ARMI, DROGA, ESTORSIONI, IL CERCHIO SI CHIUDE INTORNO ALLA CLAN BRIGANTI DELLA SACRA CORONA UNITA
(e.l.) ______ L’operazione di Polizia della Squadra Mobile di Lecce è scattata all’alba di questa mattina, all’esito di una lunga indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia, cominciata tre anni fa.
Sono stati eseguite diciassette ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip del Tribunale, con le accuse a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione finalizzata al traffico ed alla commercializzazione di sostanze stupefacenti, estorsione e violazione della legge sulle armi.
Sgominato il clan della Sacra Corona Unita operante sul territorio di Lecce e dintorni facente capo a Pasquale Briganti , detto Maurizio, 52 anni, già raggiunto da condanne passate in giudicato e detenuto in esecuzione di pena presso un istituto carcerario del centro Italia.
Secondo gli inquirenti, dal carcere, attraverso familiari ed affiliati fidati, avrebbe continuato a gestire le attività illecite del clan, in cui erano entrati nuovi sodali, attraverso i classici rituali di affiliazione, tipici delle organizzazioni criminali di stampo mafioso, e innalzando di grado affiliati già appartenenti alla Sacra Corona Unita.
Le indagini hanno documentato episodi ritenuti di imposizione e riscossione di somme di denaro necessarie per il sostentamento degli affiliati in carcere, tra cui appunto l’indiscusso capo, nonché azioni punitive nei confronti di chi non osservava le regole o di chi, acquirente, pusher o spacciatore di sostanze stupefacenti, non pagava per tempo l’importo della droga acquistata.
Comunque, le accuse sono anche per altri reati che vanno dall’estorsione in danno di attività ambulanti e commerciali, al traffico di ingenti quantitativi di sostanza stupefacenti. Il clan si sarebbe occupato direttamente dell’acquisto, prevalentemente in territorio albanese, dell’importazione, dello stoccaggio e della suddivisione, prima della consegna finale ai vari pusher.
Le investigazioni hanno permesso di ipotizzare la costante disponibilità di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti, da immettere sulle piazze di spaccio, cittadine e della provincia, oltre che di una consistente disponibilità di armi, anche da guerra, di provenienza balcanica.
Nel corso dell’attività sono stati sequestrati fucili mitragliatori di assalto sovietici, tra cui AK47 Kalashnikov e modello M.70 Zavasta, oltre a numerose pistole calibro 45, calibro 38 special e relativo munizionamento.
Per l’acquisto di tali armi, il gruppo criminale avrebbe avuto come referente un uomo di nazionalità italiana, di origini montenegrine, collante tra il clan e i trafficanti di armi residenti presso il Campo sosta Panareo.
Sono state contestate, infine, numerose estorsioni, che sarebbero state attuate anche con la minaccia di far ricorso all’uso delle armi, avvenute in danno di ambulanti in occasione di incontri di calcio della locale squadra, eventi musicali e sagre, oltre alla gestione dei parcheggi abusivi durante lo svolgimento di spettacoli ed eventi sportivi.
Si trovano in carcere: Pasquale Briganti detto Maurizio, 52 anni; Fabio Briganti, 50 anni; Senad Ahmetovic, 29 anni; Aleandro Capone, 26 anni; Francesco Capone, detto “Checco o Facciune”, 28 anni; Daniele De Vergori, 22 anni; Carlo Gaetani, detto “Carletto” 37 anni; Giuseppe Guido, 32 anni; Sergio Marti, 48 anni; Giorgio Piccinno, 32 anni; Nicola Pinto, detto “Nico”, 34 anni; Gianluca Stella, detto “Luca o Ciotta”, 32 anni; Carlo Zecca 33 anni; tutti residenti a Lecce, ad eccezione del Marti che risiede a Surbo.
Arresti domiciliari invece per: Nicolò Greco, Domenico Persano, Enzo Quaranta e Silvia Renna.
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