatro sette anni fa del più grande sequestro di animali sotto un tendone, tanti di questi da noi materialmente salvati ancora oggi a Semproniano, all’esito positivo delle nostre azioni legali contro chi dallo stesso mondo qualche anno fa aveva diffamato l’associazione e ci ha dovuto anche chiedere scusa pubblicamente.
Dalle investigazioni, le nostre inchieste sul campo che in diversi ambiti di battaglia sono state decisive per portare alla luce nuovi scandali, come quello dell’affitto di tigri e leoni per feste e riprese cinematografiche, al contrasto a un Ministro della Transizione Ecologica che sugli animali si è fatto notare solo per la sua apertura a più caccia ai migratori, riapertura degli spari ai lupi e accondiscendenza per l’estensione della caccia ai cinghiali, sobillata ad arte con la diffusione della peste suina africana.
Su quest’ultima, lo abbiamo poco sottolineato finora, grazie alla nostra testardaggine siamo riusciti a ottenere il riconoscimento per maiali e maialini tenuti non a scopo alimentare, non solo salvandoli dagli editti di soppressione ma facendoli ormai entrare a pieno titolo nella considerazione della loro esistenza che, pur essendo contenuta in una specie considerata fino a ieri solo allevabile e mangiabile, ha visto sul campo riconosciuto quanto chiediamo per tutti gli animali: vita, libertà, dignità.
Le fobie da selvatici continuano, zona che vai-specie simbolo che trovi. In questo ambito ci piace sottolineare che anche qui il cambiamento è possibile e praticabile. Basti pensare all’esperienza dei “bear ambassadors” nel Parco Adamello Brenta in Trentino che quest’estate realizzeremo per il secondo anno, obiettivo è informare, veramente, per evitare incontri, quegli incontri che hanno fomentato le Ordinanze provinciali che abbiamo continuato in vario modo a contrastare anche nei Tribunali, così come l’esperienza dell’isola del Giglio, dove stiamo concorrendo, sul campo, non con post su facebook, a salvare i mufloni condannati a morte nel novembre scorso dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano.
Nel decennale, quest’anno, di Green Hill, che noi non dobbiamo dimenticare come esempio di battaglia-simbolo vincente, siamo però stati sconfitti ancora una volta dall’ennesima proroga Governo-Parlamento alla non entrata in vigore del divieto di test su animali per alcol, droghe, tabacco, e finalizzati agli xenotrapianti, mentre – rimanendo nei nostri cuori e nelle nostre azioni i macachi di Parma e i beagle di Verona – ancora non si concretizza la tanto sbandierata procedura d’infrazione europea contro le norme restrittive della Legge del 2014 fra cui proprio lo stop all’allevamento di cani, gatti e primati.
L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla continuazione dei nostri finanziamenti ai metodi sostitutivi e dall’essere riusciti a far impiegare al Ministero della Salute i pochi ma importanti fondi pubblici per questa ricerca da noi ottenuti con la riattivazione del fondo che era fermo al 2017, che però devono diventare maggiori e senza il termine a quest’anno.
E’ incessante il nostro lavoro nelle Aule dei Tribunali e, solo ricordando alcuni risultati, fra i più diversi perchè LAV vuole contrastare i maltrattamenti in ogni luogo e per tutti gli animali, nei mesi scorsi siamo passati dalla nuova condanna al “killer dei gatti” che ha insanguinato anni fa Perugia, alla gallina messa in gabbia per una mostra da un cosiddetto artista a Lecce per cui si è espressa a favore dell’animale anche la Corte di Cassazione, alla condanna per il delfinario di Rimini, unica nel suo genere in Europa, un viatico per dare più forza alla politica per fermare gli ultimi due circhi d’acqua aperti nel nostro Paese.
E ancora, volgendo lo sguardo agli ultimi mesi, abbiamo associato all’emanazione delle nuove Linee Guida ministeriali sulla ristorazione pubblica – nelle quali siamo riusciti a far confermare il diritto ai bambini e alle bambine a fare la scelta vegana o vegetariana da parte dei loro genitori – il lancio della nostra “sfida green” ai Sindaci di cinque grandi metropoli, per farli passare anche così dalle parole ai fatti sul contrasto ai cambiamenti climatici.
Abbiamo anche continuato e in alcuni casi rafforzato, l’esperienza di aiuto agli animali delle persone e famiglie in difficoltà che avevamo realizzato nella prima parte dell’emergenza covid. Il progetto “Visita veterinaria sospesa” è stato fra questi. I problemi economici ma anche quelli legati all’età anagrafica di chi vive con animali, ci hanno portato a iniziare un’importante collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio a Roma, replicabile anche nelle altre decine di città dove siamo entrambi presenti, mettendo assieme le nostre capacità e competenze per interventi che migliorano la vita di tutti, sviluppando il nostro attivismo “di quartiere” che soprattutto nelle città più complicate darà una chance in più di volontariato a tentare nuove persone, facendo così conoscere sul campo la valenza sociale dei diritti degli animali e della nostra battaglia per i più deboli che sono, a prescindere dalla specie, tutti coloro che hanno bisogno.
