“Vedi Napoli e poi canta”, IL ROMANZO DI VINCENZO SPARVIERO A PALAZZO BN MARTEDI’ 31
(Rdl) _____ Vedi Napoli e poi? No, non muori, come recita una frase ormai di uso comune, ma canta. La pensa così Vincenzo Sparviero (nella foto), giornalista de “La Gazzetta del Mezzogiorno”, che presenterà martedì 31 maggio alle ore 17 nella splendida cornice del Rooftop di Palazzo BN il suo primo romanzo intitolato appunto “Vedi Napoli e poi canta”. Un omaggio che Sparviero, in passato autore e consulente di alcune trasmissioni di approfondimento targate Rai e Mediaset, ha voluto dedicare, pur essendo nato a Oria (BR), alla città partenopea, in cui ha vissuto un anno, e alla sua musica immortale conosciuta in tutto il mondo.
La prefazione dell’opera è a cura di Albano Carrisi, cantante che ha trasmesso a Sparviero l’amore per i classici di Napoli in virtù di un’amicizia trentennale.
Tra le pagine tanti aneddoti e curiosità legati alla canzone napoletana, a chi ha saputo creare versi senza tempo ma anche a chi, nel corso della storia si è incontrato (o scontrato) con le melodie nate all’ombra del Vesuvio, da Federico II a Paul McCartney. Il tutto tramite un’impostazione narrativa e non saggistica, precisa scelta dell’autore per “avvicinare i lettori a questo mondo magico in punta di piedi e con leggerezza”. “A Napoli, la musica, non è mai come può essere altrove – ha spiegato Vincenzo Sparviero –, anzi: è linfa di vita”.
A dialogare con l’autore, sulla terrazza della nostra Townhouse, ci sarà la professoressa Annarita Miglietta, docente di Linguistica Italiana all’Università del Salento, mentre il cantautore Franco Tommasi intervallerà la serata suonando le più note canzoni partenopee.
A margine dell’evento ci saranno delle degustazioni di vini offerti da Wine & More e dalle Cantine Al Bano Carrisi.
Il libro “Vedi Napoli e poi canta” è disponibile anche su Amazon.
PALAZZO BN – Sull’area dove adesso si erge l’hotel, nel XVI sorgeva un palazzo di giustizia, poi nel 1755 il Palazzo della Regia Udienza. Al 1902 risale la volontà di costruire una struttura dove ospitare la succursale leccese del Banco di Napoli, che sarà inaugurata solo nel 1930; il palazzo, di stile eclettico tardo ottocentesco, rimarrà inutilizzato dal 2009, per un cambio sede dell’istituto bancario.
Dopo dieci anni di inattività a rilevare l’edificio è l’imprenditore italo-svizzero Renè De Picciotto, che ne intravede le potenzialità trasformandolo in un hotel con 13 appartamenti di lusso e con un’offerta gastronomica declinata in tre ristoranti e un roof garden. La genialità è rappresentata dalla valorizzazione degli elementi preesistenti: le casseforti diventano così elementi d’arredo, il bancone in marmo ospita ora il Banco Lounge Bar, e l’area fitness BN Wellness è situata in quelli che erano i vecchi caveaux.
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