NOVITA’ EDITORIALI / ESCE OGGI, NEL GIORNO DI SAN VALENTINO, “Là dove la terra finisce”
LA NUOVA RACCOLTA DI POESIE DI ANNA LEO. LA DATA NON E’ UN CASO…
di Giuseppe Puppo _______
Non avviene mai niente per caso.
Esce oggi, 14 febbraio, San Valentino, il nuovo libro di poesie di Anna Leo (nella foto di copertina), scrittrice, poetessa, sociologa, da sempre impegnata nel sociale, animatrice culturale, voce originale e di volta in volta, conferma dopo conferma, importante della nostra nuova letteratura italiana.
Sono poesie d’amore, queste di “Là dove la terra finisce” (Edizioni Milella, 120 pagg. 13 euro).
Un concept book, in cui i sessantuno componimenti che lo formano raccontano e analizzano compiutamente una storia che – lo nota anche nella sua prefazione Silvia Cazzato, e deve essere proprio così – dalla dimensione personale si eleva a quella universale, capace di interessare e coinvolgere tutti.
Tutte le donne, che hanno intelletto d’amore, cioè ce l’hanno nel loro portato genetico, là dove lo conservano prezioso, sia pur nelle trasformazioni epocali nel frattempo sopravvenuto ai giorni nostri di cui sono state protagoniste.
Tutti gli uomini, che magari non ce hanno, di queste trasformazioni epocali vittime e confusi comprimari, ognuno dei quali l’amore intende a modo suo, a seconda delle circostanze, come essi hanno imparato a fare, per sfuggire a una imbarazzante crisi di identità.
Io?
Io
“so molto poco dell’amore.
Giù c’è un abisso, lo conosco bene”.
Non è un caso nemmeno questa citazione che faccio mia da Roberto Carifi. Erano dai tempi – era il 1990 – di “Amore d’autunno” che non leggevo una raccolta poetica unitaria, allargata a motivi universali, su una storia d’amore che dalla dimensione personale eccetera eccetera, così bella, come questa di Anna Leo.
La sociologia dell’amore è, o dovrebbe essere, molto semplice, riguarda solo due. Oddio, a volte anche tre, ma questo qui non c’entra, questa è un’altra storia.
La sociologia dell’amore di Anna Leo invece è complessa, proprio per tale ragione terribilmente affascinante.
I momenti dell’amore, sono, che qui si rincorrono l’un l’altro, frammenti di un discorso amoroso che trasfigurano poeticamente in maniera originalissima le teorizzazioni di Roland Barthes
L’attesa. L’assenza. Il desiderio, il desiderio che poi dall’assenza si alimenta. Le incomprensioni, per usare un eufemismo, che poi sono fisiologiche, in quanto maschi e femmine sono predisposti geneticamente per non capirsi. L’ora delle decisioni irrevocabili, che poi si annullano dopo un’ora, o un minuto. Quella delle risoluzioni irreversibili, smentite e contraddette il giorno dopo. La passione. L’appagamento. L’estasi.
Infine, non è un caso nemmeno che io qui mi astenga dal riportare anche solo per un accenno i versi di Anna Leo che ci racconta la sociologia di un amore.
Complessa, dicevo prima, ma non complicata, anzi, tutt’altro, quanto irresistibile: quindi da rivivere ognuno per sé rigorosamente nel proprio immaginario individuale senza influenze esterne.
Questi versi sono come gli incarti, incanti dorati con citazioni sublimi, che ci stanno nei cioccolatini.
Uno tira l’altro e dà alla lettura l’impulso a continuare, senza fermarsi, tutto d’un fiato, per pensare a sé, leggendo, col pretesto di stare pensando ad altri, e poi, eppoi ancora non lo so, ma quando si arriva a sessantuno, si ha ancora fame di emozioni.
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