SETTANTACINQUE ANNI DI SOLITUDINE
(g.p.) ______ Zdenek Zeman non aveva più stimoli, per restare, aveva confessato nelle ore immediatamente precedenti, forte dei suoi proverbiali, abituali contratti annuali. Non ci sono più i presupposti – aveva aggiunto – per continuare alla guida di una squadra portata comunque ai play off, nonostante siano sopravvenute fin dall’inizio di stagione non poche difficoltà, e disegnata per far vedere – per quanto sia riuscito solo a sprazzi – altre pagine della sua mitica Zemanlandia.
Emblematico, dove l’allenatore della Nazionale è rimasto aggrappato alla poltrona, anzi alla panchina, da cui nessuno ha deciso di estrometterlo, nonostante il fallimento epocale dell’esclusione dai Mondiali.
Così Zeman ha fatto le valigie, anzi, una sola, ed è andato ad aspettare il pullman, per lasciare Foggia.
Chi lo ama, tutti quelli che amano il calcio gioioso, pulito, del bel gioco e delle passioni, di quando il calcio era bello e che adesso non c’è più – ora c’è il sistema degli affari, degli interessi e delle televisioni, il sistema contro cui egli ha lottato e da cui è stato emarginato – lo seguirà.
Dovunque vada, sarà sempre un successo.
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