…MA IL RISCATTO DI MESAGNE CON LA CULTURA CONTINUI
di Giuseppe Puppo ______ Questa mattina a Roma il ministro della Cultura Dario Franceschini ha annunciato che la Capitale italiana della cultura 2024 è Pesaro, come da decisione della giuria incaricata . Con tutto quello che di importante l’investitura comporta, sia direttamente, in termini di fondi pubblici, sia indirettamente, per ricaduta turistica.
Le città finaliste erano dieci: Ascoli Piceno, Chioggia, Grosseto, Mesagne, Pesaro, Sestri Levante, Siracusa, Paestum, Viareggio e Vicenza.
A Mesagne e in tutto il Salento c’erano grande attesa e un’aspettativa palpabile.
Inevitabile un minimo di delusione.
A consolazione va ricordato quanto insegnato alla Città di Lecce la vicenda della Capitale Europea della Cultura nel 2014.
Primo, certe storie non si improvvisano, tu puoi fare tutti i progetti utopici e meno utopici ad effetti speciali che vuoi, ma contano le tradizioni e le capacità di valorizzarle, ovvio che rispetto a Pesaro, a Paestum, a Siracusa, Mesagne partiva ad handicap.
Secondo, più prosaicamente, senza con ciò nulla sminuire per nessuna città, certi rapporti politici aiutano, allora a Matera, oggi a Pesaro, ecco, mettiamola così, aiutano.
Commentando l’esito odierno, il sindaco di Mesagne, Antonio Matarrelli, fra le altre cose ha scritto che “Abbiamo sognato in grande, come ci siamo abituati a fare da quando Mesagne ha imparato a credere in sé stessa e nelle proprie potenzialità. Siamo stati capaci di fare un tratto di strada che è servito a ricostruire, conoscersi, riconoscersi. Per poi rilanciare e puntare tutto su una storia che non solo è destinata a continuare, ma ha talmente dell’incredibile che crederci fino in fondo è stata una scommessa che abbiamo sentito di dover fare con noi stessi. Abbiamo lanciato forte il cuore oltre l’ostacolo. Non dovevamo inventare nulla, solo metterci in gioco. E Mesagne questo sa farlo bene. Una storia di riscatto vissuta, elaborata e scandagliata fino ad essere strumento di incredibile forza…”.
E c’ha ragione il sindaco.
Ora, ci aspettiamo tutti che la favola bella di un riscatto sociale, collettivo, perseguito con la cultura, lo sport, il volontariato, continui più bella di prima.