OGGI L’8 MARZO / LA SETE DI LIBERTÀ NEI VERSI DELLA POETESSA RUSSA MARINA CVETAEVA E DELLA POETESSA UCRAINA LESJA UKRAINKA, PER SPERARE NELLA PACE
di Chiara Evangelista______
Era l’8 marzo del 1908 quando le operaie dell’industria tessile “Cotton” di New York furono vittime di un incendio divampato all’interno dell’azienda dove lavoravano. Le donne erano state rinchiuse dai proprietari in risposta allo sciopero indetto dalle lavoratrici con cui chiedevano condizioni lavorative migliori, con cui semplicemente chiedevano che venissero rispettati i propri diritti.
A distanza di oltre cento anni, “l’uomo del mio tempo” è ancora “quello della pietra e della fionda”, riprendendo i versi della profetica penna di Salvatore Quasimodo.
Nei bunker di Kiev le donne intrecciano teli mimetici per coprire i carri da guerra, altre escono in strada imbracciando kalashnikov e indossando giubbotti antiproiettile. Altre ancora fuggono insieme ai propri figli perché almeno loro possano essere liberi di riscrivere la propria storia. Ancora una volta, a distanza di anni, i diritti civili sono calpestati. E si combatte. Quest’anno, nel giorno della “Festa della Donna”, il giallo della mimosa si lascia accarezzare dall’azzurro del cielo, quel cielo che sull’Ucraina da settimane è solo urtato dal suono delle sirene e dei raid russi.
“Ma perché si deve sempre sporcar la bellezza?” si chiedeva Oriana Fallaci guardando i monti del Vietnam e i cieli dove schizzavano le bombe. Se alla distruzione si risponde con la creazione e ai muri con i ponti, alla morte oggi proviamo a rispondere con la vita, con l’arte, con la poesia, con due poetesse: Marina Cvetaeva (russa) e Lesja Ukrainka (ucraina).
Nei versi delle due autrici, vi è sete di leggerezza, di spensieratezza, di libertà. Attraverso la parola, si scoperchia una comunione di sentimenti che ripercorre un’omofona storia interiore e si langue di una “disperata vitalità”, per dirla con i versi di Pasolini, di cui ricorre il centenario dalla nascita.
E tra dati instat che evidenziano ancora una netta differenza retributiva tra uomo e donna e una popolazione nel cuore dell’Europa che è costretta a mangiare la neve per dissetarsi dopo aver camminato per ore sotto il gelo, pur di scappare alla morte, una sensazione alienante fa sorgere una crudele consapevolezza: nel 2022 serve ancora una giornata per ricordare il valore e i diritti di ogni donna, nel 2022 ci sono ancora le bombe sulla testa. “Uomo del mio tempo” resti quello “della pietra e della fionda”…
ALLA POVERA MIA FRAGILITÀ
Alla povera mia fragilità
tu guardi senza dire una parola.
Tu sei di marmo, ma io canto,
tu – statua, ma io – volo.
So bene che una dolce primavera
agli occhi dell’Eterno – è un niente.
Ma sono un uccello, non te la prendere
se è leggera la legge che mi governa.
Marina Cvetaeva (1892-1941) è considerata una delle più importanti poetesse russe per l’originalità e il ritmo dei suoi versi.
CONTRA SPEM SPERO
Via, pensieri, voi, nubi autunnali!
Ora è la primavera dorata!
Forse nell’amarezza, nel pianto
Passeranno gli anni della giovinezza?
No, voglio ridere attraverso le lacrime,
Intonare canzoni nel dolore,
Sperare comunque senza speranze,
Voglio vivere! Via, pensieri tristi!
In un triste campo desolato
Seminerò fiori variopinti,
Seminerò fiori nel gelo,
Verserò su di essi lacrime amare.
E per queste lacrime cocenti si dissolverà
Quella possente crosta di ghiaccio,
Forse i fiori cresceranno – e giungerà
Anche per me l’allegra primavera.
Trasporterò un pesante masso
In cima a un’erta montagna sassosa
E, portando questo tremendo fardello,
Intonerò un’allegra canzone.
Nella lunga notte buia, impenetrabile
Non chiuderò gli occhi per un attimo,
Cercherò la stella polare,
La chiara sovrana delle notti buie.
Sì! Riderò attraverso le lacrime,
Intonerò canzoni nel dolore,
Spererò comunque senza speranze,
Vivrò! Via, pensieri tristi!
Lesja Ukrainka ( 1871- 1913) è una delle più importanti poetesse ucraine. La sua effigie è presente sulla banconota da 200 Grivnie. Con le sue opere poetiche fu sostenitrice della dignità e dell’indipendenza culturale del suo paese
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