MANI PULITE: LE MAZZETTE LE PRESERO TUTTI. MA IL PARTITO COMUNISTA NON PAGO’. LE FAKE NEWS DELLA RAI

| 20 Febbraio 2022 | 0 Comments

di Valerio Melcore_______Trent’anni fa come adesso, ebbe inizio quell’operazione passata alla storia come l’inchiesta di: “Mani Pulite”, a causa della quale tutta la classe politica che aveva guidato il paese a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, tutti i partiti del cosiddetto Arco Costituzionale, in un colpo solo furono spazzati via dal pool di Magistrati di Milano guidati da Francesco Saverio Borrelli.

Tutti ad eccezione del Partito Comunista Italiano.

Tutti i partiti Antifascisti avevano preso mazzette, compresi i comunisti, ma inspiegabilmente ancora oggi il pool di magistrati di Mani Pulite, non sa dare una spiegazione credibile, eppure ebbero le prove che una mazzetta di un miliardo e duecento milioni di lire era stata portata nella sede romana del Partito Comunista in via Delle Botteghe Oscure.

Il Partito Comunista non solo prendeva mazzette dagli imprenditori e dalle cooperative, ma si finanziava anche con i soldi di una potenza straniera nemica, ossia la Russia comunista sin dai tempi di Stalin, che versava al PCI venti miliardi di lire l’anno.
Notizie che tutti conoscevano, lo stesso Bettino Craxi Presidente del Consiglio, lo denunciò pubblicamente in Parlamento, senza che nessuno gli replicasse.

Quindi, il Partito comunista non solo non fu toccato dall’inchiesta di Mani Pulite, ma addirittura si ritrovò da solo sulla scena politica, fatta eccezione per il Movimento Sociale Italiano che rappresentava in Parlamento l’opposizione di destra e che aveva un ruolo politico e culturale marginale.
I Magistrati milanesi avevano squalificato tutte le squadre e a giocare il campionato ne era rimasta solo una, che come disse il segretario comunista Occhetto possedeva la gioiosa macchina da guerra e ad avversarla ci sarebbe stato un partitino come il MSI che, aveva si e no, un monopattini.
Sorvoliamo su quello che avvenne dopo, e che nessuno avrebbe potuto prevedere, la discesa in campo di un ricco imprenditore che rovinò i sogni di tanta gente, magistrati del pool compresi. Tutti sappiamo che Berlusconi scombinò i giochi con la sua discesa in campo e questo quella parte della Magistratura politicizzata non glielo perdonò mai.

Ma questa è un’altra storia….o forse no.

 

Quello che mi interessa sottolineare sono le fake news che in questi giorni passano sulle televisioni, a cominciare dalla RAI, dove hanno spopolato personaggi come il Magistrato Gherardo Colombo, l’ex Magistrato e politico Antonio Di Pietro, il democristiano Cirino Pomicino detto “ ‘o ministro”, Bobo Craxi figlio del Presidente del Consiglio Bettino Craxi, il quale per dopo ricevuto l’avviso di garanzia ripara in Tunisia dove muore da latitante ad Hammamet il 19 gennaio 2000.

 

Per coloro che quella stagione non l’hanno vissuta e a coloro a cui la memoria fa difetto, ricordo che l’operazione Mani Pulite ebbe inizio con l’arrestato di Mario Chiesa, un esponente socialista milanese, per una tangente da 7 milioni di lire, quattro soldi, tutto sommato. Quella fu la pietra che generò la valanga che travolse tutta la classe politica che aveva Governato l’Italia a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Il nostro paese era stato guidato da governi di cui avevano fatto parte, la Democrazia Cristiana, partito di maggioranza relativa, e i partiti minori con i quali si accordava di volta in volta, ossia il Partito Socialista Italiano, il Partito Social Democratico Italiano, il Partito Repubblicano Italiano, il Partito Liberale Italiano.

Poi c’era il Partito Comunista Italiano che nonostante avesse più o meno gli stessi voti della Democrazia Cristiana, in Parlamento era da sempre all’opposizione. Questo perché i comunisti erano schierati e prendevano soldi ed ordini, come già detto, da una potenza straniera nemica, ossi dalla Russia comunista di Stalin.
Dato che l’Italia alla fine della guerra era capitata sotto la zona d’influenza degli Stati Uniti e quindi faceva parte dell’alleanza Nato, gli americani non si potevano permettersi il lusso che in una loro “colonia” andassero al Governo i comunisti.
Per cui i comunisti magari in accodo con i socialisti o i repubblicani, in Italia governavano le più ricche Regioni come per esempio l’Emilia Romagna, o città come Roma, Milano o Napoli e condizionavano pesantemente la vita economica, facendosi fare leggi come quelle per cui le Cooperative Rosse non pagavano l’Iva, o condizionavano l’informazione e la cultura, in Rai per esempio per un giornalista democristiano o un socialista che veniva assunto doveva essere assunto anche un comunista.
Poi in Parlamento c’era l’opposizione di destra , rappresentata dal Movimento Sociale Italiano, l’unico partito che non faceva parte dell’Arco Costituzionale, l’unico partito che non aveva preso mazzette, stando a quanto dichiarò il magistrato del Pool Antonio Di Pietro, ma che aveva un ruolo marginale sia sul piano politico che su quello culturale.

