ARTISTI SALENTINI / NINO ROLLO, ‘SCULTORE PIETRANTE’
di Raffaele Polo ______
Era nato a Lequile nel 1942, Nino Rollo (nella foto).
Un artista difficile, concettuale e pensoso, che amava definirsi ‘scultore pietrante’, profondamente immerso nel suo rapporto con i materiali più svariati, ma che sapeva gestire ed assemblare in maniera unica, dimostrando tutta la sua maestria e l’amore per la Natura, che era il fondamento del suo progredire nel mondo dell’Arte.
Amava girare per l’Italia, soffermandosi spesso nelle botteghe, nei laboratori dove si lavoravano marmi e sostanze pietrose, affascinato dai colori e dal senso che trova nella scultura che, per lui, “non procede per evoluzione, ma per rivoluzione, è rottura drastica col passato, sovvertimento, contraddizione”.
Concetti difficili, magari inspiegabili, che però dipingono efficacemente la costante, sofferta ricerca di Nino che, dopo un lungo girovagare, sceglie Lecce, amata-odiata realtà, come sua residenza definitiva. E produce tanto, tantissimo: i risultati delle sue opere vengono riuniti, qualche anno dopo la sua scomparsa nel 1992, in una Fondazione, a lui dedicata, che sorge in via Dalmazio Birago, una via proprio difronte a Porta Rudiae, nel capoluogo salentino, che si spinge verso la campagna.
Non era un personaggio facile, Nino Rollo. E le sue opere, i suoi lavori testimoniano di questa volontà ferrea, alla costante ricerca della migliore espressione scultorea, che riesca ad esprimere quello che l’artista ha dentro di sé: uno spirito anarchico, pieno di contraddizioni, ma venato da una meravigliosa apertura verso la Natura, verso ciò che ci circonda e che noi non sappiamo apprezzare.
Nei suoi disegni, ma soprattutto negli abbondanti scritti che accompagnano i progetti e le elaborazioni più importanti, si scopre questo lato del carattere di Nino Rollo: sceglie di portare avanti una esistenza di solitudine, immergendosi in letture di saggi, di filosofia, di poesia. Lavora incessantemente, produce tante ‘reliquie cosmiche’ come ama definirle, riuscendo a realizzare impegnativi e suggestivi assemblaggi.
Nino, scomparso a neanche cinquant’anni, ci lascia un epitaffio, un ricordo che riassume tutta la sua vita artistica: “La pietra è l’unica materia che abbraccia il mondo. Ecco l’umiltà e la libertà”.
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