LA MILANO DA BERE, ORA DA SNIFFARE. BLITZ CONTRO IL TRAFFICO INTERNAZIONALE DI DROGA E IL RICICLAGGIO DI OPERE D’ARTE. VENTIQUATTRO ARRESTI IN TUTTA ITALIA. COINVOLTO ANCHE UN LATITANTE SALENTINO RITENUTO ELEMENTO DI SPICCO DELLA SACRA CORONA UNITA
di Flora Fina ______
Nella giornata odierna, con una maxi operazione scattata all’alba di oggi e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Milano, sono state arrestate 31 persone – 21 in carcere, tre ai domiciliari e per sette disposto l’obbligo di firma – accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga, mirata a rafforzare i già forti legami con trafficanti sudamericani, latitanti ed esponenti di spicco della criminalità organizzata.
La vasta attività investigativa ha riguardato varie zone dell’Olanda, della Spagna, della Lituania oltre ovviamente a diverse regioni italiane fra le quali la Puglia: tra gli arrestati infatti, spicca in particolare anche il nome di un noto latitante salentino, Vincenzo Amato, 45 anni, di Scorrano, conosciuto alle cronache locali in quanto ritenuto a capo di uno dei due gruppi smantellati nel 2018 al termine di un importante operazione dei Carabinieri di Maglie.
Amato era stato già condannato a diciannove anni e mezzo per traffico internazionale di stupefacenti. E’ ritenuto esponente di spicco della Sacra Corona Unita, collegato al clan Coluccia di Galatina. Era latitante dal 2016.
Per ritornare all’indagine della Dda sfociata negli arresti di questa mattina, dalle indagini è emerso pertanto che il traffico di sostanze stupefacenti andasse di pari passo con un articolato meccanismo di riciclaggio di denaro tramite la vendita illecita di note ed importanti opere d’arte: al vertice dell’organizzazione criminale vi sarebbe dunque un italiano pregiudicato, broker di stupefacenti e titolare di una nota galleria d’arte ad Amsterdam.
Non solo: l’uomo, che nelle chat criptate utilizzava il nickname Banksy come il noto artista di street art, intratteneva rapporti con vari narcotrafficanti legati ad associazioni di tipo mafioso, di elevatissimo spessore criminale, tra i quali proprio il latitante salentino Vincenzo Amato.
Proprio con quest’ultimo il broker avrebbe organizzato e finalizzato un’importazione di ben seicentodiciassette chili di hashish dalla Spagna verso l’Italia nell’ agosto del 2020, ovvero – secondo le ricostruzioni da parte degli inquirenti – lo stesso mese in cui è stato arrestato un sodale con circa settanta chili di hashish e trenta altrettanti chilogrammi di ketamina in polvere, ovvero il più vasto carico sequestrato in Italia negli ultimi tempi.
Sotto sequestro – da parte degli investigatori milanesi – è finita anche la galleria d’arte moderna di Amsterdam in cui sarebbero stati riciclati i proventi del narcotraffico attraverso l’acquisto di quadri e altre opere d’arte.
Le indagini, avviate già a partire dal 2019 sono nate grazie all’identificazione di due ristoratori milanesi sospettati di essere a capo di una cellula locale di trafficanti: da lì, gli inquirenti – basandosi anche sull’intercettazione di numerose chat – sono giunti all’organizzazione che è risultata essere munita di diversi box auto, tra Milano e provincia, con ben otto autovetture dotate di doppifondi azionabili elettronicamente oltre a dispositivi anti-spionaggio e telefoni criptati.
Come se ciò non dovesse bastare, tra gli altri indagati emerge anche il nome di Alberto Genovese, noto anch’egli alle cronache nazionali per essere attualmente a processo – poiché arrestato nel 2020 – con le gravi accuse di violenze sessuali con uso di droghe su due modelle: l’ ormai ex fondatore di start up infatti, come si legge nella stessa ordinanza che ha portato ai ventiquattro arresti di cui abbiamo riferito, avrebbe acquistato nel novembre 2019 da duedegli indagati, cento grammi “di sostanza stupefacente del tipo Ketamina o cocaina” da “ritenersi destinata alla successiva vendita o cessione”.
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