L’AMERICANATA DI CHIARA NASTI, reveal party OLIMPICO
di Giuseppe Puppo ______
Guardiamo sempre con il dovuto interesse ai fatti di cronaca, anche quelli considerati minori, dal momento che magari questi ultimi più di tutti gli altri segnano il nostro tempo, e magari permettono di cogliere che cosa cambia, nel bene, nel male, nella nostra identità di contemporanei.
Io, ignoravo chi fosse Chiara Nasti.
Un rapido giro su internet mi ha permesso di colmare la mia grave lacuna e di adeguarmi alla conoscenza affermata dai social, più in generale dal sistema delle televisioni.
Oh mioddio ripenso con un brivido alla lucida profezia di Pier Paolo Pasolini negli anni Settanta, quando c’era un solo canale, e con un doppio brivido all’altra sua lucida profezia, sulla omologazione dei giovani, quando la globalizzazione non c’era ancora.
Chiara Nasti, 24 anni, di Napoli, è una influencer, una fashion blogger, insomma una creatura cresciuta e pasciuta dal sistema dei falsi bisogni, del brand e del logo delle multinazionali, che la usa, come tutte le sue colleghe, sia pur ricompensandole adeguatamente dal punto di vista economico, per estendere le proprie strategie di marketing.
Una delle miracolate dei nostri giorni, insomma, alle quali comunque giovano poi le comparsate televisive tipo L’isola dei famosi, e le frequentazioni di cantanti e calciatori, a nobilitare il curriculum vitae.
E a questo punto ho pensato con sgomento alle nostre laureate a pieni voti, magari con master, costrette a lavorare a 500 euro al mese, o alle ricercatrici, o alle tante precarie con arte e pure con parte che però a differenze delle loro fortunate coetanee influencer continuano a rimanere disoccupate, o sfruttate, e precarie a vita.
L’ultima di Chiara Nasti, ieri sera. Aspetta un figlio, e beninteso ne siamo tutti felici.
In molti però sono rimasti, diciamo così, perplessi, per usare un eufemismo, sulla ‘rivelazione’.
Una festa per rivelare il sesso del nascituro a parenti, amici e conoscenti a vario titolo, pardon, un reveal party, si chiama così, ora, come insegnano quelli che parlano bene l’italiano.
Io, ero rimasto a quando le rivelazioni sul sesso del nascituro erano affidate alle divinazioni della anziana vicina di casa basate sulla forma del pancione della gestante, va beh… Certo, sapevo che nel frattempo la scienza, per meglio dire la tecnologia medica, ora permette di saperlo su basi certe con largo anticipo, ma pensavo che fosse rimasto comunque una scelta privata e che dovesse essere confinata nell’immaginario di coppia dei futuri genitori.
E invece no, ora so. Difficilmente, per limiti anagrafici – però dai, mai dire mai, e sorrido – la cosa mi riguarderà personalmente, comunque da osservatore e libero pensatore ho dovuto adeguarmi, ora so.
So che si fanno adesso – per chi può permetterselo – la festa per i 18 anni, quella per i 40 anni, quella per l’addio al celibato, quelle dei dating et similia.
L’ultima affermazione sociale, appunto, il così detto reveal party.
Il reveal party di Chiara Nasti è stato proprio un capolavoro in grande stile.
Lo stadio Olimpico di Roma affittato apposta per l’occasione, sugli spalti parenti, amici e conoscenti a vario titolo, in campo la gestante e il suo compagno, il calciatore della Lazio Mattia Zaccagni, che a latere si è esibito in azioni da gol simulate, con la porta vuota, luci, fuochi d’artificio, coriandoli, pupazzi, ricchi premi e cotillon.
Gran finale con la scena obbligatoria della genuflessione, infine la scritta rivelatrice, calata dal cielo, in inglese, naturalmente, ma trattandosi di un’americanata cadeva ‘stavolta proprio a puntino, IT’S A BOY.
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