NUOVA VICENDA GIUDIZIARIA IN REGIONE PUGLIA
(e.l.) ______ Una nuova vicenda giudiziaria tocca la giunta della Regione Puglia e, sia pur indirettamente, Michele Emiliano.
Mentre si allarga l’inchiesta della magistratura sull’operato della Protezione Civile, in corso da due mesi, oggi la Procura della Repubblica di Bari ha inviato comunicazione di conclusione delle indagini a Claudio Stefanazzi, capo di gabinetto e uomo di fiducia del presidente, e a Elio Sannicandro, commissario dell’Agenzia Regionale Strategica per lo Sviluppo Ecosostenibile del Territorio, in gergo Asset, l’ente che si occupa della definizione e la gestione delle politiche per la mobilità, la qualità urbana, le opere pubbliche, l’ecologia e il paesaggio, per la prevenzione e la salvaguardia del territorio e del rischio idrogeologico e sismico.
Commissario nominato da Michele Emiliano.
Gli indagati sono accusati di falso ideologico in concorso, “con l’intento di avvantaggiare illecitamente una cordata di imprenditori interessati all’aggiudicazione dell’appalto dei lavori di realizzazione del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto”.
Ora i due hanno venti giorni di tempo per visionare il fascicolo e presentare memorie difensive, dopo di che il giudice deciderà se rinviarli a giudizio, fissando la data della prima udienza, oppure no, disponendo l’archiviazione.
Arriva dalla Procura di Bari l’archiviazione del procedimento che, da Capo di Gabinetto del Presidente Michele Emiliano, ha coinvolto l’attuale deputato Dem Claudio Stefanazzi. Il procedimento ha riguardato delle presunte irregolarità nella gara per l’assegnazione dei lavori di costruzione del nuovo ospedale San Cataldo di Taranto, risultate oggi totalmente infondate.
“Questa archiviazione rappresenta un ulteriore passo verso l’uscita da un lungo periodo di indagini che hanno riguardato me e, a causa mia, la mia famiglia e altre persone risultate poi estranee ai fatti contestati. Questa è la seconda archiviazione che giunge dopo quella relativa ad un procedimento per un presunto finanziamento da parte della Regione Puglia ad un corso di formazione, risultato anch’esso completamente infondato. Sono stati sei anni duri, difficili, dolorosi, nei quali ho sempre mantenuto un profilo basso, continuando a fare il mio dovere, a lavorare e ad avere fiducia nella magistratura.
È rimasto l’ultimo rivolo di questi anni di intercettazioni, pedinamenti, perquisizioni e delle relative inchieste. Anche questa volta continuo ad aver fiducia nella magistratura (torinese in questo caso). È l’unica cosa che una persona onesta può fare”.