ARTISTI SALENTINI / FRANCO CORLIANO’, ANIMA GRIKA

| 8 Marzo 2022 | 0 Comments

di Raffaele Polo ______

Era nato a Calimera nel 1948, Franco Corlianò  (nella foto sopra, nella foto sotto il dipinto ‘Andramu pai‘, ‘Mio marito se ne va’).

Ed è, tuttora, il simbolo di quella particolare cultura che viene dal ‘griko’, ovvero da quell’area linguistica e tradizionale che è la Grecìa salentina, oggi più che nei tempi trascorsi, sempre più evanescente perché il progresso non consente ripensamenti e si vanno perdendo la lingua, i costumi, rimane poco, pochissimo, mantenuto in vita da un pugno di anziani irriducibili che sanno che, con la loro scomparsa, la Grecìa diventerà solo un ricordo…

Corlianò è stato tutto: poeta, musicista, recita una targa posta a San Foca, nella Piazzetta dei Pescatori, che è riuscito a coniugare il linguaggio degli dei con l’antico mare di San Foca…

 

Come pittore, si firmò sempre come ‘Murghi’ e i suoi soggetti seguono la trafila delle sue canzoni, dei suoi versi: sono chiaramente ispirati al mondo agricolo e semplice della gente della Grecìa che è meridionale, è salentina, ma ha una fierezza tutta propria, che stempera in una costante tristezza, avvertibile nella canzoni, nelle nenie (Corlianò ha composto ‘Klama’ che può assurgere ad inno della memoria grica) e in tutte quelle piccole grandi testimonianze che rimangono, magari solo nei ‘cuturusci’ che bisogna assaggiare per capire cosa era, cosa è questa terra semplice e complicata allo stesso tempo.

Il ‘linguaggio degli dei’ è il greco, gli dei parlavano il greco sull’Olimpo, e questa lingua (non dialetto, si badi bene) è rimasta nelle memorie, nei versi, nei volti di ‘Murghi’ che offre, con la sua pittura, una coerente ricostruzione di un mondo perduto ma che non si deve dimenticare.

 

Corlianò è scomparso prematuramente, nel 2015, ma ha contribuito forse quanto nessun altro, alla memoria della cultura grika, nel suo nome, nel suo ricordo sopravvivono secoli di storia…

E tutto questo lo si può ravvisare nei suoi dipinti che ‘parlano’  un linguaggio triste e ponderato, che colpisce e affascina anche il più distratto curioso d’arte…

Pittura vera, sentita, piena di sostanza e di messaggi, pittura che emerge dalla quotidianità e ci fa intuire la grandezza di un popolo che ha vissuto eroicamente. E lo fa anche adesso, magari senza accorgersene.

 

 

Category: Cultura

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