LE LUCI DELLA CITTA’
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Antonio Greco e Giovanni Seclì firmano per il Forum Ambiente e Salute il seguente comunicato______
Il rituale spegnimento simbolico di un’ora (anche per il recente 11 marzo) dell’illuminazione di alcuni edifici pubblici si è inquadrato nel 2022 nello scenario allarmante per l’esplosione del costo dell’energia, accentuato dal conflitto in Ucraina; ed è stato accompagnato da dure rimostranze degli amministratori soprattutto per i pesanti aggravi sulle finanze comunali. Fra esse anche la sua , trasmessa dalla TV pubblica il 10 marzo.
La costernazione e la denuncia vengono però rimosse e tradite dal concreto “modus operandi” per il resto dell’anno, anche da parte dell’Amministrazione leccese.
Ciò è testimoniato dal prevalente spreco energetico, afferente soprattutto l’illuminazione pubblica, che persiste nonostante dichiarazioni, preoccupazioni e anche normative stringenti, ignorate e violate. Solo alcuni esempi eclatanti , peraltro in contesti urbani dove non ha senso tirare in ballo la giustificazione della sicurezza civica , che non sempre è correlata all’intensità dell’illuminazione pubblica.
I parchi cittadini principali di Lecce – Villa comunale, Campo CONI, Galateo- sono totalmente recintati, quindi chiusi al pubblico nelle ore serali e notturne. Ciò nonostante restano pienamente illuminati da centinaia di punti luce in ciascuno anche dopo la loro chiusura serale, anche dopo mezzanotte….! Eppure la legge regionale pugliese n.15 del 2005 sul risparmio energetico e l’inquinamento luminoso impone che l’illuminazione pubblica in generale sia ridotta almeno del 30% dopo le ore 24. I parchi predetti , chiusi al pubblico già a partire dalle ore serali e per tutte le ore notturne , non richiedono alcuna illuminazione!
Il danno da essa prodotto in tali casi è molteplice: per le casse comunali per cui lei ha espresso preoccupazione, per i bioritmi dell’avifauna presente soprattutto nei parchi, per l’esempio di spreco inviato alla cittadinanza, per l’inquinamento luminoso -uno dei due perni della legge regionale in vigore- che nullifica la contemplazione dell’infinito del cielo stellato: il paesaggio più importante , anch’esso tutelato dall’art. 9 della Costituzione.
Il Salento leccese si evidenzia dalle foto aeree come una delle aree maggiormente illuminate dell’Italia. Non è certo un primato positivo; ma solo il “riflesso” negativo soprattutto dell’espansione urbanistica incontrollata, dell’incessante consumo del suolo agricolo.
Auspichiamo che almeno i contraccolpi negativi sul bilancio comunale inducano gli amministratori a scelte virtuose generali , in sintonia con la normativa richiamata. Essa impone in primis un piano comunale per il risparmio energetico; è primario dovere dell’energy manager comunale realizzarlo, non solo attraverso la progettazione di nuova illuminazione o la sostituzione dei fari , adottando quelli a led, che spesso giustifica la loro ipertrofica moltiplicazione; vanno applicate anche le tecnologie previste per i nuovi impianti successivi all’entrata in vigore della legge regionale , alfine di ridurre automaticamente almeno del 30% l’illuminazione pubblica dopo le ore 24.
In attesa che anche il Comune di Lecce applichi appieno questi ed altri adempimenti imposti per legge, si chiede, quale segnale concreto e immediatamente operativo , lo spegnimento dell’illuminazione notturna nei parchi recintati della città (basta applicare un semplice timer), onde limitare almeno la ricaduta sula bolletta elettrica del comune –cioè dei cittadini tutti- ora ancor più gravosa e insostenibile , come lei giustamente ha ricordato.
Ciò è doppiamente doveroso per un Comune con un bilancio critico; pertanto , qualora mancasse tale segnale di risparmio virtuoso di inversione di rotta rispetto allo spreco ingiustificato richiamato, sarà doverosa la segnalazione alle istituzioni preposte al controllo del rispetto della normativa e della buona amministrazione.
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