Nei dibattiti televisivi a cui ho assistito sulle diverse reti, ognuno sosteneva la propria tesi, quella di cui era convinto o quella che gli faceva più comodo.
A mio avviso ognuno a suo modo aveva ragione.
Avevano ragione i magistrati nel dire che i partiti erano corrotti, solo che ci sarebbe stato da chiedergli come mai se erano accorti solo in quel momento, dopo decenni, visto che il malaffare era stata una costante della politica italiana, si da quando era nata la Repubblica, come quando per esempio la Sicilia, grazie alla complicità degli americani era stata consegnata alla Mafia, ponendo a capo delle amministrazioni uomini di “Cosa Nostra”.

E avevano ragione i politici quando ricordavano quanto dichiarato da Bettino Craxi in Parlamento quando dichiarò che il sistema dei finanziamenti ai partiti per quanto illecito era prassi comune.
Poi alla fine di ogni dibattito o intervista, i diversi conduttori chiedevano come mai l’innamoramento degli italiani per il Pool di Mani Pulite ad un certo momento terminò, la luna di miele tra magistrati e cittadini finì.

La risposta dei magistrati è stata che man mano che l’inchiesta andava avanti raggiunse 4500 persone e allora i cittadini cominciarono a pensare che prima o poi poteva toccare a loro.

Come dire che loro i Magistrati erano gli unici onesti, mentre l’intero popolo italiano bene o male era corrotto.

Visto che nessun giornalista nessun conduttore ha osato farlo, nel nostro piccolo lo facciamo noi.

Intanto due veloci considerazioni, se tanti cittadini erano stati costretti a corrompere, e oggi non è diverso da ieri, era colpa della classe politica che aveva imposto le regole del gioco e della magistratura che, o gli reggeva il gioco, oppure da decenni se ne stava guardare.

Poi mi è dispiaciuto che non un pensiero, sia stato dedicato alle persone per bene, a coloro che pur avendo una grande passione per la Politica, quella con la P maiuscola, abbandonarono la politica perché non erano disposti a fare compromessi a ribasso.

Per avere un’idea dei costi che la politica aveva imposto a chi voleva occuparsene, basti pensare che a Lecce negli anni Settanta per farsi eleggere in parlamento nelle file della Democrazia Cristiana per una campagna elettorale si arrivava a spendere sino a 200 milioni di lire, soldi che non sarebbe basta un’intera legislatura per recuperarne neppure la metà.
Basta questo semplice conto della serva per capire che in Italia la politica già negli anni settanta andava avanti grazie alle mazzette.

Ai giudici di Mani Pulite, a Di Pietro, a Gherardo, a Davigo che oggi essendo rinviato a giudizio per “rivelazioni di segreto di ufficio “ si vede di meno in TV, ma che in passato pure lui ha sostenuto la tesi che il Pool perse il consenso della gente quando l’inchiesta si allargò passando dai politici blasonati ai cittadini comuni, rispondo che le cose non stanno così, nessun imprenditore ha piacere a pagare mazzette ai politici.
Ma le cose non stanno così anche per un altro motivo, e i conduttori televisivi che fanno da sponda ai MAGISTRATI del Pool di MANI PULITE lo sanno bene.
I CITTADINI persero fiducia nei magistrati quando si resero conto che l’inchiesta giudiziaria che non doveva guardare in faccia nessuno, sopratutto le promesse di Di Pietro che avrebbero pagato tutti, pure il PARTITO COMUNISTA, rimasero lettera morta.

Si ebbe l’impressione che il Pool fosse schierato politicamente, che mandavano avanti Di Pietro, ma poi ad un certo punto lo bloccarono, per cui divenne incomprensibile come una mazzetta di sette milioni di lire era bastata per far crollare tutti i partiti governativi, per mettere alla gogna tutti i segretari di partito da Craxi a Forlani, da La Malfa a Zanone, mentre una mazzetta di un miliardo e duecento milioni di lire non era bastato per un avviso di garanzia al Segretario del Partito Comunista.

 

 

Category: Costume e società, Politica

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