Per questo, come abbiamo scritto nel Piano Strategico 2022-2026, queste iniziative sono collegate anche alla battaglia vinta sul riconoscimento del farmaco umano in veterinaria e quella che continueremo a fare fino al riconoscimento di un’IVA non discriminatoria come è ora da beni di lusso su prestazioni veterinarie e cibo per animali tenuti non a scopo di lucro.
Per fare questo e tanto altro ovviamente c’è bisogno di testa, gambe, cuore, fondi: questo ultimo anno è stato quello di ultimazione del processo di riorganizzazione della sede nazionale e stiamo riuscendo, certo fra inevitabili difficoltà che superiamo man mano, a renderla forte e che vada oltre le persone, noi compresi, perché in LAV gli obiettivi sono così importanti che non si possono e devono immiserire nel proprio “io”, così come il rilancio, il rafforzamento del volontariato e delle azioni delle sedi locali che permette a tutte e tutti di essere davvero un’associazione nazionale, per un’associazione che grazie alla sinergia delle diverse proprie anime e competenze, è in buona salute anche economica per affrontare le sfide che abbiamo davanti.
La LAV produce contenuti, non si limita a rilanciare slogan, elabora nuove idee per l’affermazione dei diritti degli animali, si ingegna per concretizzarle, lavora tutti i giorni e per questo è fiera di essere in cima ai pensieri di chi invece è dall’altra parte a voler continuare, come se nulla fosse, nell’uso e nello sfruttamento degli animali. Le attività della LAV Academy, la nostra nuova formazione interna permanente che raccoglie il testimone della LAV School, ci daranno ancora più strumenti e consapevolezza delle nostre enormi potenzialità che ancora non abbiamo tutte espresse.
Tanto ci vuole coraggio, ne abbiamo, ne dovremo avere ancora di più, che il coraggio del futuro lo abbiamo disegnato in una casa con tanto di fondamenta, pilastri e stella polare da osservare e seguire grazie alla forza che ci forniscono socie e donatori, e lo abbiamo chiamato Piano Strategico 2022-2026. Cinque anni, questi cinque anni da vivere, nei quali essere più brave e forti a non demoralizzarci per le sconfitte parziali, essere più bravi e forti a rafforzare e mettere in rete il sapere tecnico e scientifico che vuole liberare gli animali, essere più brave e forti a creare alleanze per arrivare meglio e prima a raggiungere i nostri obiettivi.
Questo Piano Strategico è stato realizzato con il concorso di tutti i nostri responsabili locali e nazionali, come la costruzione sostenibile di una abitazione, la casa dei diritti degli animali: sono decisive le fondamenta, ben salde, sono importanti le colonne per reggere il peso delle responsabilità che ci assumiamo ogni giorno per gli animali, sono determinanti i collegamenti fra tutti questi elementi portanti e una buona base d’appoggio per salirci e guardare, appunto oltre, anche la stella polare che illumina la nostra rotta.
Così affronteremo i prossimi cinque anni delle nostre attività. Per impiegare al meglio la fiducia che soci e sostenitori, anche i tanti che siamo sicuri si uniranno in futuro, ci danno oggi, ci daranno da domani e saranno al nostro fianco. Perché di fronte alla necessità di “non tornare come prima” per non incorrere negli stessi errori e per essere migliori, non a parole, un Pianeta più ospitale e solidale con tutti gli esseri viventi è la condizione per avere il coraggio del futuro. Anche per le prossime generazioni, di tutte le specie.
Per questo è necessario che vi sia una politica per gli animali, costruire maggioranze affinché il nuovo Parlamento e il nuovo Governo da marzo 2023 siano effettivamente espressione e realizzazione dei bisogni e non dei poteri forti che intendono continuare a distruggere salute, Pianeta e i suoi abitanti.
Noi abbiamo il vizio di sognare.
Di immaginare un’Italia e un mondo diversi. Nella pace, con tutte e tutti. E abbiamo anche dimostrato di saper trasformare questi in realtà.
Pensate a quanto stiamo facendo sull’isola di Gorgona, a Semproniano, pensate a tutti gli animali, anche solo uno, che prima abbiamo visto maltrattato, deriso, umiliato, ingabbiato e che poi, grazie a ognuna e ognuno di noi – chiudete gli occhi e ve ne verrà subito in mente uno – siete riusciti a salvare.
Questa è la speranza che LAV può, vuole, deve continuare a coltivare e a far crescere, il cambiamento che è possibile. E si può e deve fare. Con coraggio, il nostro coraggio, per il futuro.
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