”Gravissima discriminazione dei bambini a scuola”
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Rossella Calcagni, presidente dell’Associazione Colibrì Puglia, ci manda per conoscenza la lettera aperta inviata alle competenti autorità politiche ed amministrative ______
Scriviamo a seguito dell’introduzione e dell’entrata in vigore, nei mesi di dicembre 2021 e di gennaio e febbraio 2022, delle nuove misure per la prevenzione e la gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, misure riguardanti i trasporti scolastici, il libero accesso alle attività sportive, culturali e ricreative, i servizi di mensa e ristorazione scolastica, le regole di accesso ai nidi e alle scuole dell’infanzia e, in ultimo, non per importanza, la gestione in ambito scolastico delle cosiddette ‘quarantene’, differenziate a seconda dello stato vaccinale degli alunni, in definitiva introdotte anche per la scuola primaria, in un crescendo di iniquità e irragionevolezza che è arrivato a coinvolgere, dopo i già duramente provati ragazzi adolescenti, anche i più piccoli.
Come genitori e strenui difensori del benessere psico-fisico e dei diritti naturali e civili dei nostri figli, non possiamo voltare la testa e fare finta di non vedere la gravissima discriminazione in atto in danno dei bambini.
Dopo due anni di pressante campagna mediatica che li ha gettati in pasto alla pubblica opinione come ‘untori’ e diffusori di malattie, attraverso campagne mediatiche miratamente condotte per farli sentire ‘sbagliati’, si è giunti ora a un complicato e illogico processo di controllo scolastico e sociale che comprime incessantemente e progressivamente i diritti fondamentali dei ragazzi e delle loro famiglie come esseri umani e come cittadini.
Assistiamo sgomenti al crescendo di misure autoritarie e prive di ogni logica sanitaria, oltre che di ogni base legale, che stanno lacerando, forse irrimediabilmente, il tessuto sociale e le basi stesse del vivere civile inteso come pacifica e armoniosa convivenza.
Queste misure, che non ci tiriamo indietro dal definire violente, discriminatorie sulle basi di condizione di salute e di scelte sanitarie, sono frutto di uno Stato che ha ormai smarrito il suo obiettivo primario, sancito nella nostra Carta Costituzionale, ormai ridotta a carta straccia: quello di promuovere il benessere e la crescita armoniosa della persona umana. Uno Stato che sembra ormai votato, anzi, a schiacciare e a disporre a proprio piacimento, senza alcuna certezza del diritto, della vita dei nostri ragazzi.
Ci chiediamo che fine abbia fatto l’applicazione dell’art. 3 della Costituzione, che afferma la pari dignità sociale e l’uguaglianza dinanzi alla legge dei cittadini; ove sia finito l’impegno a rimuovere gli ostacoli che si frappongono al pieno sviluppo della persona umana.
Ci chiediamo che fine abbia fatto l’attuazione dell’art. 34 della Carta fondamentale, che assicura una scuola obbligatoria e gratuita, aperta a tutti e che fine farà questa scuola quando gli insegnanti dovranno controllare i dati sanitari di ciascun alunno e decidere in base ad essi chi potrà rimanere a fare lezione e chi no, in questo modo discriminandoli e caricandoli di una responsabilità non loro ma frutto di scelte (lecite) dei loro genitori. Come potrà reggere una istituzione così fondamentale – e con essa l’intera società – a questa detonazione che ne sta distruggendo le fondamenta?
Alla luce di tutto questo, ormai apertamente davanti agli occhi di chiunque, anche di chi non voglia vedere, si richiede con forza e con urgenza l’intervento di Codesta Autorità, nata a garanzia dell’Infanzia e della Gioventù, per prendere una posizione netta e coraggiosa contro l’azione autoritaria e pericolosa nei confronti dei minori, tanto più in un momento che sembra di svolta nella storia della pandemia e che sembra indirizzarci verso meno timori, chiusure e preconcetti.
Si chiede con forza e urgenza che venga garantita a tutti indistintamente gli alunni la fruizione prioritaria della scuola in presenza. Si richiede con forza e urgenza a Codesta Autorità garante di prendere una posizione netta e coraggiosa contro la deriva di emarginazione e disagio che verranno inutilmente causati a bambini e ragazzi da norme irrazionali e senza nessuna base scientifica che avranno nefaste ricadute nel breve e nel lungo termine sulle giovani generazioni, ovvero sul nostro Futuro.
Hic sunt leones: come già hanno avuto modo di dire il Dott. Fabio Biasi, Garante dei Diritti dei Minori per la Provincia Autonoma di Trento, e la Dott.ssa Camilla Bianchi, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza per la Toscana, non possiamo più tacere, “nella consapevolezza che l’omesso intervento” ci renderebbe tutti complici “di questa evidente, enorme ed ingiusta discriminazione”.
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